00 12/08/2009 18:54
Attacco dei vescovi: “Sentenza Tar su ora di religione discrimina cattolici”

Dopo qualche giorno arriva anche l’attacco dei vescovi alla sentenza del Tar del Lazio sulla questione dei crediti scolastici per l’insegnamento della religione cattolica. Le prime dichiarazioni ufficiali arrivano da monsignor Diego Coletti, presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, intervistato da Radio Vaticana. Secondo il prelato, l’insegnamento della religione cattolica non andrebbe “a sostenere scelte religiose individuali” ma sarebbe “una componente importante di conoscenza della cultura di questo Paese, con buona pace degli irriducibili laicisti e purtroppo […] anche dei nostri fratelli nella fede di altre confessioni cristiane”.

Coletti ritiene che tale sentenza sia discriminatoria per gli studenti cattolici e che la vera laicità ne risulterebbe danneggiata “perché per laicità si intende la giusta neutralità di una comunità civile che però dovrebbe essere preoccupata di valorizzare tutte le identità, ciascuna secondo il proprio peso e rilevanza culturale, presenti sul territorio”.Coletti afferma inoltre che la Chiesa non farà direttamente ricorso, ma che “tocca ai cittadini italiani organizzati in partiti o in associazioni culturali esprimere il loro parere”. “Credo che lo stesso ministero dovrà fare un ricorso” aggiunge il vescovo “perché ciò che è stato messo sotto accusa non è l’opinione della Chiesa ma una circolare del ministero, un qualche cosa che attiene all’organizzazione della scuola di Stato e credo quindi che siano questi gli organismi che debbano muoversi”. Un piccolo “mistero” sulle dichiarazioni del prelato: varie testate riportano anche altre frasi attribuite a monsignor Coletti, non presenti nella registrazione scaricabile dal sito di Radio Vaticana.

In particolare (come riportano tra i vari giornali La Repubblica e Il Corriere della Sera) il prelato avrebbe affermato: “se per laicità si intende l’esclusione dall’orizzonte culturale formativo civile di ogni identità si cade nel più bieco e negativo risvolto dell’illuminismo che prevede che la pace sociale sia garantita dalla cancellazione delle diversità e delle identità, mentre io credo che uno Stato sanamente laico deve preoccuparsi di far emergere e rispettare e di mettere in rete caso mai e di far crescerete tutte le identità soprattutto quelle di altro profilo culturale”. Il prelato avrebbe inoltre aggiunto considerazioni sul fatto che la sentenza potrebbe alimentare la diffidenza dei cittadini verso la magistratura, affermando che il Tar del Lazio “ha una sua lunga storia che molti conoscono” e “ci sarà da chiedersi come mai la competenza su una questione così delicata venga data a un tribunale amministrativo regionale”.

www.uaar.it/news/2009/08/12/attacco-dei-vescovi-sentenza-tar-ora-religione-discrimina-ca...



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