00 23/02/2010 11:43
è ancora più fango
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La community sul Web: «Giochiamo
al tiro al bersaglio con quei bambini».
La Polizia Postale: «Difficile chiuderla»
G.B.
TORINO
La pagina della vergogna è nata su Facebook nella notte come mille altre. Si chiama «Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini down», e in home page pubblica la fotografia di un bambino portatore di handicap bollato come «scemo». «È l’unica fine che meritano questi parassiti», si legge nella didascalia sotto l’immagine. Il gruppo, che conta oltre 800 membri, si è collocato nella categoria “Salute e benessere”. Fondatori e amministratori: “Il signore della notte” e “Il vendicatore mascherato”. Indirizzo e dati, ovviamente, sono di fantasia, in linea con lo “stile” del gruppo.

Sul web è già partita la controffensiva, sotto forma di mail bombing: una caterva di e-mail partita dai computer degli utenti e rovesciata nelle caselle di posta di redazioni e conoscenti. Dalla community hanno subito preso le distanze moltissimi internettiani: sono oltre 1600, infatti, gli iscritti a «Segnaliamo il gruppo “Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini down” e circa 70 i membri dell’anti gruppo «Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini down». Entrambi chiedono la chiusura della pagina, protestando contro i contenuti.

Una chiusura impossibile, spiegano dalla Polizia postale, che ha messo sotto sorveglianza il gruppo lasciando anche un messaggio in bacheca: «Queste sono cose purtroppo molto frequenti. Abbiamo parecchie segnalazioni di questo genere, sulle cose più disparate. Anche su Haiti non c’è stata pietà. Ma dobbiamo tenere presente che Facebook è all’estero ed è molto difficile muoversi in tempi rapidi», fanno sapere i responsabili. «Purtroppo in Rete è molto facile che uno dia sfogo ai bassi istinti perchè si sente protetto da una sorta di anonimato. È in parte è anche vero. Per l’oscuramento del gruppo ci vuole un provvedimento del magistrato e, dato che i server stanno all’estero, c’è bisogno di una rogatoria. A meno che non intervenga la società». Società che, come negli altri casi di pagine sconvenienti (dai gruppi di minacce a Berlusconi a quelli di solidarietà alle Br e ai padrini mafiosi), dovrebbe muoversi già domani.

Gli utenti che hanno segnalato la pagina anti-down, intanto, hanno scaricato migliaia di commenti infuriati sulla home. «Il vostro squallore è davvero imbarazzante», scrive Andrea Rocco Caruso. Daniele Di Cillo: «Voi non siete normali. Non ci sono parole per definire una situazione del genere». Contro il gruppo si muove anche la politica: quello anti-down, dice il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, è «un gruppo inaccettabile, non degno di persone civili, pericoloso. E, soprattutto, un reato che, in quanto tale, sarà perseguito». Giuseppe Palumbo, presidente della commissione Affari sociali della Camera, chiede che il governo si muova con un decreto: «Bisogna prendere subito provvedimenti affinchè casi del genere non si ripetano più», dice. Sergio Silvestre, leader del Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di down, si rivolge direttamente ai vertici del social network: «Chi ha il potere di chiudere il gruppo lo faccia immediatamente».



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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà