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Il significato occulto delle “Tre scimmie sagge” nascosto dall’ elite

Ultimo Aggiornamento: 10/04/2018 14:24
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27/04/2012 10:00
 
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Le tre scimmie misticheLe “Tre Scimmie Sacre” (chiamate anche le “Tre scimmie mistiche”) sono un’antica icona sacra il cui significato originale è stato volutamente nascosto dalla Elite. Conoscere la verità sulla secolare direttiva del “non vedere il male”, “non sentire il male” e “non parlare del male” può essere in grado di arricchirvi in modi che non ritenevate possibili e cambiare la vostra vita per sempre. In questo articolo, scopriremo l’autentico significato del simbolo e vedremo perché esso ci viene nascosto.
L’elite ci ha insegnato (cioè, i mass media e i loro sponsor) che il simbolo rappresenta l’ignorare la cattiva condotta altrui,

 evitando di denunciarla a chi di dovere:

“Nel mondo occidentale la frase viene spesso usata nei confronti di coloro che fanno riferimento alle proprie malefatte, in modo parziale, rifiutando di riconoscerle o fingendo ignoranza.”

-Wikipedia

Il guaio, è che “chiudere un occhio” sulla cattiva condotta altrui non è il vero, autentico e originale significato del simbolo. Si tratta di un falso e corrotto “sostituto”.

IL SIGNIFICATO ORIGINALE DELL’ANTICO SIMBOLO

Il significato originale del simbolo ci viene nascosto (dai poteri che non dovrebbero essere forti) per una buona ragione: La verità è molto più potente, auto-migliorativa, magica e spiritualmente edificante di quanto le Elite possa permettere.

“La sola eccezione, alla vita priva di proprietà materiali, del Mahatma Gandhi, fu una piccola statua delle tre scimmie.”

-Wikipedia

Mizaru, coprendosi gli occhi, non vede il male. Kikazaru, comprendosi le orecchie, non sente alcun male. Iwazaru, coprendosi la bocca, non parla del male. Insieme, le tre scimmie rappresentano il principio del “non vedere il male”, “non sentire il male” e “non parlare del male”.

Ma cosa significa esattamente?

Prendiamo la prima frase: “Non vedere il male.” Significa proprio quello che dice: “Non vedere il male”, o non guardare tutto ciò che è male. Non desiderate il male, non lasciate che entri nel vostro sistema, neppure per un momento.

Perché no?

Avete mai bevuto latte scaduto? Mangiato carne avariata? Formaggio ammuffito? Una volta digeriti vi viene mal di pancia. Il corpo rendendosi conto che sono sostanze tossiche cercherà di espellerle il più velocemente possibile.

Vale la stessa cosa per il male. Quando lo vediamo, lo digeriamo e diventa parte di noi. Bisogna in qualche modo sbarazzarsene, spesso con risultati negativi.

Per molti, l’equivalenza tra l’idea di “vedere” il male e “digerirlo” potrebbe suonare come una cagata. In realtà essa nasconde un principio profondo. Per utilizzare un semplice confronto, è un fatto provato che vedere violenza nei media (cioè, in TV, nei film, nei videogiochi) ci fa pensare ed agire in modo più violento:

“Letteralmente migliaia di studi a partire dagli anni 50 si sono chiesti se esistesse un legame tra l’esposizione a contenuti mediatici violenti e il comportamento violento. Tutti, tranne una ventina scarsa ha dato risultato positivo. Le prove dalla ricerca sono schiaccianti. Secondo la AAP, ‘vaste prove emerse dalla ricerca indicano che la violenza nei media può contribuire ad un comportamento aggressivo, desensibilizzare nei confronti della violenza, avere incubi e paranoie.’ Assistere a spettacoli violenti è legato anche all’avere meno empatia nei confronti degli altri. “

—University of Michigan Health System

Guardare contenuti violenti ci fa agire in maniera più violenta. Allo stesso modo, quando “vediamo il male” lo interiorizziamo. In questo modo esso, diventa una parte di noi, che necessita di uno sfogo. Se non è possibile espellerlo esso si “deposita” nei nostri corpi e nelle nostre menti.

Pertanto, l’antica direttiva “Non vedere il male” è una massima che cerca di proteggeci dal male avvertendoci di non “guardarlo” in primo luogo.

altUna scultura del 17 ° secolo su una porta del famoso santuario Toshogu a Nikko, in Giappone.

La frase successiva, “Non sentire il male”, si basa sullo stesso principio. Quando sentiamo il male, diventa parte di noi. Il nostro corpo lo assorbe come una spugna.

Nel caso del terzo principio, “Non parlare del Male”, le cose sono un pò diverse . Vista e udito sono due dei nostri cinque sensi (insieme al tatto, al gusto e all’olfatto). Il parlare non è però un senso. Vedere e sentire comportano entrambi l’introdurre “qualcosa” nel nostro corpo, mentre il parlare implica l’esternare.

In un certo senso, può essere visto come il risultato dei primi 2 principi. In altre parole, “Non vedendo il male” e ” Non sentendo il male ” sarà possibile “Non parlare del male”, in quanto sarai puro. 1 + 1 = 2.

La domanda è: Perché questa semplice saggezza ci viene tenuta nascosta?

Coloro che non conoscono o ignorano il reale significato di questa iconografia, dovrebbero rendersi conto che essa trasporta una saggezza antica, che può essere fatta risalire a 2500 anni fa: un saggio codice di condotta seguito dalle più alte civiltà in Cina, India, Giappone e altrove. La sua saggezza può essere ritrovata in grandi pensatori come Confucio:

“Non guardare ciò che è contrario alla decenza, non ascoltare ciò che è contrario alla decenza, non parlare di ciò che è contrario alla decenza; non fare nessun movimento che sia contrario alla decenza”

-Confucio, c. 500 aC

Troviamo idee simili in altre religioni e sistemi spirituali. Un esempio è il “Nobile Ottuplice Sentiero” del Buddhismo, che è la guida pratica del Buddha allo sviluppo etico e mentale con l’obiettivo di liberare l’individuo dalla sofferenza, gli attaccamenti e le delusioni e che porta infine a comprendere la verità su tutte le cose:

  • Retta Visione
  • Retta Intenzione
  • Retta Parola
  • Retta Azione
  • Retta Sussistenza
  • Retto Sforzo
  • Retta Presenza Mentale
  • Retta Concentrazione

Nell’antico Zoroastrismo (c. 1200 aC), il termine “Humata, Hukhta, Hvarshta” espresse l’idea principale della religione. Significava: “Buoni pensieri, Buone parole, Buone azioni.”

“Durante l’infanzia dei giovani giapponesi viene instillato un precetto. Si tratta del: “Non vedere il male, Non sentire il male, non parlare del male”

Our Young People, St. Johns Institute For Deaf Mutes, 1910

‘Non vedere il male, non sentire il male, non parlare del male.’; ‘Pensa al male e creerai il male,’ sono proverbi universali vecchi come il mondo”.

—Leonard Stuart, The Cosmic Comedy, 1919

“Sopra la porta del tempio sacro
Siedono nella loro saggezza le tre -
La scimmietta sorda,
La scimmietta muta,
La scimietta che non vede;
Con gli occhi chiusi al male,
Le orecchie che ascoltano solo il bene,
Le labbra mute agli scandali,
Se ne stanno sedute nel loro imperioso silenzio. “

-Sconosciuto

“… Vi consiglio … l’osservanza di un comandamento che esisteva prima di quelli Cristiani o Ebrei.

Farai un patto con i tuoi sensi,
Con il tuo occhio, che non vede alcun male.
Con il tuo orecchio, che non sente alcun male.
Con la tua lingua, che non parla di alcun male.
Con le tue mani che non commettono male.

-Thomas Paine, Città federali, Hotel Lovett, 1802

Che filosofia semplice e pura. Aiuta a voltare le spalle alla negatività distruttiva, a proteggere gli occhi dalle immagini e dalle impressioni che non sono costruttive per la propria crescita spirituale.

NASCOSTO DALL’ELITE

Perché, allora, i mass media incanalano sempre più violenza verso le nostre menti? Perché veniamo bombardati da male, violenza e paura in ogni istante?

I film di Hollywood stanno diventando sempre più sinistri, contorti e malvagi.

I film di Hollywood ci costringono a violare l’antica massima del “Non vedere il male”.

I video giochi per bambini contengono sempre più scene sanguinarie e crude:

altA sinistra: immagine da un violento videogioco per bambini. A destra: Il videogioco ispirato al massacro della Columbine.

Le stazioni televisive stanno mandando in onda una programmazione sempre più inquietante e oscena.

altI suoni e le immagini violente provenienti dalla televisione si immagazzinano nel nostro cervello. Quando finisce il programma o il film, essi continuano a girovagare nei nostri pensieri, consciamente e inconsciamente, sfociando in comportamenti scorretti.

Anche la musica si è incupita negli ultimi decenni, diventando più violenta in termini di testi, copertine degli album, video e artworks connessi:

altL’industria musicale, controllata e comandata dall’Elite, promuove la violenza tra le giovani generazioni.

Aggiungi a tutto questo la dose di veleno di telegionali e programmi di cronaca. Ogni giorno le notizie parlano più o meno delle stesse terribili cose: “Dieci morti, Sei donne violentate, Feriti per arma da fuoco, Attentati dinamitardi, il terrore arabo, l’odio razziale o di genere, la corruzione dei politici, il collasso economico. “

altGuardando il telegiornale permettiamo al male, alla violenza e all’odio di entrare dentro di noi.

Quando guardiamo le news quasi sempre sentiamo parlare di un evento violento. Veniamo bombardati di violenza. Come vi fa sentire? Tristi, spaventati, nervosi, arrabbiati, depressi e così via. Giusto?

Ora, cosa succederebbe se ti accorgessi che questo Male viene indirizzato su di te … di proposito? Perchè è proprio così, l’elite lo sta facendo di proposito. Il loro obiettivo è quello di destabilizzare la società impedendoci di diventare spiritualmente migliori. Allo stesso tempo, stanno nascondendo l’antica saggezza del “non vedere il male”, “non sentire il male” e “non parlare del male”, privandoci del principale strumento/insegnamento con il quale potremo difenderci.

Come molti altri insegnamenti che portano con se una grande saggezza, quello delle tre scimmie è stato capovolto e viene ora utilizzato contro di noi come un’arma. La massima è stata pervertita nel “Vedi il Male”, “Ascolta il Male”, “Parla del male”, un meccanismo di controllo che blocca la luce, oltre che la crescita spirituale e impedisce la rivelazione dolce e graduale di verità spirituali sempre più altre, la saggezza e la realizzazione di se stessi.

alt

Il male che siamo costretti ad ingoiare è molto più dannoso di quanto possiamo immaginare. Sta avendo più effetti negativi di quanto pensiamo. Instilla il cancro nei nostri corpi e nelle nostre menti. Veniamo costantemente esposti a mali terribili e visto che non ce ne rendiamo conto, non riusciamo neppure a sbarazzarcene a livello conscio. Peggio ancora, siamo partecipanti volontari alla sua canalizzazione, non per scelta, ma perché crediamo sia normale, essendo nati e cresciuti in questo sistema. Non ci rendiamo conto che tutto è stato appositamente progettato per destabilizzarci mentalmente e fisicamente, mantenendo le elite al potere e le masse schiavizzate, sottomesse e impaurite.

COMBATTENDO I POTERI CHE NON DOVREBBERO ESSERE FORTI

Cosa possiamo fare per combattere tutto ciò?

Spegnete la TV! Smettete di sostenere Hollywood! Smettere di comprare i biglietti per il cinema! Non comprate inutili riviste. Cercate di condividere, soprattutto tra i giovani l’idea, che il sistema è malato e viziato.

Assicuratevi di sapere che esistono molti modi positivi di liberare il male che consumiamo. L’esercizio (fisico e mentale), la meditazione, la scrittura, la lettura, il jogging, il canto, una corsa in bicicletta. Pure il sesso. Nell’antichità, vennero create le Olimpiadi in modo che le città-stato e i regni avessero potuto sfogare la propria rabbia repressa e le proprie ostilità in modo positivo e gioioso.

altGli antichi fondarono i giochi olimpici per incanalare il male che provavano gli uni verso gli altri in modo costruttivo. Oggi questa saggezza è andata perduta.

Sì, al mondo esiste il male (terroristi con bombe, assassini, carestie, banche che vogliono portarti via la tua vita ecc…). Ma ricordate sempre che il male e la paura stanno succedendo “al di fuori” e non “in voi.” Tutte le cose negative che accadono “là fuori” non potremo controllare fino a quando non avremo la padronanza su ciò che accade dentro di noi. Questo percorso inizia riuscendo a gestire i nostri sentimenti e le nostre reazioni agli eventi esterni. Abbiamo il potere di cambiare questi eventi e la chiave per questo potere consiste nel cambiare noi stessi. Ne consegue, che ognuno di noi possiede un potere immenso.

Non appena avvertite paura, riconoscetela solo come un pensiero e chiedetevi consapevolmente: perché ho paura? La mia paura deriva da una immediata minaccia al mio benessere o alla mia sicurezza? Se la risposta è negativa allora si tratta di una illusione che va eliminata. Il più delle volte, temiamo le cose che la nostra mente inventa. Cose che potranno accadere nel futuro, ma che non ci sono ancora realmente capitate. Se permetteremo a questa paura di persistere, attrarremo probabilmente le cose che più temiamo.

CONCLUDENDO

L’antico e autentico significato delle tre scimmie sagge è stato censurato, vietato, e tenuto nascosto alle masse. Ha avuto origine in Oriente e i “poteri che non dovrebbe essere forti” introducendolo in occidente ne hanno manipolato il significato. Ora, infatti, l’icona rappresenta qualcosa di totalmente estraneo al suo significato originale.

Se volete vedere un reale cambiamento nella vostra vita, potreste stamparvi una foto del simbolo delle Tre Scimmie Sagge e tenerlo sulla vostra scrivania o in macchina. Oppure potreste fare come Ghandi. Il male si sviluppa come un cancro. Una volta isolato, morirà da solo.

Fonte

http://www.neovitruvian.it/2012/04/25/il-significato-occulto-delle-tre-scimmie-sagge-nascosto-dallelite/




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Quella più istruita sono riuscito a catturarla io!!!!

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Il sito originale dell'articolo, Neovitruvian, è morto. E io uppo l'articolo che è quanto mai attuale.



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Per curiosità... posso chiedere come mai ci tieni tanto a questo articolo?
[Modificato da Rainboy 12/09/2014 21:54]
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Re:
Rainboy, 12/09/2014 21:54:

Per curiosità... posso chiedere come mai ci tieni tanto a questo articolo?




Perchè mi ricorda quello che diceva sempre mia madre quando eravamo piccoli e non voleva che vedessimo certi film e scene violente.

La violenza si insegna e a me non è mai piaciuto vedere scene truculente partorite dalla fantasia altrui. Perchè qualcosa rimane.



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13/09/2014 01:26
 
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Per la serie, non giocare a un videogioco sparatutto o finirai per sparare ai passanti?
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13/09/2014 01:41
 
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Re:
Rainboy, 13/09/2014 01:26:

Per la serie, non giocare a un videogioco sparatutto o finirai per sparare ai passanti?




Rain, tu giustamente ragioni già da adulto. Ma abituare un bambino a sparare sui passanti a un videogioco lo fa

"assuefare" all'idea. Pensaci, e vedrai che la cosa non è poi tanto fuori dalla realtà...

Altrimenti, secondo te, perchè fare dei videogiochi violenti? Per diletto? Io non ci provo nessun gusto, nemmeno per finta, ma a furia di farlo... tutto diventa normale.

Già la violenza è insita nell'uomo, chi di noi non ha giocato agli indiani da piccolo, e sparato con pollice e indice? Ma nel videogioco tu vedi una simulazione della realtà troppo realistica. Non è facile da spiegare, ma la violenza chiama sempre violenza, non si scappa.



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Re: Re:
kelly70, 13/09/2014 01:41:




Rain, tu giustamente ragioni già da adulto. Ma abituare un bambino a sparare sui passanti a un videogioco lo fa

"assuefare" all'idea. Pensaci, e vedrai che la cosa non è poi tanto fuori dalla realtà...

Altrimenti, secondo te, perchè fare dei videogiochi violenti? Per diletto? Io non ci provo nessun gusto, nemmeno per finta, ma a furia di farlo... tutto diventa normale.

Già la violenza è insita nell'uomo, chi di noi non ha giocato agli indiani da piccolo, e sparato con pollice e indice? Ma nel videogioco tu vedi una simulazione della realtà troppo realistica. Non è facile da spiegare, ma la violenza chiama sempre violenza, non si scappa.




Non lo so, Kelly, io tendo a vedere queste cose un po' alla rovescia. I videogiochi hanno assunto tutti quei ruoli ludici che un tempo venivano svolti dai libri e dai giocattoli, e che sono sempre stati necessari per soddisfare la natura umana, incluso il desiderio di tirare fuori in qualche modo (innocuo) la propria violenza interiore.

Hai mai letto un libro di Salgari? Qualcuna delle avventure di Sandokan? Potrebbero essere trasposte in videogiochi pagina per pagina. Consistono tutte in una lunga catena di omicidi, carneficine, imboscate e battaglie, occasionalmente accompagnate da scene di tortura; il tutto descritto con minuzia di dettagli e accorpato in delle "missioni" contro "imperi del male", occasionalmente inframezzate da qualche breve amore cavalleresco e da delle esotiche descrizioni di paesaggi mozzafiato. Spesso al termine del libro si trovava addirittura un vero e proprio "boss finale". Naturalmente ogni libro è fatto per portarti a immedesimarti nel protagonista, e glissa su qualsiasi problematica morale con la stessa noncuranza di un film di Arnold Schwarzenegger. Li ho letti quando ero ancora un bambino, e li ho trovati subito irresistibili.

Ti dico come la penso io: quando un ragazzino perde il contatto con la realtà mentre gioca a un videogioco, non è perché gioca a quel videogioco, è perché non ha nient'altro se non quel videogioco nella sua vita, e QUESTO è il problema da risolvere, un problema che avrebbe portato a spiacevolissime conseguenze anche se fossimo stati ai tempi di Salgari e lui non avesse avuto altro da fare che leggere quei libri.



[Modificato da Rainboy 13/09/2014 15:48]
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13/09/2014 15:37
 
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Re: Re: Re:
Rainboy, 13/09/2014 15:09:




Non lo so, Kelly, io tendo a vedere queste cose un po' alla rovescia. I videogiochi hanno assunto tutti quei ruoli ludici che un tempo venivano svolti dai libri e dai giocattoli, e che sono sempre stati necessari per soddisfare la natura umana, incluso il desiderio di tirare fuori in qualche modo (innocuo) la propria violenza interiore.

Hai mai letto un libro di Salgari? Qualcuna delle avventure di Sandokan? Potrebbero essere trasposte in videogiochi pagina per pagina. Consistono tutte in una lunga catena di omicidi, carneficine, imboscate e battaglie, occasionalmente accompagnate da scene di tortura; il tutto descritto con minuzia di dettagli e accorpato in delle "missioni" contro "imperi del male", occasionalmente inframezzate da qualche breve amore cavalleresco e da delle esotiche descrizioni di paesaggi mozzafiato. Spesso al termine del libro si trovava addirittura un vero e proprio "boss finale". Naturalmente ogni libro è fatto per portarti a immedesimarti nel protagonista, e glissa sul qualsiasi problematica morale con la stessa noncuranza di un film di Arnold Schwarzenegger. Li ho letti quando ero ancora un bambino, e li ho trovati subito irresistibili.

Ti dico come la penso io: quando un ragazzino perde il contatto con la realtà mentre gioca a un videogioco, non è perché gioca a quel videogioco, è perché non ha nient'altro se non quel videogioco nella sua vita, e QUESTO è il problema da risolvere, un problema che avrebbe portato a spiacevolissime conseguenze anche se fossimo stati ai tempi di Salgari e lui non avesse avuto altro da fare che leggere quei libri.







Il problema, come fai giustamente notare, è sempre l'esagerazione e la perdita di contatto con la realtà. Ma come faciamo a sapere quando la mente di un bambino supera il confine? Una "sana" dose di aggressività è addirittura necessaria, ma se sconfina nel patologico da cosa dipende? Ognuno ha una personale soglia di tolleranza?

Ricevere "passivamente" grandi dosi di violenza da tv e videogiochi, può alterare la percezione del limite della violenza? Io credo che su un bambino piccolo abbia effetti deleteri.



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13/09/2014 16:04
 
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Re: Re: Re: Re:
kelly70, 13/09/2014 15:37:




Il problema, come fai giustamente notare, è sempre l'esagerazione e la perdita di contatto con la realtà. Ma come faciamo a sapere quando la mente di un bambino supera il confine? Una "sana" dose di aggressività è addirittura necessaria, ma se sconfina nel patologico da cosa dipende? Ognuno ha una personale soglia di tolleranza?

Ricevere "passivamente" grandi dosi di violenza da tv e videogiochi, può alterare la percezione del limite della violenza? Io credo che su un bambino piccolo abbia effetti deleteri.



Ma noi non dobbiamo sapere quando la mente di un bambino supera il confine, cosa che tra l'altro presupporrebbe che lo avessimo lasciato andare fin là... noi dobbiamo soltanto essere dei buoni genitori, incoraggiarlo (nel modo giusto) a interagire in modo sociale, essere attenti alle sue problematiche, coltivare il proprio rapporto con lui, e perché no, magari anche istruirci un po' nella psicologia infantile e usarla per meditare sulle nostre azioni e sull'immagine che gli trasmettiamo.
Un bambino sano NON tende a isolarsi spontaneamente, non importa quanto sia "bello" il videogioco, o il libro. Se si isola, vuol dire che sta reagendo a qualcosa; c'è una radice, che giusto per essere chiari spesso consiste in dei problemi sociali e/o familiari importanti; sono questi che vanno affrontati.
Il resto, per quanto mi riguarda, fino a prova contraria è fuffa.

N.B. con questo non voglio dire che rifiuterei a priori l'idea di una "etica per i videogiochi", ma quello è un discorso differente, di cui magari parliamo in un'altra occasione. Anche perché è complicato.


[Modificato da Rainboy 13/09/2014 18:22]
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