Se mettiamo un attimo da parte l'aspetto filologico, mi sorge una domanda che forse ti suonerà ingenua Frances, ma tant'è. Le caratteristiche geografiche e storiche non ci dicono nulla di concreto?
In realtà il contesto geografico e storico-culturale d ci fornisce molte informazioni Le peculiarità linguistiche di un testo si interpretano anche alla luce del suo luogo di provenienza.
Cioè se io vedessi un frammento di papiro che contiene 7 righette e notassi che è pure in cattiva forma e manca di un versetto chiave, potrei pensare davvero qualsiasi cosa; per esempio, magari che era un cattivo esercizio di copiatura a memoria di un apprendista scriba, o una trasposizione dozzinale fatta per prendere appunti o qualcosa di simile.
L'errore meccanico, causa dell'omissione di un versetto intero,è un'ipotesi remota, anche se non impossibile. Di solito gli errori meccanici si manifestano secondo variabili fisse, riconoscibili a prima vista. Nel P. Vindob. G 2325, invece, l'omissione di un intero versetto non è una svista, ma potrebbe trattarsi di omissione volontaria o forse, la copia del documento dal quale lo scriba aveva tratto il testo non conteneva quel versetto. In tutta la tradizione manoscritta del NT si registrano errori meccanici, omissioni volontarie, aggiunte libere, etc. Il P. Vindob. G 2325 non fa eccezione.
Sulla base del puro reperto filologico che hai esposto io non speculerei neppure sull'esistenza di un papiro completo, figuriamoci di un nuovo vangelo!
Per "papiro completo" intendi "libro completo"? Attenzione, perché il P. Vindob. probabilmente in origine faceva parte di un rotolo papiraceo e non di un codice (antico formato librario). Nell'antichità i rotoli papiracei di solito non superavano i 10 m di lunghezza, uno spazio sufficiente per ospitare metà vangelo di Luca, e buona parte del vangelo di Marco. Il P. Vindob G 2325 attesta materiale sinottico in forma concisa. Certamente, non poteva contenere tutto il vangelo di Marco, ma una versione concisa di esso.
La gente che fa questi arditi voli pindarici, che cosa ha in mano per permetterselo? Io sto con Schneemelcher...
Purtroppo la papirologia è maltrattata da gente che deve dimostrare tesi preconcette, per confermare l'antichità dei testi cristiani. Non occorre strapazzare questa scienza per confermare certi dati: i vangeli sono antichissimi e nessuno potrebbe dubitare di questo. Solo che da parte di certi studiosi c'è la tendenza nel volere postdatare i testi apocrifi e viceversa, la tendenza a retrodatare i vangeli canonici. Tra l'altro, la papirologia e la paleografia sono scienze labili e non esatte, pertanto, cautela, prudenza, umiltà e buon senso sono qualità richieste per il loro esercizio. Abusare di queste discipline per ricavarci tesi assurde è deprecabile. Non per niente in chiusura di articolo ho inserito quella citazione di Schneemelcher, di cui condivido in pieno l'istanza.
Ciao!
[Modificato da Frances1 23/03/2008 19:45]