00 05/08/2008 19:45
Nessun feto di 21 settimane può sopravvivere al di fuori dell'utero materno per più di qualche ora (giorno?). E la medicina in quei casi non può far nulla se non aumentare di qualche ora (giorno?) la sua dolorosissima agonia.

Tra l'altro vorrei ricordare che in medicina si parla in questi casi di feti nati vivi ma non vitali. Il primo termine serve ad annotare in che condizione è stato partorito dalla madre - ha quindi una rilevanza, per così dire, clinica - mentre il secondo serve per classificare la sua reale condizione fisica. Che purtroppo è inadatta a sopravvivere: non vitale.
I fondamentalisti queste cose non le sanno, di solito. E quei pochi che le sanno, le ignorano. Per loro, non c'è distinzione fra un cuore che batte e un essere formato che viene al mondo per trascorrervi una vita reale.
Invece per chi lavora con i neonati, e soprattutto per chi li ha messi al mondo con l'intenzione di amarli, questa differenza c'è ed è molto tangibile.

Se non altro, almeno quelli di 21 settimane sono casi in cui la natura decide per noi in tempi relativamente rapidi. Mi preoccupano molto più i feti di 23-24 settimane... che con le moderne tecniche possono essere salvati davvero. Non spesso, ma qualche volta qualche mostro ci prova e ci riesce. Condannandoli così a una parodia di vita, ricolma di sofferenze e disabilità spaventose.
[Modificato da Rainboy 11/08/2008 14:13]