00 12/03/2008 22:58


Fulvio Fania

Città del Vaticano

Par condicio. Dopo Veltroni e Berlusconi è il turno di Casini. Questa settimana Famiglia cristiana colpisce il leader dell'Udc e la sua alleanza con Pezzotta. E' vero, in questo caso si tratta di «cattolici col bollino», una lista che fa dell'ispirazione cristiana il proprio marchio. Diversa dal «pasticcio in salsa pannelliana» del Pd o dalla «anarchia dei valori berlusconiana». Anche i devoti col bollino tuttavia hanno una colpa: mancano di coraggio. Anziché fondare un partito cattolico nuovo di zecca, si sono accontentati di un «assemblaggio dei simboli» tra Udc e Rosa bianca. E infine hanno messo sopra la torta la ciliegina di candidature «tipo Cuffaro» trascinandosi così dietro le «ambiguità di un passato non sempre lineare».

E' il commento dell'editoriale non firmato di don Antonio Sciortino, direttore del settimanale paolino che in questo avvio di campagna elettorale ha dato voce ai mugugni del mondo cattolico sui diversi versanti: protesta di quelli interni al Pd per l'accordo con Emma Bonino; mal di pancia di quelli di destra che non sopportano più lo stile del Cavaliere e lo giudicano meno prono ai desideri clericali e preoccupato di tenere insieme qualche pezzo laico, tanto da non aver voluto Casini alleato.

Ora è la volta degli elettori potenziali del nuovo centro cattolico, il sogno mai abbandonato del tutto dalle gerarchie. Berlusconi e Fini hanno scaricato l'Udc ma nel frattempo, con la rinuncia dei due poli alle ammucchiate d'un tempo, si è aperta una possibilità insperata di piazzare «una forza di interposizione». In passato - osserva il settimanale - ci provarono già altri, da Martinazzoli a D'Antoni e Andreotti, ma il sistema elettorale fu inesorabile con di loro.
A riprendere quel disegno è stato Savino Pezzotta, buon amico del segretario della Cei Giuseppe Betori e portavoce del Family Day. L'idea non dispiaceva a Ruini che tuttavia ha fatto il possibile per convincere il Pdl a non abbandonare l'Udc. Andate a vuoto le ruiniane preghiere, non restava che rafforzare il sogno centrista e spinger all'intesa tra Pezzotta e Casini. Con il rischio, appunto, di annacquare la novità e deludere i cattolici della Margherita che cercavano un approdo alternativo al Pd.

Casini ha subito replicato a Famiglia cristiana che dopo le elezioni si avvierà una costituente di centro perché finora è mancato semplicemente il tempo. Non risponde invece sulla candidatura di Cuffaro, condannato per corruzione. Il settimanale ha messo il dito nella piaga. Qualche tempo fa, monsignor Betori ha sostenuto che fino alla condanna in terzo grado non si dovrebbero fare discriminazioni per nessuno. Era un chiaro favore a Casini. Famiglia cristiana invece lo stronca.

Dove si chiude il cerchio delle dure reprimende della rivista? «Poiché i cattolici sono presenti in ogni schieramento - scrive - ribadiamo la libertà di scelta dei cattolici purché ovunque la loro presenza sia significativa e non mortificata». Questa formula riecheggia la raccomandazione che il cardinale Bertone espresse a proposito dell'area cattolica nel Pd. Sulle «questioni che contano», dopo il voto, Famiglia cristiana auspica «unità e maggioranze trasversali». E qui l'assonanza è con l'ultimo discorso del presidente della Cei Bagnasco. Insomma, i cattolici col bollino sono troppo piccoli e così poco coraggiosi che non si può fare a meno di quelli collocati altrove. Alla fine il vero bollino sarà quello di lobby.

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