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Coppie di fatto, il DiDoRe divide il Pdl

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    snaplinx
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    00 18/09/2008 03:13
    Coppie di fatto, il DiDoRe divide il Pdl

    Il%20primo%20stop%20è%20arrivato%20da%20Gasparri
    Il primo stop è arrivato da Gasparri

    Che abbia o meno costi per lo Stato, ogni proposta di regolarizzazione delle unioni civili pare destinata a spaccare le maggioranze. Era accaduto al governo Prodi e ora tocca alla maggioranza di centrodestra. Pomo della discordia questa volta due ministri, il "laico" Renato Brunetta e il cattolico Gianfranco Rotondi e i loro 'Di.do.re', ovvero "diritti e doveri di reciprocità dei conviventi".

    Per ora su quello che saranno i Di.do.re si sa poco se non che dovrebbero essere a costo zero per lo Stato e che non dovrebbero prevedere welfare ma solo diritti individuali. Rassicurazioni che però non bastano alla Pdl, che, nel giro di poche ore, sul lavoro dei due ministri si spacca tra sostenitori e detrattori.

    Il primo altolà arriva dal presidente dei senatori della maggioranza, Maurizio Gasparri che categorico annuncia: "Sull'argomento non c'è spazio in questo Parlamento e in questa legislatura per iniziative che vadano in contrasto con la tutela della famiglia così come la Costituzione la descrive".

    Sulla stessa scia anche Lega Nord. Un richiamo al rispetto del programma non convince Rotondi, che non solo ricorda come "niente vieti che il Parlamento disciplini" le unioni civili "con un testo non ideologico e una maggioranza bipartisan", ma anzi a Gasparri consiglia "maggiore prudenza, perché alla presentazione del testo potrà stupirsi di registrare anche il suo consenso".

    Rotondi da cristiano che "non è cresciuto nell'Azione Cattolica" vorrebbe "produrre un testo di ispirazione cristiana", e , da buon democristiano come lui stesso ricorda, "abituato a mediare e unire" spera davvero di trovare una maggioranza pronta a sostenere il provvedimento.

    Sulla strada incontrerà di certo lo scoglio del governo di cui è parte, un governo che oggi si è espresso per bocca del sottosegretario Giovanardi: "Qui si tratta di aver più rispetto per il popolo italiano che ha dato ampio consenso ad un programma elettorale che parlava di famiglia fondata sul matrimonio, dopo due anni di strenua opposizione della Pdl alle proposte di dare rilievo giuridico alle unioni di fatto".

    Da parte sua l'opposizione, con il Partito Democratico, segue la strada della diplomazia, e con il ministro delle Pari opportunità del governo ombra Vittoria Franco si dice pronto al confronto "al di là delle appartenenze politiche e ideologiche" sulla proposta. Proposta che però, è l'attacco di Livia Turco, per ora non c'è, ed è malamente sostituita da "un annuncio" e una "suggestione". "Se ci si limita a garantire l'assistenza dei malati - sostiene l'ex ministro - non c'è bisogno di ricorrere ad una legge. Il mio invito è che depositino una proposta di legge. Poi discuteremo".

    Decisamente scettica sui Di.do.re la sinistra extra-parlamentare che con Manuela Palermi (Pdci) accusa i ministri di aver avanzato "una proposta penosa" che "assegna tutele minime, nei fatti già accettate dal senso comune", mentre è tranchant il giudizio sull'esecutivo dall'Italia dei Valori. "Vogliamo prima leggere - sentenzia Fabio Evangelisti, vicepresidente vicario dei deputati Idv - perché non ci fidiamo di questo Governo e nemmeno dei singoli esponenti".

     http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=86020






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    snaplinx
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    Eccolo qui il Partito Trasversale Cattolico di nuovo in action.
    La gobba vaticana sempre si manifesta quando serve.
    Al di là del Tevere ordinano e al di qua obbediscono.







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  • pcerini
    00 19/09/2008 10:09
    Hai ragione,caro snaplinx, quello che mi lascia interdetto e' questa affermazione di Gasparri: "Sull'argomento non c'è spazio in questo Parlamento e in questa legislatura per iniziative che vadano in contrasto con la tutela della famiglia così come la Costituzione la descrive".

    Non mi risulta che la tutela della famiglia (non so se prevista dalla Costituzione o meno) significhi automaticamente la negazione del riconoscimento di diritti di altro tipo,a meno che non parlasse di welfare e altro ancora.