00 05/09/2008 07:52
Papessa Giovanna


La papessa Giovanna è un ipotetico papa donna che avrebbe regnato sulla chiesa dall'853 all'855. È generalmente considerata dagli storici un mito o leggenda medioevale, probabilmente originato dalla satira anti papale, che ottenne un qualche grado di plausibilità a causa di certi elementi genuini contenuti nella storia.
Indice


Panoramica [modifica]

Secondo la narrazione, era una donna inglese, educata a Magonza e vestita in abiti maschili che, a causa della natura convincente del suo travestimento, divenne un monaco con il nome di Johannes Anglicus. Venne eletta dopo la morte di papa Leone IV (17 luglio 855) in un'epoca in cui l'investitura del papa avveniva in modo fortuito, prendendo il nome di Giovanni VIII.

La papessa era sessualmente promiscua e rimase incinta da uno dei suoi amanti. Durante la processione di Pasqua, nei pressi della basilica di San Clemente, la folla entusiasta si strinse attorno al cavallo che portava il pontefice. Il cavallo reagì, quasi provocando un incidente. Il trauma dell'esperienza portò "papa Giovanni" ad un travaglio prematuro.

Scopertone il segreto, la papessa Giovanna venne trascinata per i piedi da un cavallo, attraverso le strade di Roma, e lapidata a morte dalla folla inferocita. Venne sepolta nella strada dove la sua vera identità era stata svelata, tra San Giovanni in Laterano e San Pietro in Vaticano. Questa strada venne (apparentemente) evitata dalle successive processioni papali - anche se quando quest'ultimo dettaglio divenne parte della leggenda popolare, nel XIV secolo, il papato era ad Avignone, e non c'erano processioni papali a Roma.

Sempre secondo la leggenda, a Giovanna successe papa Benedetto III, che regnò per breve tempo, ma si assicurò che il suo predecessore venisse omesso dalle registrazioni storiche. Benedetto III si considera abbia regnato dall'855 al 7 aprile 858. Il nome papale che Giovanna assunse venne in seguito utilizzato da un altro papa Giovanni VIII (pontefice dal 14 dicembre 872 al 16 dicembre 882).
Rappresentazione satirica del rito
Rappresentazione satirica del rito

Parte essenziale della leggenda è un rito ovviamente mai svoltosi, ma fantasticato dal popolo e ripreso, con molto gusto, da autori protestanti del Cinquecento in chiave anti romana: si immaginò che ogni nuovo papa venisse sottoposto a un accurato esame intimo per assicurarsi che non fosse una donna travestita (o un eunuco). Questa verifica prevederebbe il sedersi su una sedia dotata di un foro. I diaconi più giovani presenti tastano quindi sotto la sedia per assicurarsi che il nuovo papa sia maschio.
« E allo scopo di dimostrare il suo valore, i suoi testicoli vengono tastati dai presenti più giovani, come testimonianza del suo sesso maschile. Quando questo viene determinato, la persona che li ha tastati urla a gran voce testiculos habet ("Ha i testicoli") E tutti gli ecclesiastici rispondono: Deo Gratias ("Sia lode a Dio"). Quindi procedono alla gioiosa consacrazione del papa eletto. »

(Felix Hamerlin, De nobilitate et Rusticate Dialogus (ca. 1490)[1])
« "Testiculos qui non habet Papa esse non posset" »

(Francesco Sorrentino, Prova di Virilità ([2])


Analisi [modifica]
La Papessa, ritratta su una carta dai Tarocchi Visconti-Sforza eseguiti da Bonifacio Bembo, ca. 1450, The Pierpont Morgan Library (inv. M. 630), New York.
La Papessa, ritratta su una carta dai Tarocchi Visconti-Sforza eseguiti da Bonifacio Bembo, ca. 1450, The Pierpont Morgan Library (inv. M. 630), New York.

Il primo a pubblicare la leggenda fu il cronista domenicano Giovanni di Metz negli anni 1240, ripreso dal collega Martino di Troppau pochi anni dopo.

Come per tutti gli altri miti in generale, esiste una parte di verità, abbellita da uno strato di finzione. Una sedia simile esiste; quando un papa prendeva possesso della sua cattedrale, San Giovanni in Laterano a Roma, si sedeva tradizionalmente su due sedie di porfido (la pietra degli imperatori, assimilata alla porpora), con la seduta aperta a ciambella. Il motivo di questi fori è oggetto di discussione, ma poiché entrambe le sedie sono più vecchie di secoli della storia della papessa Giovanna, essendo di età costantiniana, esse chiaramente non hanno niente a che fare con una verifica del sesso del papa. Si è ipotizzato che in origine fossero dei bidet romani o degli sgabelli imperiali per il parto che, a causa della loro età e origine imperiale, vennero usate dai papi, intenti a mettere in evidenza le loro pretese imperiali (come fecero anche con il loro titolo latino di Pontifex Maximus). Il D'Onofrio (cfr. bibliografia) spiega invece convincentemente che il rito aveva carattere essenzialmente religioso: la sedia da parto simboleggia la madre Chiesa che genera i suoi figli alla vita eterna. Una delle due sedie è attualmente esposta nella sala chiamata Gabinetto delle Maschere, nei Musei Vaticani.

Molti autori fanno poi confusione con una terza sedia, di marmo e non di porfido, priva di foro, ancor oggi visibile nel chiostro annesso alla basilica lateranense, che è quella detta propriamente sedia stercoraria. La Teologia portatile o Dizionario abbreviato della Religione Cristiana[3] di d'Holbach definisce irriverentemente (ed erroneamente) la sedia stercoraria come «sedia bucata su cui il pontefice appena eletto pone le sue sacre terga, affinché possa essere verificato il suo sesso, onde evitare l'inconveniente di una papessa». Nella Vita della papessa Giovanna, il Platina rammenta la sedia stercoraria in questi termini: «questa sedia è stata così predisposta affinché colui che è investito da un sì grande potere sappia che egli non è Dio, ma un uomo e pertanto è sottomesso alle necessità della natura».[4]

Il mito della papessa Giovanna fu screditato dagli studi di David Blondel, uno storico e pastore protestante della metà del Seicento. Blondel, attraverso un'analisi dettagliata delle affermazioni e delle tempistiche suggerite, argomentò che nessun evento di questo tipo poteva essere avvenuto. Tra le prove che discreditano la storia della papessa Giovanna troviamo:

* La processione papale di Pasqua non passava nella strada dove la presunta nascita sarebbe avvenuta.
* Non esiste alcun documento d'archivio su un tale evento.
* La "sedia dei testicoli", su cui i papi sederebbero per avere la propria mascolinità accertata, è di molto precedente all'epoca della papessa Giovanna e non ha niente a che fare con il requisito che ai papi vengano controllati i testicoli (come spiegato più sopra).
* papa Leone IV (santo) regnò dall'847 fino alla sua morte nell'855 (e papa Benedetto III gli succedette nel giro di settimane), rendendo impossibile che Giovanna abbia regnato dall'853 all'855.

Il momento della prima comparsa della storia coincide con la morte di Federico II, che era stato in conflitto con il papato. Gli storici concordano in generale che la storia della papessa Giovanna sia una satira anti papale ideata per collegarsi allo scontro del papato con il Sacro Romano Impero, facendo leva su tre paure cattoliche medioevali:

* un papa sessualmente attivo
* una donna in posizione di autorità dominante sugli uomini
* l'inganno portato nel cuore stesso della Chiesa.

Ciò che potrebbe aver preso avvio come satira da presentare nei carnevali di tutta Europa, finì comunque per essere una realtà accettata a tal punto che alla papessa Giovanna fanno riferimento personaggi come Guglielmo di Ockham. Ella compare anche in alcuni elenchi di Papi, principalmente nel Duomo di Siena, dove la sua immagine appare tra quella dei veri pontefici. La leggenda acquisì supporto dalla confusione sugli ordinali dati ai papi di nome Giovanni; siccome Giovanni è il nome di papa più usato, e alcuni Giovanni erano antipapi, ci fu confusione su quali numeri appartenessero a quali veri papa Giovanni. A causa di ciò l'elenco dei Papi non comprende un papa Giovanni XX.



-----------------------------------------

Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)