00 19/08/2010 16:57
Un popolo di battezzati che considera la fede come un aspetto marginale

 

Messa tradizionaleSe agli italiani chiedi se sono credenti, la gran parte ti risponderà “si, ma non sono praticante”. Sebbene le statistiche affermino che gli italiani che hanno ricevuto il battesimo sono il 97%, molti di questi perdono la propria fede nel corso della loro vita, alcuni cambiando completamente fede religiosa, altri diventando atei se non agnostici, altri ancora credenti che però non amano andare in chiesa.

Insomma, il Battesimo cattolico (come la Comunione) per molti diventa più una tappa forzata della propria vita, che negli anni sbiadisce la propria importanza.
Perché succede questo ai cattolici, molto più di quanto succeda ai fedeli di altre religioni, i cui casi sono ridotti al minimo essendovi una fede totalizzante che dura per tutta la vita?

A mio avviso, il ruolo principale di questo distacco è giocato dal contesto storico-culturale in cui si vive, poiché la società occidentale ha, rispetto a società di altre zone del Mondo, maggiori fattori “distrattori” dovuti al benessere, alla modernità, al consumismo; pertanto si tende a coltivare poco o per nulla la propria fede, dandole un ruolo molto marginale, se non addirittura perdendola del tutto.

Ma un fattore importante nell’allontanamento dei cattolici verso le istituzioni ecclesiastiche (tradotto in parole povere, il non andare in chiesa, il non riconoscersi in tutto o in parte nel Vaticano) è senza dubbio giocato dall’atteggiamento di queste ultime verso la società, teso più a sopravvivere e difendere le proprie posizioni, anziché adeguarsi (nei limiti del possibile) ad essa e cercare di avvicinare a sé nuovi fedeli non perdendo altresì coloro che già sono cattolici praticanti.

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