Paolo Berizzi ha descritto ieri per Repubblica la cella di Bernardo Provenzano. Uno scrittoio con l’immagine di padre Pio e due santini della Madonna:
il superboss mafioso passa le sue giornate a pregare e a leggere la Bibbia, oltre che a scrivere alla famiglia lettere che si aprono e si chiudono col nome di Dio. Il deputato del PD Antonio Misiani, che l’ha visitato, sostiene che Provenzano sia “una specie di monaco”: la fede, per lui, “è tutto”.
Il ministro Alfano ha protestato con il quotidiano, manifestando “disagio e sconcerto” per il “quadretto agiografico” dipinto dal giornalista, che “non aiuta certo a capire né la verità delle cose né la realtà nella quale si muove e si dibatte la Sicilia”. Berizzi ha ribattuto che “un boss mafioso condannato a 12 ergastoli che trasforma la sua cella in una specie di cappella votiva è un paradosso” che emergerebbe in tutta evidenza nell’articolo, contrariamente a quanto sostiene Alfano.
Nessuno dei due parrebbe anche solo dubitare del fatto che potrebbe anche non trattarsi di un paradosso.
www.uaar.it/news/2008/11/24/cella-bernardo-provenzano/
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