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Perché Berlusconi torna

Ultimo Aggiornamento: 28/10/2012 23:00
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28/10/2012 15:25
 
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Il primo obiettivo: le urne a febbraio. Ma il PdL è spaccato. E gli alleati...

Il giorno dopo è sempre il più duro. La giravolta di Silvio Berlusconi, che in due giorni prima annuncia il ritiro e poi cambia idea, preconizzando un nuovo impegno nemmeno tanto chiaro negli atti da compiere, agita la politica italiana. Dove tutti sono alla ricerca del perché. Paola Di Caro sul Corriere della Sera racconta cosa sta accadendo tra il Cavaliere e il PdL:

In pubblico è mancato solo lo sfogo affidato a pochi fedelissimi: ho fatto tutto quello che mi chiedevano— il senso della sua lamentela —, mi sono dimesso, ho sostenuto leggi impresentabili, ho dato retta ai consigli di Napolitano, ho appoggiato Monti in pubblico e in privato e il risultato è una sentenza così? Ma allora, lo hanno sentito dire, «se l’obiettivo è ammazzarmi, io lo rovescio il tavolo». Per ora lo ha afferrato, scosso e fatto cadere qualche bottiglia.

Ma le conseguenze del gesto di essere tornato alla guida politica del partito, e della minaccia di togliere presto la fiducia a Monti, già sconquassano Pdl e scena politica:

Raccontano che Berlusconi, ieri, non abbia nemmeno nominato Alfano. Deluso, amareggiato, furioso col mondo intero, di quello che pensa il segretario del Pdl sconfessato ieri nel suo ruolo e nella sua linea politica moderata e europeista gli importa poco. Come poco, pochissimo, gli interessano le primarie, visto che la campagna elettorale vuol farla lui sulla piattaforma programmatica bomba enunciata ieri, che è in netta contraddizione con quella sponsorizzata quasi all’unanimità dai vertici del Pdl.

Per Francesco Verderami, sempre sul Corriere, nel messaggio di Berlusconi c’era anche una chiara offerta al Partito Democratico:

«Prepariamoci a votare a febbraio ». Ecco, il messaggio è stato recepito nel Palazzo, che ha interpretato la mossa di Berlusconi come una chiara offerta al Pd: chiusura anticipata della legislatura, voto a febbraio con il Porcellum e accorpamento delle elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia. Uno scenario drammatico per il Pdl in fase di ricostruzione e non preventivato dalla galassia centrista in via di formazione. Ma che è allettante per Bersani, a cui viene proposto un patto che il segretario democrat non deve nemmeno sottoscrivere, anzi può respingere con toni formalmente sprezzanti e ostili. «Il patto non c’è e non ci sarà», dice infatti il pd Latorre: «Certo, quanto ha detto Berlusconi è unmacigno sulla strada della prosecuzione della legislatura». Tutto come da copione. Anche perché, rientrando in scena a affondando il colpo contro il premier, il Cavaliere azzoppato fornisce due assist allo schieramento avverso: sgombra il campo dall’ipotesi del Monti bis dopo il voto, che fino ad oggi era il vero ostacolo per Bersani sulla via di palazzo Chigi, e garantisce al Pd un «nemico» contro cui impostare la campagna elettorale.

In questa infografica di Centimetri si ripercorrono le tappe della carriera politica del Cav.:

Libero apre la prima pagina con una vignetta significativa:

Il commento di Maurizio Belpietro è come al solito entusiasta:

Berlusconi dopo mesi di titubanza, e dopo aver perfino lasciato capire di essere pronto a sostenere il presidente del Consiglio anche nella prossima legislatura, ora dice senza peli sulla lingua quel che pensa, che poi è ciò che pensa il suo popolo. E questa è sempre stata la carta vincente del Cavaliere: a differenza del resto della classe politica, lui non racconta le cose con diplomazia o pesando le parole, ma dice quel che ha in testa. Cosa che lo ha reso ultra popolare e gli ha regalato uno straordinario consenso. Una popolarità e un consenso che hanno fatto dimenticare anche tanti dei suoi errori, consentendogli di ribaltare i peggiori pronostici e di durare più di qualsiasi altro politico italiano. Ce la farà anche questa volta? Difficile rispondere, i tempi sono diversi, le condizioni avverse e lui ha 76 anni. Una cosa però ci sentiamo di dire: l’unico che ce la può fare è ancora lui. Rieccolo.

I guai, spiega Salvatore Dama, sono tutti per Alfano:

È l’anatomia di un partito diviso in due. Due istantanee: Villa Gernetto, dove ad applaudire il Cavaliere c’è anche Roberto Lassini, il candidato che stampò i manifesti “Via le br dalle procure”; il terminale delle agenzie di stampa, dove per un giorno Alfano figura soltanto per le condoglianze inviate ai familiari del povero senatore Angelo Cicolani prematuramente scomparso. Per il resto, silenzio.C’è poco da dire. È vero che Silvio ha precisato di non volersi candidare a premier, ma un Cavaliere così arrembante non è perimetrabile. La campagna elettorale che ha annunciato di voler fare rischiadi svuotare di significato le primarie. Ma anche la trama che con difficoltà Angelino stava iniziando a tessere per riorganizzare i moderati. Progetto che si reggeva proprio sul presupposto dell’uscita di scena delCavaliere.

Ugo Magri sulla Stampa disegna un’altra motivazione per le gesta del Cav.:

Una spiegazione c’è. Pare che nei giorni scorsi abbia visto, riservatamente, un paio di volte Maroni. E che tra i due sia stato sostanzialmente siglato l’accordo: Bobo si candiderà in Lombardia sulle ceneri di Formigoni, in cambio la Lega stringerà alleanza con il Cavaliere alle prossime Politiche. Ma per stringere patti il Carroccio, si sa, chiede che Monti venga mandato a casa. Di qui l’accelerazione sulla Merkel, sulla recessione e sul resto.

Infine, Alessandro Sallusti sul Giornale immagina due strade da percorrere dopo la svolta di ieri:

La prima: il Pdl la smette di prendere strade pericolose per le nostre libertà fondamentali e si riaffida completamente al suo fondatore. La seconda: parte del Pdl preferisce allearsi con le sinistre più o meno mascherate e i partiti delle tasse,e allora potrebbe nascere un soggetto politico completamente nuovo nel nome di Silvio Berlusconi.Come andrà a finire lo sapremo nelle prossime ore. Non tante, perché adesso è concreta la probabilità che il governo Monti(fischiato ieri da militari e studenti)venga fatto cadere sulle imminenti nuove misure recessive che ha proposto al Parlamento. Allora addio primarie e tatticismi. Si andrà a votare,finalmente.E Berlusconi, in qualche modo, ci sarà.

[Modificato da kelly70 28/10/2012 15:26]



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