Ho letto e ... c'è poco da stare allegri...viviamo in un società in cui, come da sempre, il più forte è quello che dice LA PAROLA ULTIMA.
Mi chiedo tuttavia: perchè Fontani deve far dipendere la sua felicità, o, se è troppo, la sua serenità esistenziale, dall'idea, per quanto forte ed encomiabile, di riportare a pareggio tutta, e subito, una certa giustizia negatagli?
E' vero l'amore per la libertà di scelta, il senso del rispetto reciproco, la disponibilità per la difesa dei diritti altrui, è concepibile sicuramente un certo sacrificio, ma, è mia opinione, quando le forze in campo sono sproporzionate, bisogna necessariamente cambiare strategia di attacco ed evitare attentamente che tu, formica, ingaggi una battaglia contro un elefante pensando di spuntarla subito.
E' questione di praticità, non di resa, di diversificazione delle strategie di lotta per l'affermazione dei diritti umani, non di rinuncia.
Non credo che qualcuno abbia chiesto a questo coraggioso signore di interpretare la voglia altrui di rivendicazione dei propri diritti.
Perchè, dunque, fare più di quanto possa?
Detto questo vorrei anche aggiungere che, nel caso questa fosse la sua aspirazione, oltre ogni invito alla moderazione, deve anche saper accettare la sfida senza abbandonarsi al pessimismo ed alla sfiducia, lasciandosi andare a sconforto e solitudine.
E' libera la formichina di fare la guerra contro l'elefante, ma deve anche saper accettare che il suo cammino sarà irto di immani difficoltà.
Saluti e solidarietà a questo signore, con l'invito di tirar le somme e vedere quale strategia adottare che gli consenta di non logorarsi interiormente.
Pyccolo
[Modificato da pyccolo 29/11/2009 17:34]