APOCALISSE Controinformazione su Chiesa e Cattolicesimo

La truffa legalizzata delle menzogne spacciate per verità dogmatiche

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    00 04/10/2008 23:36
    «I dogmi sono costrizioni imposte all’intelligenza da un’autorità che si è arrogata la gestione delle “verità di fede”»
    André Frossard (1990)

    Il potere governativo fin dalla sua remota instaurazione ha inevitabilmente dovuto rassegnarsi a concedere la licenza di mentire impunemente ai gestori della religione per potersi garantire il mantenimento del predominio sulle masse popolari.

    Ciò è stato ben documentato da Turcotti (1880) come segue: «…La storia di Dio è il più alto sproposito che abbia immaginato l’uomo. I Vangeli e i libri biblici espongono verità relative umane e non divine, errori umani e non divini. La vera storia di Dio non esiste perché impossibile. Dio non ha una sua storia propria. I profeti o piuttosto i preti che la narrano, se non pazzi da catena, furono uomini politici, appassionati e quindi fallibili. Essi abusarono del nome di un Dio sempre ignoto ed inesplicabile. Ne inventarono diversi e […] crearono la volontà di Dio, applicandola ed imponendola sopra le cose umane con grave pregiudizio della vera storia.

    […]. La cosiddetta storia sacra è una confusione di idee e di fatti umani, di contraddizioni, di favole, di visioni, di sogni, una mistura inestricabile di parole e frasi poetiche, più spesso mistiche ed oscure, che hanno cambiato e cambiano significato […]secondo l’umore, il capriccio o il genio degli scrittori e dei lettori che l’interpretano quasi sempre secondo le circostanze dell’epoca, dell’anno e del giorno in cui vivono.

    Insomma l’intera Bibbia è[…] una raccolta confusissima di cognizioni storiche, favolose, dubbie, improbabili, di assurdità e di sciocchezze tali, come ormai quasi tutti i moralisti saggi e gli studiosi di antichità specialmente sacre o religiose sono costretti a confessare, che lo studio profondo dei libri biblici dell’antico e del nuovo Testamento è un vero perditempo ed un fuorviare dalla storia dei fatti umani e naturali, la quale è la vera e la sola storia possibile e veramente utile alle società umane e civili di questo mondo. […].

    Ogni uomo può parlare o affermare che egli parla in nome del proprio Dio. Ma ciò facendo o dicendo egli mente oppure ingannato inganna […]. L’intolleranza religiosa dei clericali i quali pretendono di imporre i loro dogmi, le loro definizioni, il Sillabo e i decreti del Concilio Vaticano non dovrebbe essere lecito farla passare nell’insegnamento pubblico […] sotto il nome di libertà.

    La libertà non impone equivoci cattolici di una chiesa che non fu mai cattolica [=universale], perché una chiesa universale è impossibile, la libertà non impone per certo dogmi religiosi […]. La libertà legale vuole che tutte le chiese siano sottomesse alle leggi dello Stato,altrimenti ogni chiesa (e specialmente la più privilegiata) sarebbe uno Stato nello Stato [si pensi che la Chiesa Cattolica è l’unica che ha preteso e continua a pretendere di essere uno Stato!]. Ogni privilegio è sempre un limite alla libertà ed eguaglianza civile. […].

    Affinché la forza morale e fisica della nazione rimanga integra e disponibile […] è necessario che non sia divisa e tanto meno ceduta in grandi proporzioni ad una Chiesa che affetta, se non pretende, di avere diritti superiori a quelli dello Stato. […].

    (Continua)

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    [Modificato da kelly70 04/10/2008 23:37]



    La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
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    00 04/10/2008 23:53

    Gesù, sia come galileo o giudeo sia come straniero o figlio dell’uomo misterioso, doveva rispettare le leggi del paese in cui si trovava. Tanto più nella qualità di discendente della regale e chiarissima stirpe di Davide e di Salomone, i cui discendenti per causa della pluralità delle mogli saranno stati numerosissimi. A chi spettasse il trono d’Israele per diritto divino e più ancora per diritto umano era una questione troppo profondamente politica e per se stessa irrisolvibile ed inestricabile. E non poteva essere sciolta fuorché con la forza o fisica delle armi o morale per plebiscito ed impeto di popolo e per acclamazione […].

    Gesù si attenne a questo secondo mezzo o tentativo politico-morale. Egli non possedeva alcuna legione di soldati e nemmeno di angeli. Ad ogni modo le leggi vigenti nella Palestina erano quelle dei romani e del sacerdozio giudaico. E, contro queste leggi con la sua mistica condotta, egli si fece proclamare Messia, Re d’Israele, figlio di Davide. Come pretendente al regno d’Israele nella Giudea, in Galilea e in tutta la Palestina, Gesù dovette per necessità cospirare e predisporre gli animi per farsi accettare non solo dalla plebe, ma anche dai maggiorenti del paese. Ed è ciò che non ha tralasciato di fare.

    I suoi progetti politici furono resi manifesti e chiariti dalle sue stesse azioni e non soltanto dalle parole e dai suoi discorsi. Spesse volte parlava di se stesso e del regno di suo padre, dal quale si diceva mandato per la salvezza e la redenzione di tutti. […]. Le tradizioni, scritte o verbali, che ricordano i cristiani supposti martiri dei primi due o tre secoli, non sono storie vere, ma leggende favolose, strane, fantastiche e senza base veramente storica. Sono ordinariamente un impasto di errori, pregiudizi, superstizioni e soprattutto di assurdità ridicole a cui si è dato il nome di miracoli.

    La chiesa romana dei papi ha fatto di Pietro e Paolo due martiri! Ma la vera storia civile e ragionevole dell’umanità dice che ciò non è possibile. Paolo se non andò in Spagna, morì a Roma per causa di malattia ordinaria. Che sia stato condannato a morte sotto Nerone è un pie creditur dei fanatici […].

    Le prime immagini di Gesù, di Pietro e di Paolo, cioè le più antiche che si sono scoperte sono tutte posteriori al IV o V secolo, quando era al colmo il fanatismo per i dogmi. La ragione è evidente. I cristiani dei primi secoli […] erano costretti a vivere in mezzo e frammischiati con gli idolatri greci e romani dai quali vollero distinguersi adottando il segno della croce, unico segno esterno che nei primi tre secoli distinguesse il loro culto da tutti gli altri.

    Le immagini sacre e l’idolatria mascherata sotto il nome di sacramenti, battesimi, sacre cene, confessioni, ecc. furono a poco a poco introdotte nel cristianesimo senza alcun dubbio dopo il II secolo e quando i cristiani già numerosi seppero e vollero […] dimostrare al mondo la loro potenza morale e soprattutto l’influenza massima che essi esercitavano sull’ordine pubblico. Allora dopo il IV o il V secolo l’antica idolatria pagana degenerata in abuso fino alla pubblica corruzione, si trasformò,riformandosi con l’appoggio e l’opera dei barbari, cominciando con il culto delle reliquie dei martiri e dei Santi confessori, coi sacramenti e le sacre cerimonie, e compiendo la rivoluzione religiosa col trionfo dei dogmi, idolatria dei sacramenti e delle sacre cerimonie, idolatria del campanile, dell’altare, del pulpito e del confessionale; e l’idolatria dei precetti della Chiesa e dei sacramenti. Le quali idolatrie non possono stare e vivere senza abusi, cioè senza violare gli articoli 626 e seguentidel codice penale […].

    Gesù con la pratica della sua politica moralissima ha dimostrato che con la sola forza morale, accompagnata da quella di un equivoca divinità, immaginata come residente tra le nubi del cielo o come una voce ispiratrice di Dio, voce interna o uscita da un roveto ardente, o udita parlare in alto, ma non assistita da una forza materiale rispettabile, ha provato col fatto della sua politica divina, che senza forza fisica e morale non si fonda, né si mantiene alcun Stato.

    Più tardi nel medioevo e dopo, fino ad oggi, la Chiesa dei Papi ha con i suoi fatti e col suo esempio dimostrato che non può ordinarsi e mantenersi ordinata senza l’aiuto o la connivenza di bracci secolari; e che la sua forza morale anziché sostenere i governi civili a cui dice di voler giovare col suo intervento, li avvilisce, li corrompe, li fa cadere, crollare o peggiorare lentamente fino alla loro estinzione e rovina completa. […].

    Ma ragionare non si può, quando vi sono dogmi ed impostori di mezzo abbastanza furbi, fanatici e prepotenti per farli valere con le menzogne e con l’abuso della cieca fede e della speranza in una vita futura illudente ed illusoria.

    (continua)


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    00 05/10/2008 09:32
    Mettiamo la risposta che da Andre Frossard a tale affermazione che riprende dai giovani e dagli studenti che ha incontrato?



    «I dogmi sono costrizioni imposte all’intelligenza da un’autorità che si è arrogata la gestione delle “verità di fede”....

    ...e le definisce a suo modo con termini quasi incomprensibili o con un linguaggio che da secoli nessuno parla più.

    ....

    ...TUTTAVIA, è difficile immaginare una Chiesa priva di articoli di fede.

    I dogmi non impongono all'intelligenza limiti oltre i quali le sarebbe proibito avventurarsi, ma, all'opposto di quanto si sostiene, la trascinano oltre le frontiere del visibile; non sono i muri, sono LE FINESTRE della nostra prigione.
    ...

    Gli articoli su cui si fonda la fede cristiana, che non sono intuizioni filosofiche, non sono suscettibili di revisioni, nè di emendamenti; del resto, non si vede in che modo, con l'aiuto di qualche nuovo vocabolario, si potrebbe dire diversamente che "Gesù Cristo è il Figlio di Dio".

    ...

    I dogmi cristiani, riducibili tutti a uno solo, cioè all'incarnazione di Gesù Cristo "Figlio del Dio vivente", non sono affatto incompatibili con la libertà. E' VERO IL CONTRARIO. E' Dio, e lui solo, che può salvarci dal determinismo, e L'ATTO DI FEDE E' L'ATTO PIU' LIBERO CHE L'ESSERE UMANO POSSA COMPIERE, poichè niente lo obbliga.
    Le verità di fede non sono direttive emanate da un'autorità superiore, SONO MESSAGGI DELL'AMORE INFINITO, IN CUI E' RACCHIUSA OGNI POSSIBILE SPERANZA.
    ...

    La prima cosa da fare è accoglierli come altrettante promesse, l'ultima è quella di strapparli.

    Infine, ogni dogma è la presentazione teologica di un mistero, e il mistero è il nutrimento naturale dell'intelligenza: la scienza sessa passa da un mistero all'altro, alla ricerca della ragion d'essere delle cose, a cui si avvicina sempre e che non raggiunge mai. Questa attrazione fa si che il mistero non sia solo un enigma da decifrare, ma UNA SORGENTE DI VITA SPIRITUALE. (Andrè Frossard, Dio e le domande dell'uomo, pag.31-34)
    [Modificato da MauriF 05/10/2008 09:32]



    -----------------------------------------

    Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
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    MauriF
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    00 05/10/2008 09:45
    Re:



    Gesù si attenne a questo secondo mezzo o tentativo politico-morale. Egli non possedeva alcuna legione di soldati e nemmeno di angeli. Ad ogni modo le leggi vigenti nella Palestina erano quelle dei romani e del sacerdozio giudaico. E, contro queste leggi con la sua mistica condotta, egli si fece proclamare Messia, Re d’Israele, figlio di Davide. Come pretendente al regno d’Israele nella Giudea, in Galilea e in tutta la Palestina, Gesù dovette per necessità cospirare e predisporre gli animi per farsi accettare non solo dalla plebe, ma anche dai maggiorenti del paese. Ed è ciò che non ha tralasciato di fare.




    Strappiamo questo pseudo-ragionamento dalla radice così lo buttiamo via senza perdere ulteriore tempo.



    Lo storico romano Tacito (55-120 circa d.C.) spiega nei suoi Annali da dove deriva il nome di "cristiani":

    "Questo nome deriva da Cristo, che il procuratore Ponzio Pilato sotto l'impero di Tiberio aveva condannato a morte. Ma, repressa per il momento, l'esiziale superstizione erompeva di nuovo, non solo per la Giudea, origine di quel male, ma anche per l'Urbe, ove da ogni parte confluiscono e sono esaltate tutte le cose atroci e vergognose" (annali 15,4)

    Gli scritti rabbinici polemizzano in diversi modi contro i cristiani; tuttavia i riferimenti concreti alla vita di Gesù sono molto rari. Il Talmud presenta solo un testo, che parla del processo di Gesù:


    "La vigilia della festa di Pasqua fu appeso Gesù". Quaranta giorni prima l'araldo aveva rivolto il suo appello: "Costui viene condotto alla lapidazione, perchè ha esercitato la magia e ha sedotto Israele facendone un rinnegato. Chi ha da dire qualcosa in sua difesa si presenti e parli". Ma poichè nulla fu deposto in sua difesa, fu appeso alla vigilia della festa di Pasqua.



    Relativamente alla condanna a morte di Gesù si fa riferimento agli unici due casi nei quali era prevista la crocifissione:
    a) Omicidio plurimo e strage.
    b) Insubordinazione nei confronti di Cesare.

    Escluso il punto "A" perchè non risulta fra le accuse elencate dal Talmud, il cerchio si restringe.
    Gesù è stato condannato a morte, civilmente, per insubordinazione.

    Perchè si è detto Re, suggeriscono i Vangeli stessi e questo suggerimento è valido sia guardando alla condanna religiosa che a quella civile.

    Ma Gesù non parlava di un regno di questo mondo...e questo lo si può dire guardando alla condanna religiosa che parla di due motivazioni:
    1) Ha praticato la magia. Che, anche nei Vangeli, è l'accusa che gli viene fatta guardando ai suoi miracoli.
    2) Ha sedotto Israele facendone un rinnegato. Ha introdotto qualche dottrina per la quale una grossa parte di Israele l'ha seguito...
    Ma non si parla di autoproclamazione di Gesù come Re politico, non se ne fa accenno.

    Indipercui le pseudo-ipotesi del 3d sono assolutamente CAMPATE PER ARIA.

    Sono state fatte tre ricerche del Gesù "storico"...sarebbe meglio fare riferimento alle stesse.
    Si farebbero figure meno barbine...

    Ciao
    Mauri.




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    Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
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    00 05/10/2008 14:18
    Re:
    MauriF, 05/10/2008 9.32:

    Mettiamo la risposta che da Andre Frossard a tale affermazione che riprende dai giovani e dagli studenti che ha incontrato?



    «I dogmi sono costrizioni imposte all’intelligenza da un’autorità che si è arrogata la gestione delle “verità di fede”....

    ...e le definisce a suo modo con termini quasi incomprensibili o con un linguaggio che da secoli nessuno parla più.

    ....

    ...TUTTAVIA, è difficile immaginare una Chiesa priva di articoli di fede.

    I dogmi non impongono all'intelligenza limiti oltre i quali le sarebbe proibito avventurarsi, ma, all'opposto di quanto si sostiene, la trascinano oltre le frontiere del visibile; non sono i muri, sono LE FINESTRE della nostra prigione.
    ...

    Gli articoli su cui si fonda la fede cristiana, che non sono intuizioni filosofiche, non sono suscettibili di revisioni, nè di emendamenti; del resto, non si vede in che modo, con l'aiuto di qualche nuovo vocabolario, si potrebbe dire diversamente che "Gesù Cristo è il Figlio di Dio".

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    I dogmi cristiani, riducibili tutti a uno solo, cioè all'incarnazione di Gesù Cristo "Figlio del Dio vivente", non sono affatto incompatibili con la libertà. E' VERO IL CONTRARIO. E' Dio, e lui solo, che può salvarci dal determinismo, e L'ATTO DI FEDE E' L'ATTO PIU' LIBERO CHE L'ESSERE UMANO POSSA COMPIERE, poichè niente lo obbliga.
    Le verità di fede non sono direttive emanate da un'autorità superiore, SONO MESSAGGI DELL'AMORE INFINITO, IN CUI E' RACCHIUSA OGNI POSSIBILE SPERANZA.
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    La prima cosa da fare è accoglierli come altrettante promesse, l'ultima è quella di strapparli.

    Infine, ogni dogma è la presentazione teologica di un mistero, e il mistero è il nutrimento naturale dell'intelligenza: la scienza sessa passa da un mistero all'altro, alla ricerca della ragion d'essere delle cose, a cui si avvicina sempre e che non raggiunge mai. Questa attrazione fa si che il mistero non sia solo un enigma da decifrare, ma UNA SORGENTE DI VITA SPIRITUALE. (Andrè Frossard, Dio e le domande dell'uomo, pag.31-34)




    E a questo punto cosa prevederebbe il copione?
    Che noi spalanchiamo gli occhi e diciamo: ohhhhhhhhhhhhhhhhh, ma è vero!!!!! Tutto questo mucchio di sciocchezze E' VERO!!!!!!!!!!!!!

    Noi amiamo il mistero, la nostra intellingenza si nutre dei misteri insondabili che ci propina la Chiesa e che ci fanno diventare tanti bravi cattolici che credono alle favole...i misteri senza spiegazione poi...ah, quelli sono i nostri preferiti, ci fanno aguzzare l'ingegno che la Chiesa tanto ci tiene a stimolare...

    Le verità di fede poi le adoriamo letteralmente, sapere che Dio ci ama così tanto da donarci delle favolose verità talmente inverosimili da essere insondabili per la ragione che lui stesso ci ha dato, ci riempie di gioia e dà un senso alla nostra vita...

    Che aspettiamo a convertirci tutti quanti???? [SM=x789053]

    W I MISTERI DELLA FEDE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!



    [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051]
    [Modificato da kelly70 05/10/2008 14:19]



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  • pcerini
    00 05/10/2008 15:45
    Re:
    MauriF, 05/10/2008 9.32:

    Mettiamo la risposta che da Andre Frossard a tale affermazione che riprende dai giovani e dagli studenti che ha incontrato?



    «I dogmi sono costrizioni imposte all’intelligenza da un’autorità che si è arrogata la gestione delle “verità di fede”....

    ...e le definisce a suo modo con termini quasi incomprensibili o con un linguaggio che da secoli nessuno parla più.

    ....

    ...TUTTAVIA, è difficile immaginare una Chiesa priva di articoli di fede.

    I dogmi non impongono all'intelligenza limiti oltre i quali le sarebbe proibito avventurarsi, ma, all'opposto di quanto si sostiene, la trascinano oltre le frontiere del visibile; non sono i muri, sono LE FINESTRE della nostra prigione.
    ...

    Gli articoli su cui si fonda la fede cristiana, che non sono intuizioni filosofiche, non sono suscettibili di revisioni, nè di emendamenti; del resto, non si vede in che modo, con l'aiuto di qualche nuovo vocabolario, si potrebbe dire diversamente che "Gesù Cristo è il Figlio di Dio".

    ...

    I dogmi cristiani, riducibili tutti a uno solo, cioè all'incarnazione di Gesù Cristo "Figlio del Dio vivente", non sono affatto incompatibili con la libertà. E' VERO IL CONTRARIO. E' Dio, e lui solo, che può salvarci dal determinismo, e L'ATTO DI FEDE E' L'ATTO PIU' LIBERO CHE L'ESSERE UMANO POSSA COMPIERE, poichè niente lo obbliga.
    Le verità di fede non sono direttive emanate da un'autorità superiore, SONO MESSAGGI DELL'AMORE INFINITO, IN CUI E' RACCHIUSA OGNI POSSIBILE SPERANZA.
    ...

    La prima cosa da fare è accoglierli come altrettante promesse, l'ultima è quella di strapparli.

    Infine, ogni dogma è la presentazione teologica di un mistero, e il mistero è il nutrimento naturale dell'intelligenza: la scienza sessa passa da un mistero all'altro, alla ricerca della ragion d'essere delle cose, a cui si avvicina sempre e che non raggiunge mai. Questa attrazione fa si che il mistero non sia solo un enigma da decifrare, ma UNA SORGENTE DI VITA SPIRITUALE. (Andrè Frossard, Dio e le domande dell'uomo, pag.31-34)




    Mai lette cosi' tante farneticazioni e mistificazioni concettuali e linguistiche tutte in una volta,MauriF,vatti a farti una bella cura se dai retta a simili farneticazioni,
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    kelly70
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    00 08/10/2008 19:13
    Gesù fu divinizzato più tardi nel II e III secolo del cristianesimo e fu proclamato persona divina, cioè la seconda della Trinità nel secolo IV, quando l’idea indiana della Trinità stessa e del Je-zeus Chrisna già era stata propagata e confusa insieme con l’idea del Divino Messia, redentore o liberatore sempre desiderato dagli israeliti ed aspettato quando si trovavano vinti dai loro stessi nemici ridotti in servitù sotto il gioco dei barbari. Tutte le nazioni cadute fanno altrettanto.

    Perciò troviamo il Messia temporale della Palestina nel IV secolo già spiritualizzato e diventato la seconda persona della trinità indiana, cioè di quella Trinità impossibile ed assurda che fu sostituita al Jeuhoa di Mosè. E ciò avvenne per opera specialmente dei padri e dottori della Chiesa più antichi […] i quali disputavano fra loro col massimo ardore, scavalcandosi a vicenda con gli intrighi politici e con la propaganda religiosa- popolare per occupare i primi posti e le prime cariche nelle diverse chiese della cristianità e ciò con l’appoggio non solo morale e civile delle leggi romane, ma anche con quello materiale, prima delle masse popolari e poi degli imperatori, già fatti despoti e padroni con l’appoggio dei vescovi che avevano la libertà illimitata di formulare, discutere e decretare in concili ecumenici, ove intervenivano centinaia di vescovi e dottori, le cui decisioni potevano poi essere [emesse] come vere leggi della Chiesa pubblicate e propagate in tutte le province del romano impero […] e dovunque con la loro influenza religioso-politica potevano far rispettare e venerare con culto idolatrico esteriore i loro dogmi più strani, ridicoli, incomprensibili ed assurdi […] spinti dall’influenza e dal fanatismo religioso-politico, per opera specialmente di Atanasio (295-373 d. C.) [(1)] contro Ario, si lasciarono indurre e trascinare all’errore di formulare proposizioni e stabilire dogmi intorno all’ideale della divinità incomprensibile ed ignota, la quale non può essere determinata, né circoscritta, né definita senza cadere nell’assurdo, senza violentare le coscienze e produrre, come fu prodotto, l’enorme errore ecclesiastico-religioso e politico ad un tempo, di organizzare diversi concili, fra i quali il concilio ecumenico di Nicea e di Costantinopoli, nei quali furono condannate le dottrine moderatissime più liberali e meno intolleranti […] intorno alla divinità di Gesù Cristo […].

    Questo fu il gran fatto, che lentamente condusse il cristianesimo sotto l’impero teologico-dogmatico-religioso-morale, cioè sotto il dominio della Chiesa Romana poi Vaticana. La quale dopo l’avvilimento delle chiese greche e asiatiche cadute sotto l’impero dei saraceni, maomettani, ottomani, turchi, ecc. divenne intollerantissima d’ogni vera libertà di coscienza e soprattutto della necessità di indipendenza della filosofia che è la scienza sovranamente e per se stessa libera, scienza che non sarebbe né potrebbe essere filosofia vera se fosse quella determinata da una chiesa qualsiasi, e tanto meno quella tutta teologica di un solo santo padre come, per esempio, di un san Tommaso o di un Papa qualsiasi con pretese all’infallibilità. […].

    La religione esalta, insuperbisce e nel tempo stesso accieca, avvilisce e deprime; sull’altare un prete vice-Dio con ricchi e dorati paludamenti da un lato e dall’altro ai suoi piedi pochi stupidi cenciosi, che rappresentano il popolo illuso, destinato al paradiso o all’inferno! Ecco la conclusione di una religione! […]. Dopo la morte, in verità, non c’è più vita e non si risuscita; lo spirito senza vita è impossibile, com’è impossibile la vita senza corpo organico. […].
     
    Leggendo i Vangeli è curioso vedere come i sacerdoti e i farisei credenti nel Dio d’Abramo temessero una resurrezione fittizia di Gesù, mentre Pilato, del tutto incredulo, rideva delle precedenti miracolose resurrezioni come quella di Lazzaro, il quale non era morto [infatti, era stato colpito da un episodio di “letragia” (frequentissima nella Palestina di quell’epoca)] né era stato sepolto, e quella del figlio della vedova di Naim, il quale o aveva fatto il morto per poche ore o era stato curato con l’oppio, d’accordo con i suoi parenti. […]. Non è presumibile che Gesù abbia creduto nella resurrezione dei corpi […] perché impossibile o assurda e contraria ai fatti più evidenti della natura. […].

    Quando disse: nisi quis renatus fuerit denuo non potest videre regnum Dei; oppure nisi quis renatus fuerit ex aqua et spiritu sancto non potest introire in regnum Dei (Giov. III, 3-6), alludeva sempre ad una resurrezione morale, ad una vita politica nuova e laboriosa; alludeva ad un nuovo Regno messianico, che per voto generale e per impeto di popolo, poteva e doveva secondo lui sostituirsi a quello dei romani e dei loro alleati, i principi dei sacerdoti. Ed in conclusione, per dirla schiettamente, Gesù voleva una vita nuova più attivamente politica e più vigorosa, voleva non già una materiale resurrezione, ma una generale insurrezione, alla quale dovevano prendere parte tutte le dodici tribù d’Israele e tutti gli arabi e i popoli nomadi concertati insieme e prorompenti contro il governo degli stranieri, greci o romani che fossero. […].

    Gesù dunque voleva in politica ciò che i romani, il sacerdozio giudaico e gli erodiani temevano maggiormente. Lo scopo dell’entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme, la proclamazione del nuovo Regno d’Israele, era più che manifesto; più che religioso, era profondamente politico. […].
    [Modificato da kelly70 08/10/2008 20:16]



    La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
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    00 14/10/2008 18:30
    I Cristiani del IV e V secolo […]erano fanatici per i loro dogmi. Ora ogni dogma è come una mola asinaria attaccata al collo del povero credente, dal peso della quale è poi costretto a rimanere incatenato e schiavo su questa terra nella vana speranza di trovarsi padrone e libero in un altro mondo illusorio e poetico fondato sull’ipotesi o sulla fede mal definita dell’ignoto. […].

    L’idea di un padre, collocato in cielo nell’ariao nel vuoto, è cosa naturale ed umana. Ma purtroppo intervennero e si posero di mezzo i teologi, i dottori, i preti, i monaci e finalmente i vescovi, i concili ed i papi stessi, i quali in nome di Dio, di angeli o di spiriti, che non parlano e non hanno mai parlato, sotto pretesto e allo scopo di ottenere l’unità di fede, di religione, di culto o di Chiesa, formularono proposizioni e stabilirono dogmi che sono assurdi ed impossibili, quando non sono scherzi o buffonerie che non oltrepassano il ridicolo.

    In sostanza il dogma trasportava l’ideale, le bramosie e la volontà dei credenti da questo mondo ad un altro mondo indeterminato, cioè nell’ignoto. Determinare per ipotesi ciò che vi era o vi poteva essere nell’ignoto era l’argomento o il grande affare di tutti i giorni.

    L’affarismo dogmatico dei dirigenti vescovi e monaci e dei loro principali aderenti in tutte le vastissime province dell’impero,
    ma soprattutto in Oriente, fu talmente tanto e così disputato, che il pubblico e il governo stesso vi perdettero la bussola ed il buon senso pratico e civile. […] l’affarismo dogmatico fu tale che alla
    fine gli accecati credenti, abituati alla triste situazione, trascurarono gli interessi maggiori e, patteggiando, cedettero i beni reali di questo mondo […] in cambio di quelli inesplicabili ed illusori di un altro mondo avvenire sempre ignoto e perciò non determinato né determinabile senza l’impostura di preti, frati e religiosi […].

    Da diciotto secoli che si studia e si medita sull’argomento obbligato: La vita di Gesù. Gli studiosi di essa furono molti nei secoli trascorsi ed anche nel presente e corrente secolo di progresso non sono pochi. Ma quanti e quali non hanno confuso con la
    storia vera i propri sogni […]? In tanta abbondanza di miti poetici, favole, leggende, ma soprattutto di sogni e visionarie confessioni come è possibile scoprire e salvare la verità storica? La vita di
    Gesù, come appare e ci viene narrata nei libri evangelici, è tutta piena di visionarie allucinazioni, di progetti e di sogni politici.

    Tutto ciò che opera il figlio dell’uomo non si sa bene se sia per mandato del suo genitore, un principe di questa terra, o non piuttosto di un immaginario padre comune, cioè il padre nostro che è nei cieli. Si compiaceva di farsi, o lasciarsi, chiamare e supplicare: Je-zeus (figlio di Dio) fili David miserere mei. Figlio di Davide era il titolo che davano i giudei e tutti gli israeliti al futuro Messia di cui parlavano misticamente ogni giorno. […].

    E Gesù stesso non fece nel deserto i più bei sogni della vita, mentre viaggiando quaranta giorni almeno e chi sa quante volte
    nella sua vita giovanile fra i 16 ed i 30 anni, vita piena di avventurosi accidenti […], sostenuto da scarso e misurato cibo, mentre meditando sognava l’unità politica del regno d’Israele e delle dodici tribù?

    E così non fu forse egli stesso tentato dal demonio della propria ambizione? Senza ambizioni non si fanno seri progetti; non si cospira politicamente e non si va alla conquista di un regno, né si prepara e tanto meno si compie l’eccesso di un’entrata trionfante in una vasta città capitale. Ma se i fatti realmente accaduti sono il primo elemento della vera storia […], i sogni appartengono alla
    favola o alla leggendaria finzione o a quelle chimere d’oltre tomba con le quali sotto specie di pietà e di religione si inganna impunemente il pubblico e il povero popolo, violando, con l’aiuto e la
    connivenza degli stessi ingannati o fuorviati, l’art. 626 del codice penale, con cui la legge intende prevenire e proibire le truffe ed altri consimili delitti ed imposture, che sono la vera peste delle
    società civili, delle umane famiglie e della stessa politica di buona fede. […].

    È falso che un ente spirituale detto anima vivifichi il corpo ed è falso che il corpo organico degli animali sia vivificato
    da un ente anima sinonimo di spirito. Dunque i teologi vadano in Seminario ad insegnare teologia sotto la direzione del proprio vescovo e non vengano mai più nelle scuole pubbliche a falsificare o a
    sviare la storia naturale […]. Del resto, non è vero che l’uomo è stato creato ad immagine e similitudine di Dio, ma è bensì Dio che è stato immaginato o creato dall’uomo a sua propria immagine. La storia dell’umanità lo dimostra chiaramente. […]. Gesù […] lascia credere e supporre che il suo padre celeste invocato con la preghiera possa, e pieno di misericordia, voglia perdonare i peccati, rimettere i debiti o insomma immischiarsi negli affari privati e pubblici, morali e politici dell’umanità […] ma almeno non lo fa simile all’uomo, né l’uomo simile a Dio. […].

    L’anima, come la vita di cui è sinonimo, è uno dei più notevoli e stupendi modi di essere dei corpi organici viventi […]. Ma se l’individuo cessa di vivere quando muore e se il suo cadavere non è più vivificato o animato, non si può dire che la sua anima o vita sia stata da Dio creata immortale. Tutti gli individui che ora vivono sono mortali; furono mortali i già morti e dunque potrà essere
    immortale la loro anima, la loro vita? Che è mai l’anima separata dal corpo? […]. Una vita o anima separata dal proprio organismo è impossibile, od un assurdo come lo spirito senza vita. […].

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    La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
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    00 14/10/2008 19:18
    pcerini, 05/10/2008 15.45:




    Mai lette cosi' tante farneticazioni e mistificazioni concettuali e linguistiche tutte in una volta,MauriF,vatti a farti una bella cura se dai retta a simili farneticazioni,




    Paolo te lo dico io in parole semplici senza mistificazioni lingustiche , il post di Kelly per me sono tutte cavolate , nessuno impone dogmi sono tutte frutto della fantasia di atei e agnstici che credono fermamente che il credente vuole imporre qualcosa .



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    Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
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    00 14/10/2008 19:34
    Re:
    Jon Konneri, 14.10.2008 19:18:




    Paolo te lo dico io in parole semplici senza mistificazioni lingustiche , il post di Kelly per me sono tutte cavolate , nessuno impone dogmi sono tutte frutto della fantasia di atei e agnstici che credono fermamente che il credente vuole imporre qualcosa .



    Questa le batte tutte.

    Ma porcamiseria ci pensate almeno un attimo alle CAZZATE che sparate, tu e Mauri?

    Noi crederemmo, CREDEREMMO (!!!!) che i credenti vogliano imporre?

    Ma porcavacca almeno un minimo di storia l' hai mai studiata?

    Ciao
    Claudio






    “Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
    Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer
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