00 04/12/2007 22:09
Ah...LOL...dimenticavo di spiegarvi chi erano (sono?) M. BAIGENT – R. LEIGH:

Un complotto del Vaticano?
Il libro di Michael Baigent e Richard Leigh

"Il mistero del Mar Morto. I rotoli di Qumràn: dalla scoperta all’intrigo", Milano, 1997.

Gli autori e l’orizzonte dei loro “studi”.

Nel risvolto di copertina dell’edizione italiana del libro, Baigent viene definito un “fotografo appassionato di storia dei Templari”, e Leigh un “romanziere con un debole per l’esoterismo”. Assieme ad Henry Lincoln, avevano curato in passato Le avvincenti inchieste storico-esoteriche de Il Santo Graal. Una catena di misteri lunga duemila anni (trad. ital. Milano, 1997) e L’eredità messianica. Compito ed azione segreta della confraternita del Sacro Graal (trad. ital. Milano, 1996), in cui informavano il pubblico dell’esistenza ancor oggi in Europa di seguaci di Gesù che si preparano ad assumere l’egemonia del mondo intero. Tra gli altri titoli dei due autori, tradotti prontamente in italiano, I segreti della Germania nazista: i retroscena più sconvolgenti e le verità mai rivelate sul Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale (Roma, 2000) e L’Inquisizione (Milano, 2000). Da parte sua Baigent ha pubblicato L’elisir e la pietra (Milano, 1998) e Misteri antichi (Milano, 1999). Certamente l’interesse dei due autori per l’esoterismo, il mistero e la letteratura scandalistica è marcato; altrettanto marcata la scarsa fedeltà delle loro ricostruzioni, così tipica della letteratura di questo genere.

Il libro su Qumràn ed il giudizio degli studiosi.

Recentemente anche Umberto Eco, elencando i libri che “raccontano panzane” sui Templari, indicava il libro sul Graal di Baigent, Leigh e Lincoln come “il modello di fantastoria più sfacciato”, affermando riguardo agli autori che “la loro malafede è così evidente che il lettore vaccinato può divertirsi come se facesse un gioco di ruolo”1.

Il libro su Qumràn si apre con una poesia ed un ringraziamento ad Ann Evans, che “ci ha incoraggiato nel nostro lavoro e che ora ha trovato una nuova vocazione come medium per l’ombra vagante e inquieta di Jehan l’Ascuiz”…

Il primo annuncio pubblicitario del libro di Baigent e Leigh esordiva: “La verità sul cristianesimo primitivo… soffocata dal Vaticano”. Tutto il libro è pervaso da questa accusa: il Vaticano avrebbe influito pesantemente sulla scelta dell’équipe internazionale per lo studio dei manoscritti, in modo che fosse a lui sottoposta; si sarebbe cercato da parte dell’équipe di tenere nascosti certi frammenti e di creare una interpretazione ufficiale, un consensus ideologicamente orientato, che non mettesse in crisi la teologia cattolica.

L’accusa di Baigent e Leigh, che è la stessa di Robert Eisenman, è stata definita da Hersel Shanks, editore della rivista Biblical Archeological Review, “un’idiozia”2. Il parere di quest’uomo, è significativo: egli è ebreo, e non cristiano; egli è stato tra i pochi che hanno sollecitato, proprio assieme ad Eisenman, la pubblicazione immediata delle fotografie dei testi inediti di Qumràn, con una serie di articoli sulle sue riviste3; è continuamente presentato in ottima luce dai medesimi Baigent e Leigh4. Dello stesso parere due specialisti israeliani che oggi si occupano della conservazione e dell’edizione dei rotoli: per Magen Broshi Il mistero del Mar Morto è “un libro stupido”5, e per Shemaryhau Talmon “indecente”6.

Anche il prof. García Martínez, che pubblicò una lunga recensione del volume sulla Revue de Qumràn, lo ha definito “disonesto”7.

“Penoso esempio di giornalismo giallo”.

Il prof. James C. Vanderkam della Notre Dame University si è espresso in questi termini:

“Dopo una partenza abbastanza buona, il libro degenera rapidamente in un penoso esempio di giornalismo giallo. Gli autori cercano di inculcare nel lettore l’idea che il ritardo nella pubblicazione dei testi fu dovuto al fatto che l’équipe, dominata dai cattolici, era sotto il controllo del Vaticano, il quale, pienamente edotto di quanto stava scritto nei testi inediti, era preoccupato di abolire tutto quello che nei manoscritti potesse denigrare il cristianesimo. R. de Vaux [il direttore dell’équipe, n.d.r.], che quanti lo hanno conosciuto descrivono come una persona gradevole, diventa un mostro che ha guidato e costretto il complotto vaticano ad occultare i manoscritti. Dopo questa distorta e cospicua esibizione di assurdità, i due autori ripropongono una versione variata della teoria di Eisenman sui manoscritti, la quale secondo loro fornisce una risposta soddisfacente ai problemi che l’ipotesi essena non è in grado di risolvere. Il numero di coloro che nel mondo accettano la teoria di Eisenman sale dunque da uno a tre […] Ora che tutti i manoscritti sono a disposizione per essere consultati, nessuno è stato in grado di trovarvi qualcosa di dannoso per il cristianesimo o qualcosa che il Vaticano avrebbe interesse ad occultare. Uno dei benefici effetti collaterali che si sono venuti a creare con il libero accesso ai manoscritti è stato quello di mostrare che la teoria della cospirazione sostenuta da Baigent e Leigh si fonda sul nulla”8.





1 La bustina di Minerva, in «L’Espresso» del 23 agosto 2001, p. 166.

2 H. SHANKS, Is the Vatican Suppressing the Dead Sea Scrolls?, in « Biblical Archeological Review» XVII/6 (1991), pp.66-71.

3 Sono raccolti, compreso il precedente, in H. SHANKS, Understanding the Dead Scrolls. A Reader from the Biblical Archeology Review, Washington, 1992.

4 M. BAIGENT – R. LEIGH, Il mistero del Mar Morto. I rotoli di Qumràn: dalla scoperta all’intrigo, Milano, 1997, p. 100 e altrove.

5 In «Biblical Archaeologist» LV (1992), p. 107.

6 In «Zur Debatte» XXII/5 (1992), p. 1.

7 F. GARCÍA MARTÍNEZ, Notas al margen de The Dead Scrolls uncovered, in «Revue de Qumràn» LXI (1993), pp. 123-150.

8 J. C. VANDERKAM, Manoscritti del Mar Morto, Roma, 1995, p. 217.


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