00 13/10/2010 18:06
Re:
kelly70, 13/10/2010 16.58:

Vorrei fare una considerazione...ora...a prescindere dal fatto che Dio esista o meno.

Faccio una considerazione in base allo scritto postato da Rialtina.

Io penso che qualunque opera buona fatta con lo scopo di meritarsi il Paradiso sia viziata in partenza. L'attenzione verso i nostri simili e verso quello che esiste sulla terra non dovrebbe avere alla base un tornaconto personale. Un'opera di carità fatta senza altro scopo che quello di aiutare, non ha più valore di una fatta per avere un beneficio personale?

Che ne pensano i credenti?

Kelly



Non si tratta soltanto di un concetto "viziato", è una vera e propria eresia. Determinati principi sono, per così dire, UNIVERSALI: quasi tutti gli uomini simpatizzano con i bisogni dei loro simili e cercano di aiutarli nel bisogno, senza nemmeno pensare di ricevere qualcosa in cambio qui o nell'altra vita. Fatte le debite eccezioni, ogni giorno vi sono esempi di altruismo da parte di persone che mettono a repentaglio la loro sicurezza e perfino la loro vita per aiutare qualcuno.

La dottrina cattolica ha inventato di sana pianta il concetto di "peccato originale", ma è andata oltre insegnando che le opere di bene o opere meritorie possano avvicinare l'uomo alla salvezza. E' facile smontare questo concetto: se fosse corretto, non sarebbe stato necessario il sacrificio di Cristo sulla croce. Il messaggio, in quel caso, sarebbe stato: "Fate i buoni e andrete in Cielo".

Le cose stanno diversamente. La Bibbia è il libro guida, non i teologi. Quando i teologi si allontanano dall'insegnamento biblico dicono solo eresie e allontanano l'uomo da Dio con i loro falsi insegnamenti.
La Bibbia insegna che l'uomo è salvato GRATUITAMENTE, la condizione è credere che il sacrificio di Gesù sulla croce sia sufficiente.
Le cosiddette "buone opere" dei credenti, di per sè, non sono diverse e non hanno maggior valore di quelle di un ateo. La differenza è che il cristiano crede d'essere guidato da Dio nel suo nuovo modo di vivere sulla terra, dopo la sua conversione. Il rapporto che si stabilisce tra Dio e il credente è simile a quello tra un padre e suo figlio, un rapporto d'amore, ed è l'amore, infatti, che motiva ogni singola azione, non la speranza di un premio.

Noi tutti abbiamo sperimentato almeno una volta nella vita la forza e la bellezza di azioni belle ispirati dall'amore, dall'amore per qualcuno. Erano azioni che erano dettate dal desiderio di ricevere un premio di qualche genere? No. Chi ama dona; dona innanzitutto sè stesso, il suo tempo, le sue energie e non si aspetta niente in cambio.

Quando mia moglie una volta si trovò in ospedale e ne uscì con il ventre con un taglio ricucito dal chirurgo che nemmeno il cerotto più grande in vendita in farmacia riusciva a coprire (oltre 20 cm) fui io a prendermi cura di lei. Io soltanto. Non so descrivere i miei sentimenti in quei momenti tanto erano confusi, ma mi presi cura di lei con tutto me stesso: le feci da madre e da padre, oltre che da marito e infermiere. Lei non voleva nemmeno guardare il terribile taglio sulla sua pancia; io invece dovevo guardarlo. Dovevo disinfettare e rinnovare la medicazione, dovevo anche vincere la forte impressione che mi causava la vista di quel taglio.
Amore? Sì.

Perchè ho riferito questo episodio personale? Per illustrare il rapporto che esiste tra Dio e i suoi figli, un rapporto d'amore, non di interesse, un rapporto che supera di molto la bellezza dei rapporti d'amore di cui gli uomini sono capaci.
Il cristiano non spera nella salvezza, egli è già salvo. OGGI! La vita eterna inizia nel momento della sua conversione ed andrà avanti nell'eternità. Questo ha detto Gesù Cristo. Ogni messaggio che si discosta da questo è eresia.


[Modificato da Agabo 13/10/2010 18:12]



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