00 23/12/2008 15:39
Ciao carissima amica Angela,

ti scrivo un paio di considerazioni personali in merito visto che ho trattato lungamente questo argomento. Diciamo che se un cattolico sostiene che la separazione laikos - kleros è un prodotto di casa sua sostiene una mezza bugia. La terminologia esisteva già ma riferita a qualcosa di estremamente diverso. E' vero che la CCAR dopo Teodosio ha istituito la separazione concettuale tra laico e chierico così però come si è anche appropriata dell'esistente apparato burocratico dell'impero romano.

Ha persino utilizzato la stessa terminologia mutando il titolo romano di pontifex maximus o i ruoli di prefetti attribuiti agli episkopoi.

Questo non significa per nulla che il concetto moderno di laicità debba essere considerato un prodotto cristiano e men che mai cattolico ! (ricordiamoci che occorre separare i due termini giacché indicano qualcosa di diverso). Nessuno storico sano di mente e non condizionato dal clero potrebbe mai sognarsi di sostenere una cosa del genre.

La laicità modernamente intesa è un concetto filgio dell'illuminismo, nato in contrapposizione alle posizioni oscurantiste ed assolutiste della gerarchia cattolica. Forse si potrebbe ironicamente affermare che è vero che la laicità è figlia del cattolicesimo, nel senso che probabilmente senza l'oppressione cattolica non sarebbe mai nato come concetto giacché non ce ne sarebbe stato bisogno visto che sarebbe stato necessario difendersi dalla teocrazia.

La storia ci insegna chiaramente che dove il potere dei papi è stato più debole li è avuta una fioritura del pensiero scientifico e razionale soprattutto grazie agli scambi culturali con altre concezioni del mondo mentre, al contrario, ove l'oppressione cattolica era forte, come a Roma, la crescita civie era praticamente ferma.

Non esiterei dunque a parlare di radici "illuministiche" dell'Europa, di radici islamiche in architettura e medicina, ecc...

E' pur vero che nei monasteri medievali era racchiuso gran parte dello scibile umano, ma è altrettanto vero che una miriade di testi giudicati non ortodossi furono distrutti da quegli stessi esponenti cattolici ansiosi solo di celebrare la gloria di Cristo e non le conquiste della ragione.

Se poi aggiungiamo che Pio IX condannava la libertà di pensiero, la libertà di stampa, di espressione insomma l'essenza stessa della società e del concetto di laicità, sarebbe da chiedere a costoro con quale faccia possono sostenere di essere i padri di un concetto che fino a pochi anni fa hanno potentemente e palesemente rifiutato e combattuto.

I cattolici, in base al cambiamento morale della società, sono bravissimi e pronti a scovare nei Vangeli o nel loro magistero i semi dei nuovi valori condivisi.

Ritornando al termine, “Laikos” in greco in origine indicava il popolo guerriero in relazione col suo capo. Dopo, in ambito cristiano indicò i credenti che non avevano preso gli ordini.
Nell'epistola a Roma Clemente definiva laico "colui che non ha alcun ministero da assolvere".

E' solo con l'avvento dello stato in senso moderno che il termine laicità ha assunto il significato di separazione tra sfera religiosa e sfera politica e lo dobbiamo a Cavour: "libera chiesa in libero stato".

La religione per il laico moderno deve rimanere nella sfera privata senza ingerenze nelle leggi dello stato che debbono invece mantenersi super-partes rispetto alle diverse confessioni seppur minoritarie. Questo concetto non solo non è mai stato dei cattolici, ma non lo è nemmeno adesso !

Saluti
Andrea


ps


[Modificato da spirito!libero 23/12/2008 15:39]



"il punto essenziale non è se una teoria piaccia o non piaccia, ma se fornisca previsioni in accordo con gli esperimenti. Dal punto di vista del buon senso l'elettrodinamica quantistica descrive una Natura assurda. Tuttavia è in perfetto accordo con i dati sperimentali. Mi auguro quindi che riusciate ad accettare la Natura per quello che è: assurda. (da QED. La strana teoria della luce e della materia, traduzione di F. Nicodemi, Adelphi, 1989)