L'inquieta soubrette Sara Tommasi, alla ricerca della notorietà a ogni costo, ormai ha stufato tutti. Forse anche la Madonna
Ma chi è Sara Tommasi? Prima il web ce ne ha mostrato le pudenda esibite in tv da Chiambretti, e non ha funzionato. Poi c'è stato il coinvolgimento nel più grande, recente e succoso sexygate d'Italia nel quale la Tommasi, implicata nel processo della Procura di Napoli collegato al caso Ruby, aveva dichiarato che «qualcuno», forse i servizi segreti, aveva «impiantato dei microchip» a sua insaputa (ma questa non l'avevamo già sentita?) all'interno del suo corpo, e lasciamo ai lettori il grato compito di immaginarsi dove, per indurla al sesso e alle presidenziali orge.
Poi, o forse prima, c'era stata la pellicola porno: un fiasco completo, una carriera stroncata sul nascere nientemeno che da Rocco Siffredi, il quale ha dichiarato senza mezzi termini che «quel film non ha nulla a che vedere con l'hard. È squallido e senza senso. È palese che lei non stia bene, ma questo già si sapeva da quando sono stati resi pubblici gli sms hot che mandava in giro a politici e personaggi famosi. Prodotti del genere fanno solo male al cinema hard». Se lo dice lui.
Poi la soubrette, non paga di sensazionalismo fine a se stesso - perché fine alla sua carriera di certo non lo è stato - ha messo il suo corpo, per dirla con le sue parole, «al servizio di una buona causa»: si è spogliata di fronte a un Bancomat in un video che Alfonso Luigi Marra, politico che ha girato più partiti persino di quanti ne abbia fatti passare Sandro Bondi, ha realizzato per il Comitato promotore del referendum contro gli illeciti delle banche (si presume non quelle che finanziano le sue strategie promozionali).
Ma niente: Sara Tommasi non sfondava. Eclissata, nella variegata esibizione della sua farfallina, addirittura da quella di Belen, la povera soubrette non è mai emersa dal pietoso limbo di esagerazioni dal quale tentava (e tenta) affannosamente di attirare l'attenzione su di sé. Non le restava che una via che forse, visti i tempi, è quella di più sicuro impatto: la conversione.
Così i media hanno seguito, a onor del vero senza troppa convinzione, il pellegrinaggio di Sara a Medjugorje, dove la soubrette si è recata accompagnata da don Michele Barone in persona, amico - udite udite - della peccatrice redenta Claudia Koll.
Quarto d'ora di celebrità anche per la mamma della Tommasi, la signora Cinzia, che secondo la figlia sta cercando di tenere Sara lontana dall'ambiente, per così dire, dello «spettacolo», benché nel suo caso non si tratti certo delle prime alla Scala. «Mia madre dice che ho bisogno di cure, che mi devo disintossicare. Ma io ammetterò di far uso di droghe solo quando la magistratura avrà provato che è così». Bene. Allora tutti al santuario mariano in attesa del miracolo che neppure i giudici, a quanto pare, saranno in grado di far accadere: e qui, o meglio lì a Medjugorje, ha luogo il memorabile ed essenziale colpo di scena.
Esclamando che «è stata un'esperienza intensa e vera. Tutti abbiamo bisogno di credere in un miracolo, ma non credo che ci tornerò», la candida Sara ha in pratica dichiarato che il sospirato miracolo non c'è stato. E non ci sarà. Peccato non poter sentire il parere della Madre celeste in persona, che si nega a chi la cerca con tanto fervore: ma c'è da scommettere che della capricciosa soubrette si sia stancata pure lei.
Belinda Malaspina
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