00 10/04/2008 20:21
Il mistero delle stimmate


« Dappertutto nel mondo imparare il linguaggio degli animali e, per primo, quello degli uccelli, equivale a conoscere i segreti della Natura e, pertanto, ad esser capaci di profetizzare. (…) Questi animali possono rivelare i segreti dell’avvenire perché vengono concepiti come il ricettacolo delle anime dei morti o come epifanie di dei. Impararne la lingua, imitarne le voci, equivale a poter comunicare con l’aldilà e coi Cieli. » Cfr. Mircea Eliade, Lo sciamanismo e le tecniche dell’estasi, Edizioni Mediterranee, Roma, 1974, p. 120.

Parola di Mircea Eliade, il massimo studioso di storia delle religioni del Novecento. Eliade nel suo saggio sugli sciamani pubblicato nel 1974 dedica un intero capitolo alla lingua segreta degli uccelli, spiegando come saper comunicare con gli animali rappresenti per le comunità primitive il primo segno dell’investitura divina. Nel Medioevo in tutta Europa questa credenza era ancora molto diffusa nelle campagne; gli indovini e i ciarlatani che giravano tra i pagi per persuadere i contadini dei loro poteri magici si sprecavano. Spesso a parlare con gli uccelli erano proprio gli esponenti del basso clero, cioè i preti di campagna, alla ricerca di un consenso popolare che per la Chiesa tra i contadini tardava ancora a venire. Potrei mostrare di nuovo i manoscritti giudiziari che agli inizi del Duecento punivano con la scomunica quei chierici sorpresi a parlare con gli uccelli, ma siccome nel mio primo libro ho già parlato diffusamente di questi misfatti con tanto di miniature, e siccome ho l’interesse venale che voi ne acquistiate almeno una copia, torniamo alla Verna…

[ ma se proprio non potete acquistare il libro o vi volete togliere subito lo sfizio di vederle queste miniature, no problem, ciccate sul primo video di youtube che ho messo nel blog, la cultura è povera, ahimé…]

Infatti, la prima cosa che fa Francesco una volta giunto alle pendici del monte, è proprio parlare agli uccelli.
Dove? Non certo in un luogo qualunque ma sotto le fronde di una quercia che da quel momento in poi diverrà sacra, al punto che quando nel 1602 i frati saranno costretti ad abbatterla perché troppo vecchia, al suo posto erigeranno una cappella tuttora fonte di venerazione, appunto la Cappella degli Uccelli. Vedere le foto per credere… [ le immagini ovviamente si trovano nel libro, ma per il discorso di cui sopra –mecenatismo, amore disinteressato per la cultura e altre palle galattiche- clicca sul secondo video di youtube qui a fianco! ]

Da questo momento inizia l’investitura sciamanica di Francesco. La discesa degli uccelli è un segno propizio non tanto per il nostro santo –che gli uccelli, quando ne aveva voglia, non si faceva scrupolo di chiederli in pasto a Nostro Signore da perfetto animalista, come raccontano le fonti (ff 857)–quanto per quei montanari che attendevano da lui il segno miracoloso.

Quello che a noi importa è sapere che l’epifania celebrata nella Cappella della Verna non ha nulla a che vedere con la Chiesa, i Vangeli e il monoteismo in genere. Infatti, coloro che ancora nel XVII secolo si recavano lì per prostrarsi dinanzi a ciò che rimaneva della Sacra Quercia su cui Francesco aveva ricevuto la visita degli uccelli, non ci andavano certo per venerare il santo cristiano per antonomasia, ma piuttosto per rendere omaggio all’ultimo degli sciamani.

Quella gente ancora credeva fermamente al culto degli alberi sacri e alla lingua segreta degli uccelli. Ma quale passo successivo avrebbe compiuto Francesco per diventare lo sciamano più deviato della storia cristiana? Seguiamo le indicazioni nel libro di Eliade, e come per magia troveremo la fine della storia…

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