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"Spartakus70" organizza marcia contro l'ostracismo riservato a tutti i dissociati e disassociati della WTS

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    00 27/08/2010 18:06
    Un plauso a Spartakus!
    La fonte

    Di questa marcia si è parlato anche qui:

    testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=939...

    dove l'utente nevio63, ormai messo in premoderazione perché pur essendo un tdG non più pefettamente allineato con il pensiero watchtoweriano riguarda l'ostracismo riservato a tutti i fuoriusciti dal movimento, giustamente fa questo grandioso commento:

    "Non so io, non cercherei una contrapposizione investendo la politica, le discese in piazza andrebbero fatte per molte più cose, allora, ciò non toglie che per arivare a pensare di far causa alla WTS, come già diceva anche l'ex TdG, avv. V. P. o scendere e fare show in piazza, devono sentire abbastanza la questione della discriminazione sociale obbligatoria, pena sanzioni, raccomandata ai TdG e applicata ai dissidenti e ai fuoriusciti TdG, o mi sbaglio? Aquila58 parla di una sub-minoranza di discriminati riottosi, gli altri, "contenti", ma guarda caso, solo per i fuoriusciti dai TdG si assiste a tutto questo casino, vogliamo renderci conto che non c'e' abbastanza giustificazione scritturale e neppure di buon senso comune, per applicare, a livello di pragmatica imposta, certe norme sui fuoriusciti, di loro volontà e non."

    Bravo!


    Non ho mai conosciuto nessun fuoriuscito dalla WTS che in qualche modo non ha enormemente sofferto per il provvedimento dell'ostracismo nei propri confronti.

    Pensate dopo anni 10, 20, 30 trascorsi in un movimento dove ci si stringono soprattutto amicizie all'interno del gruppo perchè amicizie al di fuori sono considerati amicizie con persone del "mondo" e quindi brutte compagnie, dove spesso e volentieri intere famiglie professano la stessa fede si perdono amicizie e pure contatti stretti con parenti soltanto perché non si è più d'accordo con le dottrine che una volta erano considerate verità.

    Quandò ciò accade e normalissimo che ci si sente il bisogno di far capire a tutti, tdG e non, che questo tipo di ostracismo crudele e disumano è contro i diritti umani e soprattutto offende la dignità di ogni uomo e ogni donna!




    [Modificato da Cristianalibera 27/08/2010 18:25]
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    Cristianalibera
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    00 27/08/2010 18:43
    Sempre nevio63 scrive

    Chi si fa garante delle statistiche?



    Admin 3 risponde:


    1) il numero dei fuoriusciti critici (questo facilmente individuabile)
    2) il numero totale dei disassociati rapportato ai quattro gatti internettiani, che non raggiungono neanche il centinaio, tra Italia, Svizzera, Germania e altro ancora.
    Ipotizzando una media di 1.000 disassociati l'anno, solo in Italia, negli ultimi 20 anni abbiamo 20.000 disassociati.
    Ammesso che ne rientrino la metà, sono 10.000 disassociati (senza contare i pre-1991), contro un centinaio scarso di apostati.
    A parte questo, esiste anche l'esperienza personale mia e di tutti i tdG.
    I disassociati che diventano apostati sono palesemente l'eccezione.

    ----------------------------------------------------------------------------------------------

    Cristianalibera risponde:

    Sciochezza totale!

    Sai quanta gente se ne esce fuori dal movimento e non sa nemmeno che esiste internet, sai quanta gente delle generazioni un po' più vecchiotto non sa nemmeno usare il pc?
    Sai quanta gente tra gli disassociati e dissociati è semplicemente amareggiata e si chiude nel proprio guscio cadendo pure in depressione?
    Vuoi che continuò?????


    [SM=x789063]

    Poi dice pure che "ammesso che rientrano la metà"... bel messaggio subliminare anche questo ... oppure ci sono delle statistiche anche per un ipotetico rientro della metà ?????


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    00 27/08/2010 19:38
    E bravo Mario che scrive qui:
    freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9394708

    La cosa che mi lascia esterefatto è il voler sminuire l'ostracismo che i tdg riservano ai loro ex, uno di loro incaricato dalla betel a difendere la sua religione, tal barnabino il quale sta dalla mattina alla sera sul web (beato lui che può permetterselo) dice quanto segue:


    "Detto questo, a livello di pratica, mi trovi un solo padre, o fratello o sorella, che sia stato ripreso o abbia perso i privilegi per aver intrattenuto rapporti ragionevoli con un figlio o un fratello disassociato? Io vedo anziani di congregazione e fratelli con figli (o genitori) disassociati che hanno rapporti normalissimi con loro, li ospitano a casa quando sono in viaggio, cenano con loro, visitano i nipotini... non ho mai visto una "morbosa paura" dell'appestato e tutte le scelte sono personali, come è una scelta non fumare, non ubriacarsi, non tradire la moglie. Con lo stesso metro lo SFD dovrebbe essere inibito anche a dire di non fare idolatria... "

    Quello che questo tizio nasconde ai poveri illusi che non conoscono i testimoni di Geova è quanto le loro stesse pubblicazioni hanno scritto e continuano a scrivere in merito a questo fatto:



    Ministero del Regno, 2/1971 p. 2:

    “Lealtà a Dio quando un familiare è disassociato. Il servitore di congregazione considera i consigli contenuti alle pagine 700-702 de “La Torre di Guardia” del 15 novembre 1970 e nel libro “Lampada”, pag. 178. L’amore verso Dio e la lealtà verso la vera adorazione ci dovrebbero spingere a rispettare il decreto di disassociazione. Se qualcuno persiste in un’associazione che non è assolutamente necessaria con un familiare disassociato che vive fuori di casa, il comitato dovrebbe amorevolmente aiutarlo a capire i principi inerenti e a conformarsi ai consigli biblici. Se un disassociato non abita nella casa, 2 Giovanni 9-11 mostra che non lo dovremmo “mai ricevere nella nostra casa né rivolgergli un saluto”. L’insistenza a trascurare il comando biblico di “ cessar di mischiarci in compagnia” di tale persona può condurre alla disassociazione, ma questa non dovrebbe essere la ragione della nostra ubbidienza, non è vero? Se amiamo Geova, ubbidiamo alla sua Parola”.

    W 15/1/1964 pag 41:

    "Nel caso del parente disassociato che non abita nella stessa casa, i rapporti con lui sono pure limitati a ciò che è assolutamente necessario. Come per il lavoro secolare, questi rapporti sono limitati
    e anche eliminati completamente se è possibile.
    Un punto importante da notare è che, benché vi siano vincoli naturali che possono giustificare rapporti occasionali, i legami spirituali sono completamente troncati, non si può parlar di cose relative all'adorazione con i parenti disassociati.
    Che fare se una persona espulsa dalla congregazione visita improvvisamente parenti dedicati? Che deve fare in tal caso
    il cristiano? Se è la prima volta che viene fatta la visita, il cristiano dedicato può, se la coscienza glielo permette, mostrare
    riguardi familiari in questa particolare occasione. Ma se la coscienza non glielo permette, non ha l'obbligo di farlo. Se gli
    usa cortesia, il cristiano deve però specificare che questa non deve diventare un'abitudine. Se lo diventa, ciò non è diverso dall'associarsi a qualsiasi altra persona disassociata, e va contro lo spirito del decreto di disassociazione. Si dovrebbe far comprendere al parente disassociato che ora le sue visite non sono benvenute come prima, quando camminava rettamente con Geova. — 2 Giov. 9-11.
    È indispensabile che i cristiani dedicati della congregazione rendano chiaro al parente disassociato mediante le loro azioni
    che il suo modo d'agire è disapprovato dalla famiglia. Devono mantenere una ferma determinazione per i giusti princìpi.
    Il malfattore deve comprendere che la sua posizione è completamente cambiata, che i suoi fedeli parenti cristiani disapprovano completamente la sua empia condotta e mostrano tale disapprovazione
    limitando i rapporti a quelli inevitabili

    W 15/11/1970 pag701:

    "Ma la domanda principale che consideriamo è se il parente è fuori dell’immediata cerchia familiare, se non abita nella stessa casa. Sarebbe possibile qualche contatto?
    Di nuovo, la disassociazione non scioglie i legami carnali, ma, in tale situazione, i contatti, se fossero proprio necessari, sarebbero molto più rari che tra persone abitanti nella stessa casa. Tuttavia, potrebbero esserci questioni familiari assolutamente necessarie che richiedessero di comunicare, come le formalità legali per un testamento o della proprietà. Ma il parente disassociato dovrebbe capire che la sua posizione è cambiata, che non è più gradito nella casa né è un compagno preferito.
    Questa condotta è sia scritturale che ragionevole. Come abbiamo visto, Dio consiglia ai cristiani di ‘cessar di mischiarsi in compagnia’ di tale individuo, “non mangiando nemmeno” con lui. Egli comanda pure ai cristiani di ‘non riceverlo mai nella loro casa né di rivolgergli un saluto’. Se si mantenessero normali contatti sociali tra parenti con questo disassociato, cosa non necessaria giacché vive fuori di casa, il cristiano ubbidirebbe a Dio? In una piccola congregazione con alcune famiglie imparentate, se tutti agissero verso l’espulso come prima della disassociazione, andando a fare la spesa insieme, merende insieme, badando al bambini gli uni degli altri, difficilmente egli capirebbe che tutti i suoi fedeli parenti cristiani hanno letteralmente odiato il male da lui praticato. (Sal. 97:10) Né gli estranei potrebbero vedere alcun cambiamento anche se sapessero della condotta non cristiana del peccatore.
    Dobbiamo tenere bene a mente il fatto che se il disassociato non può più godere della compagnia dei suoi parenti cristiani non è per colpa loro, come se essi lo trattassero altezzosamente. Essi agiscono secondo i princìpi, alti princìpi, i princìpi di Dio. Il disassociato stesso è responsabile della propria situazione; egli se l’è causata. La responsabilità gravi su chi ce l’ha!
    ...
    Ma finché ciò non accada, i fedeli cristiani hanno l’obbligo di sostenere l’azione della disassociazione evitando di associarsi con il disassociato. Se egli è un parente che abita fuori di casa, cercheranno di non avere nessuna associazione con lui. E se sorge qualche inevitabile questione familiare assolutamente necessaria, terranno i contatti con lui al minimo, non avendo decisamente nessuno scambio di idee su cose spirituali. In tal modo mostrano lealtà a Dio, alla sua Parola e alla sua congregazione."

    W 1/1/1982 pag 30:

    "PARENTI DISASSOCIATI CHE NON VIVONO IN CASA

    18 La seconda situazione da considerare è quella di un parente disassociato o dissociato che non appartiene all’immediata cerchia familiare o non vive nella stessa casa. Con tale persona esiste ancora un legame di parentela naturale o acquisita, per cui, anche se in misura limitata, potrebbe esserci il bisogno di sbrigare questioni familiari necessarie. Ciò nonostante non è come se vivesse nella stessa casa, dove i contatti e la conversazione non si potrebbero evitare. Dovremmo tenere bene in mente l’ispirata esortazione biblica: ‘Cessate di mischiarvi in compagnia di alcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido . . . non mangiando nemmeno con un tal uomo’. — I Cor. 5:11.

    19 Di conseguenza i cristiani imparentati con un disassociato che non vive in casa con loro dovrebbero sforzarsi di evitare l’associazione non necessaria, riducendo al minimo anche i contatti d’affari. La ragionevolezza di questo comportamento è evidente se si considera ciò che è accaduto quando i parenti hanno adottato l’errato punto di vista: ‘Anche se disassociato, siamo parenti, e quindi possiamo trattarlo esattamente come prima’. "


    Inserto del Ministero del Regno (km -I 8/02), agosto 2002, pp.3,4:
    "Benefici derivanti dalla lealtà a Geova: Cooperare con la disposizione scritturale della disassociazione ed evitare i trasgressori impenitenti reca benefici. Preserva la purezza della congregazione e ci distingue come sostenitori delle elevate norme morali della Bibbia. (1 Piet. 1:14-16) Ci protegge da influenze corruttrici. (Gal. 5:7-9) Inoltre dà al trasgressore la possibilità di trarre pieno beneficio dalla disciplina ricevuta che lo aiuterà a produrre “un pacifico frutto, cioè giustizia”. – Ebr. 12:11.
    Dopo un discorso udito a un’assemblea di circoscrizione, un fratello e sua sorella capirono che dovevano cambiare il modo in cui trattavano la madre, che viveva altrove e che era stata disassociata sei anni prima. Subito dopo l’assemblea l’uomo chiamò la madre e, dopo averle assicurato che le volevano bene, le spiegò che non le avrebbero più parlato se non per questioni familiari importanti. Di lì a poco la madre cominciò a frequentare le adunanze e poi fu riassociata. Inoltre il marito incredulo cominciò a studiare e in seguito si battezzò.
    Sostenendo lealmente la disposizione scritturale della disassociazione diamo prova del nostro amore per Geova e rispondiamo a colui che lo biasima. (Prov. 27:11) In cambio possiamo contare sulla Sua benedizione. Il re Davide scrisse di Geova: “In quanto ai suoi statuti, non mi allontanerò da essi. Con qualcuno leale agirai con lealtà”. – 2 Sam. 22:23, 26. "



    W 1/11/1994:

    "20 Ci sono occasioni, però, in cui un servitore di Geova non può mostrare compassione. (Confronta Deuteronomio 13:6-9). ‘Cessare di mischiarsi in compagnia’ di un intimo amico o di un parente che è stato disassociato può mettere a dura prova un cristiano. In tal caso è importante non lasciarsi impietosire. (1 Corinti 5:11-13) Questa fermezza può persino incoraggiare il peccatore a pentirsi. "

    W 15/04/1988 pag 28:

    "14 La situazione è diversa se il disassociato o dissociato è un parente che vive fuori di casa o non è dell’immediata cerchia familiare. Potrebbe essere possibile non avere quasi nessun contatto col parente. Anche se eventuali questioni di famiglia richiedessero qualche contatto, è certo che questi contatti dovrebbero essere mantenuti al minimo, in armonia col principio divino di “non mischiarvi con alcuno che, chiamandosi fratello, sia un fornicatore [o colpevole di un altro peccato grave] . . . con un tale non dovete neppur mangiare”. — 1 Corinti 5:11, Versione Riveduta.
    15 Si capisce che questo può essere difficile, a causa dei sentimenti e dei vincoli familiari, ad esempio dell’amore che i nonni provano verso i nipoti. Tuttavia questa è una prova di lealtà a Dio, come spiega la sorella citata a pagina 26. Chiunque provi la tristezza e il dolore che il parente disassociato ha in tal modo causato, può trovare conforto ed essere incoraggiato dall’esempio di alcuni parenti di Cora. — Salmo 84:10-12."

    W 15/10/1988 pag 28:

    "La situazione è diversa se il disassociato o dissociato è un parente che vive fuori di casa o non è dell’immediata cerchia familiare. Potrebbe essere possibile non avere quasi nessun contatto col parente. Anche se eventuali questioni di famiglia richiedessero qualche contatto, è certo che questi contatti dovrebbero essere mantenuti al minimo"

    W 15/3/1986 pag 18:

    "12 Alcuni che hanno uno spirito critico sostengono che l’organizzazione di Geova sia troppo rigida circa il troncare qualsiasi contatto sociale con i disassociati. (II Giovanni 10, 11) Ma perché questi critici la pensano così? Stanno forse mettendo un vincolo familiare o un’errata lealtà a un amico al di sopra della lealtà a Geova, alle sue norme e alle sue esigenze? Tenete presente inoltre che, se si continua ad avere contatti sociali con un disassociato, anche se si tratta di un parente, si può far concludere a colui che ha sbagliato che la sua condotta non sia poi tanto grave, causandogli così altro danno ancora. Non frequentandolo, invece, è possibile si sviluppi in lui il desiderio di riavere ciò che ha perduto. Il modo di fare le cose seguito da Geova è sempre il migliore e serve a proteggerci. — Proverbi 3:5."


    Organizzazione per predicare il Regno e fare discepoli, 1973, p. 172, 173:

    «Con fedeltà verso Dio, nessuno della congregazione dovrebbe salutare tali persone quando le incontra in pubblico né dovrebbe accoglierle nella propria casa. Anche i parenti consanguinei che non abitano nella stessa casa con un parente disassociato, siccome valutano la parentela spirituale più di quella carnale, evitano il contatto con tale parente disassociato. …

    MANTENETEVI NELL'AMORE DI DIO" edito nel 2008 a pagina 208 dice:

    "In altri casi il parente disassociato non fa' parte dell'immediata cerchia familiare o vive fuori casa.Anche se in qualche rara occasione dovesse rendersi necessario avere dei contatti per sbrigare questioni familiari, tali contatti dovrebbero essere mantenuti al minimo. I familiari leali non cercano scuse per avere a che fare con un parente disassociato che non vive sotto lo stesso tetto. La lealta' a Geova e alla sua organizzazione li spinge piuttosto ad attenersi alle istruzioni scritturali sulla disassociazione."




    Ma a chi l'andate a raccontare?
    E' vero esistono tdg non completamente lobotomizzati che decidono di testa loro di trasgredire le summenzionate pubblicazioni e si comportano come la loro coscienza gli dice di fare, ma nella maggioranza dei casi non è così, accettano supinamente quegli scritti perchè "vengono dallo spirito santo di Geova il quale guida lo schiavo nello scrivere quelle cose" poi se a causa di questo ci sono tdg che non si disassociano per continuare ad avere rapporti famigliari normali, a loro non interessa, mica li costringono a restare... noooooo! Mica li ricattano nooooooo! loro danno solo "amorevoli provvedimenti!"

    Le vostre pubblicazioni sono chiarissime, sono migliaia le famiglie spezzate per aver messo in pratica tale ostracismo, ma voi dovete difendere la facciata, voi volete l'8x1000 dalla "bestia selvaggia" pur essendo anticostituzionali, le cose cambieranno, prima o poi tutto verrà a galla ne potete stare certi.
    Ciao

    --------------------------------------------------------------------------------------------


    Ed io aggiungo::

    Ora il barny-boy potrebbe sempre dire, ma sì, ma comunque sia, le pubblicazioni NON dicono che si perdono i privilegi se uno mantiene i normali contatti con il parente!

    No, questo esplicitamente no, intanto però danno delle chiare direttive come i tdg si devono comportare con gli disassociati e dissociati, parenti inclusi.
    E noi ex-tdG sappiamo pure che chi non è perfettamente allineato con e consigli dello schiavo non ha affatto i requisiti per avere privilegio in congregazione!

    Chi invece dovrebbe ignorare il comandamento di cessare i contatti sociali con ex-tdg che non siano parenti ( se non si tratta di occasioni speciali come salvare la vita ad un ex-tdG) è pure passibile a sua volta di diassociazione. [SM=g27812]
    [Modificato da Cristianalibera 27/08/2010 20:09]
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    00 28/08/2010 08:01
    Re: E bravo Mario che scrive qui:
    Cristianalibera, 27/08/2010 19.38:





    No, questo esplicitamente no, intanto però danno delle chiare direttive come i tdg si devono comportare con gli disassociati e dissociati, parenti inclusi.
    E noi ex-tdG sappiamo pure che chi non è perfettamente allineato con e consigli dello schiavo non ha affatto i requisiti per avere privilegio in congregazione!

    Chi invece dovrebbe ignorare il comandamento di cessare i contatti sociali con ex-tdg che non siano parenti ( se non si tratta di occasioni speciali come salvare la vita ad un ex-tdG) è pure passibile a sua volta di diassociazione.

    [SM=g27812]




    Perspicacia vol. 1 pag 234

    COMPAGNIE, ASSOCIAZIONE

    Nel mettere in guardia i corinti contro il pericolo delle cattive “compagnie” (1Co 15:33), l’apostolo Paolo usò per queste ultime il sostantivo greco homilìa, affine al verbo homilèo, che basilarmente significa “conversare”. (At 20:11) Questo verbo significa anche stare in compagnia o avere rapporti con qualcuno, rapporti solitamente di natura verbale ma a volte anche sessuali. La Settanta greca usa questo sostantivo per tradurre il termine ebraico reso “persuasione” in Proverbi 7:21 e “debito coniugale” in Esodo 21:10.

    Coloro che desiderano l’approvazione di Dio scelgono la compagnia di persone devote alla giustizia e alla verità. (2Tm 2:22) Smettono inoltre di ‘associarsi [lett., mischiarsi]’ a scopo ricreativo con componenti della congregazione la cui condotta disordinata è stata oggetto di una censura ufficiale. Sebbene continuino a mostrare loro amore, dimostrano chiaramente di non approvare la loro condotta disordinata. (2Ts 3:6-15) Mentre le buone compagnie possono essere di vero aiuto per continuare a camminare in armonia con la sapienza divina, è innegabile che le cattive compagnie esercitano un’influenza dannosa. Il proverbio ispirato dichiara: “Chi cammina con le persone sagge diverrà saggio, ma chi tratta con gli stupidi se la passerà male”. (Pr 13:20; cfr. Pr 22:24, 25; 28:7; 29:3). La parola ebraica ra`àh, tradotta ‘trattare con’ in Proverbi 13:20, è anche resa ‘stare in compagnia’, ed è affine al termine ebraico rèa`, che significa “prossimo; compagno”. — Gdc 14:20; Le 19:18; Sl 15:3.

    Che i cattivi compagni siano davvero pericolosi è evidente da molti esempi scritturali. Dina, figlia di Giacobbe, scelse poco saggiamente la compagnia di ragazze cananee, e come conseguenza fu violentata da Sichem, il figlio di un capo ivveo. (Ge 34:1, 2) Amnon, figlio di Davide, diede ascolto al cattivo consiglio del suo compagno Gionadab e violentò la sorellastra Tamar. Si attirò così l’odio di Absalom, fratello di lei, il quale in seguito lo fece assassinare. (2Sa 13:3-29) Ignorando i comandi di Geova, gli israeliti cominciarono a frequentare i cananei, formarono alleanze matrimoniali con loro e ne adottarono la degradata forma di adorazione, cosa che portò al disfavore di Geova e all’essere abbandonati da lui. (De 7:3, 4; Gdc 3:5-8) Persino Salomone dopo aver sposato adoratrici di falsi dèi si allontanò dall’adorazione di Geova. (Ne 13:26) Fu l’influenza di Izebel, adoratrice di Baal, a fare di Acab il peggiore di tutti i re d’Israele che lo avevano preceduto. (1Re 21:25) Gli stretti contatti con la casa reale di Acab costarono quasi la vita a Giosafat, e l’alleanza matrimoniale da lui formata con Acab in seguito rischiò di far distruggere la casa reale di Davide. — 2Cr 18:1-3, 29-31; 22:10, 11.

    L’insieme dei veri cristiani, pur essendo formato da piccoli gruppi, congregazioni o anche singoli individui fisicamente isolati, costituisce l’“associazione dei fratelli”, una fratellanza espressa dalla parola greca adelfòtes. (1Pt 2:17; 5:9) Per continuare a far parte di questa fratellanza, i veri cristiani devono evitare qualsiasi contatto con chiunque fra loro si faccia promotore di insegnamenti falsi e divisivi. (Ro 16:17, 18) L’apostolo Giovanni diede istruzioni ai compagni di fede di non accettare mai un tale falso insegnante in casa loro e di non salutarlo, perché questo gli avrebbe dato spunto per esporre le sue dottrine distorte e corrotte. Salutare una persona del genere avrebbe indicato un certo grado di approvazione e li avrebbe resi partecipi delle “sue opere malvage”. (2Gv 10, 11) L’apostolo Paolo sapeva che, nonostante tutte le prove che rendevano certa la risurrezione dai morti, la compagnia di coloro che avevano rigettato questo insegnamento cristiano sarebbe stata distruttiva per la fede. Per questo scrisse: “Non siate sviati. Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. — 1Co 15:12-22, 33; vedi APOSTASIA.


    Forse non tutti sanno ma in dottrine corrotte e distorte non entrano soltanto cose grave come negare la resurrezione del Cristo oppure che sia lecitò di praticare del sessso libero o quant'altro ma anche chi si convince che fare il Brindisi non è affatto un atto d'idolatria, e lo pratica regolamente senza pentirsi è un apostata della dottrina watchtoweriana ed è degno di essere disassociato con conseguenza di subire il suddetto trattamento.




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    00 02/11/2010 10:54
    Parola di spartaKus70:
     
    La manifestazione si farà!
     
    http://forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?f=5&t=4382&start=480

    forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?f=5&t=4382&start=480






    [Modificato da Cristianalibera 02/11/2010 10:55]
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    00 09/11/2010 12:34
    Anche gli ex-fratelli del Brasile si sono organizzati... [SM=g27817] per  manifestare contro l'ostracismo!

     


          
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    00 03/12/2010 00:01
    Mi sembra,ma mi posso sbagliare,(ma non credo) che la manifestazione di Spartakus sia stata un vero flop.........

    Ad ogni modo ognuno è libero di manifestare il proprio dissenso.......w la libertà. [SM=x789048]



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    Re:
    (Gladio), 03/12/2010 0.01:

    Mi sembra,ma mi posso sbagliare,(ma non credo) che la manifestazione di Spartakus sia stata un vero flop.........

    Ad ogni modo ognuno è libero di manifestare il proprio dissenso.......w la libertà. [SM=x789048]




    Dici giusto ognuno dovrebbe essere libero di manifestare il proprio dissenso, magari anche all'interno della propria organizzazione, non credi ?



    "il punto essenziale non è se una teoria piaccia o non piaccia, ma se fornisca previsioni in accordo con gli esperimenti. Dal punto di vista del buon senso l'elettrodinamica quantistica descrive una Natura assurda. Tuttavia è in perfetto accordo con i dati sperimentali. Mi auguro quindi che riusciate ad accettare la Natura per quello che è: assurda. (da QED. La strana teoria della luce e della materia, traduzione di F. Nicodemi, Adelphi, 1989)
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    Re:
    (Gladio), 03/12/2010 0.01:

    Mi sembra,ma mi posso sbagliare,(ma non credo) che la manifestazione di Spartakus sia stata un vero flop.........

    Ad ogni modo ognuno è libero di manifestare il proprio dissenso.......w la libertà. [SM=x789048]




    Ma quale Flop, Gladio ? Scordatelo!



    Sempre avanti con lo slogan:

    Meglio l'ostracismo che l'onanismo! [SM=g2407713] [SM=x789048]


  • nevio63
    00 03/12/2010 13:13
    Come cambiano i tempi e i ruoli


    All'inizio della loro storia ottocentesca, gli Studenti Biblici,
    oggi anche Testimoni di Geova, TdG,
    hanno usato tantissimo il mezzo della manifestazione, pure molte volte, non
    autorizzata, puntavano un paesino, una cittadina, una città
    e percorrevano le strade, si piazzavano davanti alle chiese all'ora dell'uscita dei fedeli, le circondavano e vi giravano intorno, erano colportori,
    uomini sandwiches che recavano scritte di denuncia,
    fortissima, al limite della provocazione cercata, spesso trovata,
    verso le chiese locali,
    quella Cattolica innanzitutto.
    C'era sui cartelli, per esempio, la famosa frase:
    LA RELIGIONE È UNA TRAPPOLA E UNA TRUFFA,
    solo per citarne una.
    Essi rivendicavano la piena libertà di protestare e fare la parte delle "cavallette"
    come citato dalle pubblicazioni della WTS,
    oggi, invece s'infastidiscono, ironizzano e sfottono
    per una manifestazione AUTORIZZATA e pacifica di ex TdG,
    con le loro ragioni condivisibili o meno.
    Non sarebbe meglio fare ognuno la propria parte, la propria strada e
    propaganda, nel rispetto di tutti e poi sia Dio a far succedere le cose.
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