APOCALISSE Controinformazione su Chiesa e Cattolicesimo

Il nuovo partito italiano: la Cei

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    Madre Badessa
    00 21/03/2008 15:11




    La Cei, per bocca di Monsignor Betori, afferma che la legge elettorale va cambiata, e ci spiega anche perché. Entra cioè nel cuore del cuore della politica, ne muove le leve, ne auspica cambiamenti, e fornisce spiegazioni ed indirizzi. Se esiste una questione che può essere definita politica per eccellenza è proprio la legge elettorale. E' la legge elettorale che intrinsecamente definisce i contorni della vita e delle prospettive del Paese, ne definisce la governabilità, fissa i criteri di esistenza e di sopravvivenza dei partiti; determina, direttamente e indirettamente, le alleanze fra di essi; da essa, sia detto senza enfasi ma con tutta la convinzione possibile, nasce il processo democratico, comincia quell'iter partecipativo che, sia pur a volte con molti difetti, è pur sempre alla base stessa del coinvolgimento dei cittadini.

    Non a caso, sovente facendone un elemento dirimente, i partiti la considerano la condizione stessa, come detto, della propria esistenza o del proprio potere contrattuale. Chiunque vinca le elezioni sa bene che si troverà a gestire un referendum abrogativo di questa pessima legge, come un macigno fra i piedi, con l'elevata probabilità che la legge venga rimossa dalla volontà popolare. A quel punto calerebbe, con ancor maggiore decisione, la mannaia del boia contro i piccoli partiti, i quali, in assenza di un'altra normativa che li tuteli, sparirebbero per la forza cogente delle norme rimaste, e non per un atto di volontà politica come quello posto in essere (noi riteniamo correttamente) dal Partito Democratico; al quale, per forza di cose, si è poi agganciato il Partito delle Libertà. Una delle ragioni forti della crisi di governo, se non la prima (temporalmente e in termini di robustezza) è stata proprio questa: lo sparigliamento, la confusione (e la paura) generatasi a seguito della notizia del referendum sulla legge elettorale: distacchi, riposizionamenti, accorpamenti - forzati e non- hanno generato un clima di instabilità e di confusione che ha prodotto un humus estremamente favorevole ad ogni ipotesi di ribaltamento di una pur stringatissima maggioranza.

    Ma non è il caso qui dilungarsi troppo su questo, erano solo doveroso aprire una parentesi necessaria a fotografare l'assoluta valenza politica della questione elettorale e del proprio prodotto più diretto, la legge elettorale. Così come è necessario stigmatizzare, ove mai ce ne fosse ancora bisogno, l'assoluta ingerenza della CEI nella politica italiana e solo in quella italiana, perchè altrove gli è giustamente impedito. Negli altri stati, Spagna in prima fila, la laicità dello Stato è difesa a denti stretti. Ci sembra perfino superfluo rammentare quante volte e in quali occasioni la Chiesa sia entrata nel nostro Paese, anticostituzionalmente, in questioni che non la riguardano; ci preme sottolineare semplicemente che, a questo punto, essa merita a pieno titolo la qualificazione di soggetto politico, si comporta esattamente come un partito, anche se, ovviamente, sotto il pretesto di una supervisione etica di derivazione ultramondana. Ma così è.

    E' un partito che dice di non voler schierarsi con nessun partito; ma è pur sempre un partito produttore di una politica continuatrice del valori del cattolicesimo. Da ciò discende una strategia, discendono dei comportamenti, discende una volontà conservativa e autoreferenziale che intende produrre effetti sulla politica e sulle leggi italiane, quelle già fatte e quelle da farsi. Aborto, divorzio, bioetica, coppie di fatto, cioè la genesi normativa di un processo culturale avanzato nelle moderne democrazie occidentali, trova un formidabile elemento di opposizione e, nella migliore delle ipotesi, di freno, proprio nel Partito Vaticano. I nsomma, ribaltando quell'immagine che tanto successo ha avuto negli anni 90 nell'immaginario collettivo, quella del partito che non c'è, questo nuovo partito (anche se fa finta che non c'è) in realtà c'è, opera e incide.



    Questo è il prodotto della "non applicazione" (certamente non l'unica) della Costituzione della Repubblica italiana, uno dei tanti buchi pieni d'acqua dove si continua a galleggiare con una ciambella in attesa di approdare sull'isola lontana della attuazione dei principi. In questo caso quello della separazione fra Stato e Chiesa. A costo di essere pedanti e noiosi, lo ripetiamo e sottolineiamo: in Italia, prima ancora del cambiamento, serve un'etica dell'applicazione, cioè anzitutto il rispetto delle regole e dei principi legati all'ordinato vivere civile. E quest'etica antilassista e antinichilista, cioè molto laica e poco religiosa, dovrebbe essere insegnata già a partire dalle scuole elementari. Moltissimo dipende dall'educazione, un tema sul quale lo stato italiano, fra promesse e continui stravolgimenti, in realtà non si è mai impegnato sul serio.

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    00 21/03/2008 18:51
    Nuovo partito "CEI"? Ma se è vecchio quanto Gesù bambino! [SM=x789051]
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    00 21/03/2008 19:25
    Re:
    Frances1, 21/03/2008 18.51:

    Nuovo partito "CEI"? Ma se è vecchio quanto Gesù bambino! [SM=x789051]




    Perfettamente ragione!!!!! [SM=g27828]

    Come
    Era
    Ieri

    [SM=x1414702]


    omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]
    [Modificato da =omegabible= 21/03/2008 19:26]



    O=============O===========O

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    Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


    Vivo fra lo Stato Sovrano della Fica e la Repubblica Popolare del Cazzo