APOCALISSE Controinformazione su Chiesa e Cattolicesimo

Negazionismo cattolico

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    Claudio Cava
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    00 02/08/2008 14:59
    Messori e i catari


    "Ucciditeli tutti. Dio riconoscerà i suoi"

    Una discussione sull'eresia catara e quale fu la loro fine, potrebbe sembrare oziosa manfrina fra eruditi. Il punto è che la confusione è tanta, l'ignoranza, almeno in questo caso, scontata e la manipolazione ideologica sconcertante.

    Vittorio Messori pubblica questo articolo sul Corriere della Sera del 31 gennaio, proponendo la fondazione di una Lega anticalunnia in difesa dei Cattolici e asserendo che il presunto massacro di Béziers (1209), culmine cruento della crociata cattolica contro gli Albigesi (Catari), sarebbe in realtà un mito, frutto di in una sconcertante falsificazione storica mirante a screditare nei secoli dei secoli la Chiesa Cattolica e i suoi esponenti.

    Su Repubblica di ieri gli risponde, con dovizia di argomenti, Francesco Zambon, professore di Filologia Romanza a Trento e autore, fra l'altro, de La cena segreta. Trattati e rituali catari. (Adelphi). Nella sostanza Zambon accusa Messori di aver congegnato ai danni degli incolpevoli Catari una vera campagna di mistificazione e deformazione storica, molto vicina ad un bieco negazionismo.

    La risposta di Zambon si articola sui seguenti punti:

    La setta catara non è affatto "cupa e sanguinaria" come la definisce Messori ma, com'è noto anche da numerose fonti cattoliche contemporanea, rigidamente non violenta.

    I cattolici locali non erano affatto esaperati da una supposta persecuzione càtara, al punto che la città di Béziers fu attaccata proprio perché i suoi abitanti, "fedeli alla propria autonomia municipale e ai propri principi di tolleranza", come scrive Zambon, rifiutarono di consegnare i circa duecento eretici presenti nella lista stilata dal Vescovo

    Messori nega l'autenticità della frase attribuita al legato pontificio Arnaldo Amalrico "Ucciditeli tutti. Dio riconoscerà i suoi" sulla base di una cospicua alterazione della data di composizione dell'opera di Cesario di Heisterbach, dove la frase è riportata per la prima volta. Al contario di quanto scrive Messori, l'opera non risale a sessant'anni dopo i fatti, quando Cesario era morto almeno da trent'anni, ma al massimo ad una decina di anni dopo il massacro (fra il 1219 e il 1223).

    Allo stato attuale delle ricerche, inoltre, la frase è ritenuta sufficientemente attendibile dagli studiosi anche perché corroborata da numerose fonti contemporanee, primo fra tutti lo stesso Arnaldo che scrive al Papa (vol 216, Patrologia Latina): "La città di Bézier fu presa e poiché i nostri non guardarono né a dignità, né a sesso, né ad età, quasi ventimila uomini morirono di spada. Fatta così una grandissima strage di uomini, la città fu saccheggiata e bruciata: in questo modo la colpì il mirabile castigo divino".

    Arnaldo non attribuisce la responsabilità della strage alla crudeltà dei Ribaldi ma ne rivendica orgogliosamente la paternità ("I nostri") e la definisce "mirabile castigo divino", sebbene si sia trattato di un indiscriminato massacro di cattolici, eretici, uomini e donne, vecchi e bambini.


    Zambon ha ragione. E' intollerabile quest' uso distorto della Storia, grottescamente manicheo, per giustificare le proprie deformazioni ideologiche. Bisogna comunque chiedersi quale ne sia la ragione. Evidentemente si tratta di un gesto reattivo alle operazioni fantastoriche di gran presa sul grande pubblico stile "Il Codice da VInci" e tutto il baraccone mediatico che il fortunato romanzo di Dan Brown si è trascinato dietro.

    Rispondere a menzogna con menzogna, tuttavia, non è granché etico. Non è detto, comunque, che non sia producente. Un tizio qualsisasi apre il Corriere, nota un nome abbastanza noto come quello di Messori, ne legge la fantasiosa ricostruzione e, non essendo presumibilmente un esperto di eresie medievali né avendo mai sentito parlare di Béziers e affini, prende tutto per buono e si sente comunque confermato nell'ipotesi di un malvagio complotto anticattolico di torva matrice laicista ("Vade Retro, Satana!"). Con buona pace dei poveri Catari (e dei molti Cattolici che avevano voluto difenderli) massacrati a Béziers.

    La verità è che la Crociata degli Albigesi è stata una vera prova tecnica di totalitarismo (ecco qui un'argomentazione in proposito). La Storia della Chiesa ha molte luci ma altrettante ombre. E comunque, come scrive Zambon nella chiusa del suo articolo la Chiesa non ha devvero bisogno "di questa nuova e goffa forma di negazionismo per difendere i propri valori e i propri principi".

    contaminazioni.splinder.com/post/10884693





    “Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
    Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer
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    00 02/08/2008 15:04

    L' articolo di Messori sul Corriere della Sera:


    31 gennaio 2007.
    Una "Lega anticalunnia" in difesa dei cattolici
    di Vittorio Messori

    Sostengo da tempo che i cattolici, ridotti ormai a minoranza (almeno sul piano culturale) dovrebbero seguire l’esempio di un’altra minoranza, quella ebraica . Dovrebbero, cioè, creare anch’essi un’Anti Defamation League che intervenga sui media a ristabilire le verità storiche deformate, senza peraltro pretendere alcuna censura o privilegio , bensì soltanto la possibilità di rettifiche basate sui dati esatti e sui documenti autentici.

    Prendiamo, ad esempio, quei Càtari (Albigesi, in Francia) di moda anche perché hanno gran parte nel Codice da Vinci e che si vorrebbero rivalutare, dimenticando che erano seguaci di una cupa, feroce, sanguinosa setta di origine asiatica. Paul Sabatier - storico del Medio Evo e insospettabile in quanto pastore calvinista – ha scritto: <>. E un altro protestante, radicalmente anticattolico e celebre studioso delle crociate, l’americano Henry C. Lea: <>.

    Della campagna cattolica contro quei settari (appoggiati dai nobili del Midi francese non per motivi religiosi, ma perchè volevano mettere le mani sulle terre della Chiesa) è ricordato soprattutto l’assedio e la presa di Béziers, nel luglio del 1209. Vedo ora, su il Messaggero, che un divulgatore di storia come Roberto Gervaso non esita a dare per buona la replica di dom Arnaldo Amalrico, abate di Citeaux e “assistente spirituale “dei Crociati , ai baroni che gli chiedevano che cosa fare della città conquistata. La risposta è stata resa famosa dagli innumerevoli ripetitori: << Uccideteli tutti ! Dio riconoscerà i suoi >>. Ne seguì un massacro che, stando a Gervaso – seguace, anche qui, della vulgata corrente – avrebbe fatto fino a quarantamila morti . Il divulgatore è comunque in sorprendente compagnia : persino uno specialista vero del Medio Evo come Umberto Eco, ne Il nome della Rosa , accredita la frase terribile dell’abate e il numero spropositato delle vittime.

    Ebbene: si dà il caso che possediamo molte cronache contemporanee della caduta di Béziers , ma in nessuna di esse vi è traccia di quell ‘ “uccideteli tutti“. La realtà è che più di sessant’anni dopo, un monaco , Cesario di Heisterbach, che viveva in un’abbazia del Nord della Germania da cui mai si era mosso, scrisse un centone fantasioso conosciuto come Dialogus Miracolorum. Tra i “miracoli“ pensò di inventare anche questo: mentre i crociati facevano strage a Béziers (che fra’ Cesario neppure sapeva dove fosse) Dio aveva <> , permettendo a coloro che non erano càtari di sfuggire alla mattanza.

    Insomma, la frase attribuita a dom Arnaldo ha la stessa credibilità dell’ <> che sarebbe stato pronunciato fieramente da Galileo Galilei davanti ai suoi giudici e che fu invece inventato a Londra, nel 1757, quasi un secolo e mezzo dopo, da uno dei padri del giornalismo, Giuseppe Baretti.

    In realtà, a Béziers, in quel 1209 i cattolici volevano così poco una strage che inviarono ambasciatori agli assediati perchè si arrendessero, avendo salva la vita e i beni. Del resto, dopo una lunga tolleranza, il papa Innocenzo III si era deciso alla guerra solo quando i Càtari, l’anno prima, avevano assassinato il suo legato che proponeva un accordo e una pace. Erano falliti pure i tentativi pacifici di grandi santi come Bernardo e Domenico. Anche a Béziers, i Càtari replicarono con la violenza del loro fanatismo all’offerta di negoziare: tentarono, infatti, una sortita improvvisa ma, per loro sventura, i primi che incontrarono furono les Ribauds , i Ribaldi, il cui nome ha assunto il significato inquietante che sappiamo. Erano, infatti, compagnie di mercenari e di avventurieri dalla pessima fama. Questa masnada di irregolari, non solo respinse gli assalitori ma li inseguì sin dentro la città. Quando i comandanti cattolici accorsero con le truppe regolari, il massacro era già iniziato e non ci fu modo di fermare quei “ribaldi “ inferociti .

    Venti, addirittura quarantamila morti ? La strage ci fu, comprensibile con la mentalità di allora (lo storico vero non giudica il passato con le categorie del suo tempo) ed è spiegabile con l’esasperazione provocata dalla crudeltà dei càtari. Comunque, l’eccidio principale ebbe luogo tra coloro che si erano rifugiati nella chiesa della Maddalena, nella quale non potevano affollarsi più di mille persone. Béziers spopolata e diroccata? Non sembra proprio, visto che la città si organizzò poco dopo per ulteriori resistenze e occorse un nuovo assedio.

    Insomma: un episodio, tra mille altri, di manipolazione ideologica. Una “Lega anticalunnia“ non gioverebbe solo ai cattolici, ma a un giudizio equo e attendibile sul passato di un’Europa forgiata per tanti secoli anche dalla Chiesa.

    www.et-et.it/articoli2007/a07a31.htm






    “Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
    Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer
  • pcerini
    00 05/08/2008 00:15
    Gran bella risposta di Zambon,ahhhhhhhhh,come ci godo!

    [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]

    Porcaccia della miseriaccia nera,e' raro incontrarre accademici che scendono in campo contro certe stronzate di certi cattotalebani alla Messori (uno peggio di Tornielli.... [SM=x789052] [SM=x789052] )

    Comunque,a sostegno di quanto afferma Zambon,in merito ai catari oggi esiste della letteratura specializzata che fa parecchia luce sulla storia e sulla natura di questo movimento (definito eretico dalla Chiesa di allora).

    Per esempio,in questo link io avevo riportato alcuni appunti che criticavano sinteticamente la tesi di J.Dumont in merito ai catari (ossia,catari=bestie).

    cristianesimoprimitivo.forumfree.net/?t=19628671

    Questo deve essere proprio un bel testo:

    "Il catarismo medievale nel pensiero di Simone Weil"
    di Rossana De Angelis - 15/04/2007 ( da www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=10276 )


    Porcaccia della miseriaccia nera e boia, prima che escano allo scoperto certi accademici passano secoli e secoli...

    [SM=x789048] [SM=x789048] [SM=x789048]

    [Modificato da pcerini 05/08/2008 00:17]