Ad un Barberini che rese Pasquino famoso con la nota sentenza "Quel che non fecero i barbari fecero i Barberini", seguì un Pamphili i cui fasti si possono comprendere solo facendo riferimento alla più grande Villa e parco esistente a Roma, appunto Villa Pamphili.
Il conclave elesse, tra le varie creature di Barberini, quella non filofrancese rappresentata da Giovanni Battista Pamphili, approfittando nel periodo di transizione in Francia tra Richelieu e Mazzarino che non fece in tempo a mandare i suoi desiderata. Sembrava comunque che il nuovo Papa, Innocenzo X (1644-1655), fosse una creatura di Barberini ma, inaspettatamente, essa si scagliò contro la famiglia a cui doveva i suoi arricchimenti, imponendo ai Barberini il rimborso per le spese di guerra contro il Ducato di Castro e Ronciglione, considerata un'impresa per interessi privati ma caricata sul bilancio dello Stato Pontificio. I Barberini scapparono da Roma rifugiandosi in Francia.
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