00 05/10/2008 09:32
Mettiamo la risposta che da Andre Frossard a tale affermazione che riprende dai giovani e dagli studenti che ha incontrato?



«I dogmi sono costrizioni imposte all’intelligenza da un’autorità che si è arrogata la gestione delle “verità di fede”....

...e le definisce a suo modo con termini quasi incomprensibili o con un linguaggio che da secoli nessuno parla più.

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...TUTTAVIA, è difficile immaginare una Chiesa priva di articoli di fede.

I dogmi non impongono all'intelligenza limiti oltre i quali le sarebbe proibito avventurarsi, ma, all'opposto di quanto si sostiene, la trascinano oltre le frontiere del visibile; non sono i muri, sono LE FINESTRE della nostra prigione.
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Gli articoli su cui si fonda la fede cristiana, che non sono intuizioni filosofiche, non sono suscettibili di revisioni, nè di emendamenti; del resto, non si vede in che modo, con l'aiuto di qualche nuovo vocabolario, si potrebbe dire diversamente che "Gesù Cristo è il Figlio di Dio".

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I dogmi cristiani, riducibili tutti a uno solo, cioè all'incarnazione di Gesù Cristo "Figlio del Dio vivente", non sono affatto incompatibili con la libertà. E' VERO IL CONTRARIO. E' Dio, e lui solo, che può salvarci dal determinismo, e L'ATTO DI FEDE E' L'ATTO PIU' LIBERO CHE L'ESSERE UMANO POSSA COMPIERE, poichè niente lo obbliga.
Le verità di fede non sono direttive emanate da un'autorità superiore, SONO MESSAGGI DELL'AMORE INFINITO, IN CUI E' RACCHIUSA OGNI POSSIBILE SPERANZA.
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La prima cosa da fare è accoglierli come altrettante promesse, l'ultima è quella di strapparli.

Infine, ogni dogma è la presentazione teologica di un mistero, e il mistero è il nutrimento naturale dell'intelligenza: la scienza sessa passa da un mistero all'altro, alla ricerca della ragion d'essere delle cose, a cui si avvicina sempre e che non raggiunge mai. Questa attrazione fa si che il mistero non sia solo un enigma da decifrare, ma UNA SORGENTE DI VITA SPIRITUALE. (Andrè Frossard, Dio e le domande dell'uomo, pag.31-34)
[Modificato da MauriF 05/10/2008 09:32]



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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)