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Stato Laicodi Daniele Garrone in “Riforma” n. 32 del 27 agosto 2010 (settimanale delle Chiese Evangeliche Battiste, Metodiste e Valdesi).
CHE cosa intendiamo per «laicità»? La domanda non è oziosa, visto che da anni si è capziosamente introdotta la distinzione tra una laicità sanamente intesa o rettamente compresa, cioè quella che piace alle gerarchie cattoliche, e «laicismo», termine con il quale si bollano posizioni che ad altri, tra cui il sottoscritto, appaiono semplicemente come «laiche».

Nel suo ultimo volume, il prof. Gustavo Zagrebelsky, già presidente della Corte costituzionale, propone la seguente definizione: «Laicità significa spazio pubblico a disposizione di tutti, per esercitare in condizioni di libertà e uguaglianza, i diritti di libertà morale (di coscienza, di pensiero, di religione, di culto ecc.) e per costruire a partire da questi la propria esistenza: uno spazio voluto dagli uomini indipendentemente da Dio ... una città degli uomini in cui ci sia spazio per tutti, credenti e non credenti, non una città di Dio in cui ci sia posto solo per i suoi credenti» (Scambiarsi la veste. Stato e Chiesa al governo dell'uomo, Laterza, Bari 2010, p. 9).

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