È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Nibiru: leggenda o verità? Ison ed il Pianeta X

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2013 23:51
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 14.714
Post: 9.849
Sesso: Femminile
Utente Gold
Madre Badessa
23/04/2013 23:50
 
Quota

Corpi celesti anomali in avvicinamento al Sole

 

Pianeta XLa recente esplosione in atmosfera di un piccolo asteroide di alcune migliaia di tonnellate – avvenuta nei cieli della Russia lo scorso febbraio 2013 – impone delle riflessioni doverose, che secondo lo studioso Luca Scantamburlo, vanno opportunamente contestualizzate, anche alla luce di testimonianze scomode che lo stesso Scantamburlo, ricevette negli anni 2006 e 2008 e che fino ad ora ha ritenuto opportuno non divulgare, in parte per un suo personale atteggiamento guardingo, ma soprattutto per accontentare le richieste di una delle sue fonti riservate e per raccogliere materiale ed informazioni che comprovassero o smentissero i dati in suo possesso.

GLI ASTEROIDI ESPLOSI SULLA TERRA NEL 2009 IN INDONESIA, ED IN RUSSIA NEL 2013.

A cura di Luca Scantamburlo -

Le fonti anonime costituiscono sempre una grande insidia. Possono aiutare, ma allo stesso tempo anche depistare.Ma i tempi mi sembrano ora maturi. Gli eventi incalzano. Sento una responsabilità nei confronti del pubblico. Certe informazioni a mio avviso ora devono diventare gradualmente di pubblico dominio, ed anch’io sono in attesa di ulteriori elementi che possano fornire un quadro più chiaro della situazione, sempre ammesso che le mie fonti – dopo anni di prudente e comprensibile silenzio – decidano di farsi avanti nuovamente, dandomi modo ad esempio di verificare le loro credenziali. Ma apprezzerei anche un semplice ed isolato aiuto tecnico per comprendere meglio la natura dei corpi celesti anomali in avvicinamento al Sole. Anche da parte di terzi competenti in materia. Le immagini della scia bianca nel cielo della città di Chelyabinsk, in Russia, devono farci riflettere: parlo della recente esplosione dell’asteroide in Russia (15 febbraio 2013), la quale può costituire un evento precursore, una sorta di evento sentinella. Si tratta dell’esplosione naturale in cielo più grande dopo quella avvenuta nella regione siberiana dei fiumi Tunguska, nel 1908.

Ma andiamo con ordine: alcuni anni fa diffusi uno scritto in Rete che commentava una singolare decisione presa dai vertici militari americani: <<Classificate le immagini dei bolidi? Quali pericoli dallo Spazio? Le Forze Militari americane decidono d’interrompere il rilascio della documentazione fotografica satellitare sui fenomeni dei bolidi e delle palle di fuoco in atmosfera. Cosa si cela dietro questa decisione?>> Luca Scantamburlo per Misteritalia, 02/07/2009

http://misteritalia.myblog.it/archive/2009/07/02/classificate-le-immagini-dei-bolidi-quali-pericoli-dallo-spa.html.

 

Di tale improvvisa decisione di classificare le informazioni sulle palle di fuoco, ho parlato anche nel mio ultimo saggio dedicato alla controversa questione del Pianeta X ed al mito mesopotamico di Nibiru (Apocalisse dallo Spazio. L’avvento di Nibiru e dei Vigilanti, Lulu.com, 2011).

Ebbene, l’apparente intensificarsi del fenomeno dei bolidi in tutto il mondo (meteore capaci di illuminare a giorno il cielo notturno) potrebbe essere in relazione con la discutibile decisione presa dai vertici militari degli Stati Uniti in tempi non sospetti. Anche perché nel mio saggio Apollo 20. La rivelazione (2010-2011), ricordavo come altri asteroidi sono esplosi (fortunatamente senza danni) in anni recenti prima di raggiungere il suolo: nei cieli del Sudan nell’ottobre 2008 (con tanto di fotografia dal satellite Meteosat-8), e nei cieli dell’Indonesia il 9 ottobre 2009 (si veda in proposito il servizio di Giovanni Caprara per il Corriere della Sera, 2 novembre 2009), ed in quelli russi nel febbraio 2013, con un asteroide della grandezza compresa fra i 17 ed i 20 metri circa. L’asteroide esploso in Sudan fu scoperto poco prima di impattare sulla Terra, e fu la prima volta che un asteroide impattante fu pubblicamente annunciato poco prima della sua caduta (Arizona University, Osservatorio Mt. Lemmon, Asteroide 2008 TC3).



Per quanto concerne le esplosioni in Indonesia (ottobre 2009) ed in Russia (febbraio 2013), esse sono state avvertite chiaramente dalla spaventata popolazione presente al suolo, ed entrambe le esplosioni hanno lasciato polveri e fumo in atmosfera, visibili da terra. Tuttavia l’esplosione in Sudan dell’asteroide di qualche metro di diametro non è inconsueta. Come osservato da alcuni addetti ai lavori, è probabile che ogni anno vi siano alcune esplosioni di tale magnitudine senza che esse vengano rilevate da noi e dai nostri strumenti. Quindi è un episodio rilevante soltanto a causa della scoperta telescopica in anticipo dell’oggetto asteroidale, prima dell’impatto, ma statisticamente rientra nella norma. Invece le altre due esplosioni, quella del 2009 e del 2013, indicano a mio avviso un dato anomalo rispetto alla media delle esplosioni asteroidali studiate e relative alla storia della Terra. Infatti oggetti asteroidali di 10 metri di grandezza (come quello esploso in Indonesia) cadono sulla Terra ogni 10 anni circa, mentre qui il dato indica che in meno di quattro anni abbiamo avuto due sensibili esplosioni di discreti corpi spaziali naturali impattanti (cfr. <<Asteroid blast reveals holes in Earth’s defences>>, articolo di David Shiga, 26 ottobre 2009, New Scientist). L’asteroide, in entrambi gli ultimi due casi, è esploso fra i 12 ed i 23 km di altezza rispetto alla superficie terrestre. Si consulti per maggiori informazioni l’articolo di Brown et al., intitolato <<The Flux of Small Near-Earth Objects colliding with the Earth>>, Nature), ove si specifica che un oggetto capace di esplodere con 50 kton di potenza, colpisce la terra ogni 10 anni, Nature, vol. 420, 21 novembre 2002.

In ogni caso sono del parere che la grandezza di quelli caduti recentemente è al limite o superiore alla grandezza citata, e dunque abbiamo uno scostamento dalla media rispetto alla dimensione.

Anche l’energia rilasciata dalle esplosioni citate è un dato significativo: è crescente, in ordine cronologico: 1 kilotone per quello in Sudan, 50 chilotoni per quello in Indonesia (equivalente a 50 mila tonnellate di TNT, 3 volte la potenza della bomba atomica di Hiroshima) e 500 kilotoni per quello esploso in Russia (cfr. anche <<Asteroide esplode in cielo. Un’onda d’urto da atomica>>, 16 febbraio 2013, di Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera, e l’articolo <<Nella città sfregiata dal meteorite “I militari non ci hanno protetto”>>, sempre a firma di Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera, 17 febbraio 2013. Stime più recenti hanno parlato di 440 kilotoni, ma si tratta sempre di circa tre decine di volte l’energia rilasciata dalla citata bomba nucleare sganciata dagli Americani sulla città giapponese di Hiroshima nell’agosto del 1945. Da notare che l’uso di meteorite è improprio, in quanto il fenomeno celeste di cui si discute è tecnicamente l’esplosione di un “superbolide”, una meteora di natura asteroidale; meteorite è il termine usato per il frammento di roccia che cade al suolo e che può essere ritrovato. Per avere ulteriori dettagli sull’asteroide impattante nei cieli della città russa di Chelyabinsk, invito il lettore a leggere il rapporto <<Additional Details on the Large Fireball Event over Russia on Feb. 15, 2013>>, di Don Yeomans & Paul Chodas, NASA/JPL Near-Earth Object Program Office, 1 marzo 2013.

Dunque negli ultimi quattro anni la Terra è stata colpita da almeno 2 asteroidi di dimensioni superiori alla media di quelli che esplodono in atmosfera ogni anno; l’ultimo dei quali (quello di 17 metri in Russia, il 15 febbraio 2013) ha provocato più di mille feriti e notevoli danni a vetri e strutture degli edifici, a causa dell’onda d’urto della esplosione avvenuta in atmosfera.

Che cosa sta succedendo? Se Caprara ricordò sulle pagine del Corriere della Sera nel 2009 che già allora i vertici di NASA ed dell’USAF (Aeronautica Militare degli Stati Uniti) erano molto preoccupati, si comprende bene che l’asteroide esploso in Russia pochi mesi fa potrebbe rientrare in un’avanguardia, ovvero in una serie paventata dalle alte sfere militari e scientifiche, anche se ufficialmente si tratta di una ipotetica serie taciuta per motivi di sicurezza nazionale (o di ordine pubblico).

Ma che cosa provocherebbe l’aumento del rischio di impatto con il nostro pianeta? Quale forza gravitazionale sta alterando le orbite degli oggetti asteroidali già presenti nei pressi della Terra, oppure sta addirittura incrementando il materiale di debris presente nel Sistema Solare? C’è il rischio di uno sciame cometario imminente e destinato ad incrociare l’orbita terrestre?

2013: L’ANNO DELLE COMETE

Altro dato pregnante è il susseguirsi di scoperte di oggetti cometari: non a caso l’anno 2013 è da più parti indicato come l’anno delle comete. La scoperta della misteriosa cometa Ison (settembre 2012) – oggetto celeste iniziamente catalogato come oggetto asteroidale – è un ulteriore indizio di qualcosa di notevole che sta accadendo nello Spazio. Infatti la cometa Ison mostra elementi orbitali e soprattutto apparenti dimensioni del suo falso nucleo (il nucleo solido è occultato dai gas e dalla polvere costituenti la chioma della cometa) di proporzioni inusuali: può essere catalogato, a mio avviso, come un corpo celeste anomalo in avvicinamento al Sole, e che rifugge dal modello di cometa associato all’immagine di un piccolo iceberg o di una palla di neve sporca, modello per tanti anni portato avanti dall’establishment scientifico. Giustamente c’è chi – in Rete, sulla base di validi ragionamenti – ha dedotto alcune stime possibili per il diametro del suo nucleo ottenendo valori incredibili: migliaia di chilometri.

Gli scienziati accreditati – come quelli che lavorano all’Università del Maryland, negli USA – sono di altro avviso. Sostengono che è già possibile avere un’idea delle dimensioni del nucleo, a partire dalla quantità di polvere ed acqua rilasciata ogni minuto dalla cometa. Usando i dati dello strumento UVOT in dotazione al satellite Swift (NASA), gli scienziati hanno recentemente stimato un nucleo dal diametro compreso fra 1 e 10 km. La cometa Ison avrebbe dunque un nucleo ordinario, perfettamente nella norma delle comete studiate da secoli. Qual è la verità?

 

ANNO 2006, PRIMO INSIDER RIVELA: UN PIANETA SCONOSCIUTO SORVOLATO SEGRETAMENTE DALLA PIONEER 10

Dall’agosto 2006 sino alla fine dello stesso anno ricevetti alcune informazioni da una mia fonte, la cui identità non mi è ancora oggi nota. Il mio interlocutore – ad eccezione del primo contatto che consistette in un normale invio di posta elettronica, con files allegati – fu molto prudente successivamente in quanto scelse una modalità di comunicazione elettronica che lo mise al riparo dall’essere individuato da me. Invece l’indirizzo email da lui usato la prima ed unica volta, risultò subito inattivo o comunque rigettò senza recapitarla qualunque mia email. L’unico modo di interloquire con lui da parte mia fu sotto le sue condizioni: per replicargli dovetti espormi ogni volta (seppur celato da un nickname) pubblicamente su un forum di discussione, in Rete. Mi impose di aprire una discussione in Internet con un denominato nome oggetto, e quello fu il modo per identificarmi. Di tale vicenda rivelai alcuni dettagli soltanto in occasione di alcuni miei interventi pubblici che feci anni fa in alcune città italiane. Per iscritto, è la prima volta che la divulgo. Alcuni elementi (pochi) relativi al profilo di questa mia fonte mi sono noti (non ho avuto tuttavia la possibilità di verificarne l’autenticità) ma ritengo opportuno non rivelarli allo scopo di proteggere il soggetto autore della fuga di informazioni, con cui comunque instaurai un rapporto di fiducia, seppur di pochi mesi. Rivelerò in questo scritto soltanto i dati ed il materiale che reputo funzionali al discorso ed alla logica dell’argomento di cui voglio occuparmi: il Pianeta X ed il mito di Nibiru. Quali relazioni vi sono fra le due questioni e quanta verità si nasconde dietro di esse?

La mia fonte anonima – dichiaratasi un europeo (ometto qui la sua nazionalità) ed un addetto ai lavori nel campo di studio degli astri e degli spazi interstellari – mi inviò nell’agosto 2006 due immagini relative ad un pianeta apparentemente sconosciuto, in quanto a mio parere non ha nulla a che fare con i giganti gassosi come Giove, Saturno, Urano o Nettuno. La mia fonte collegò subito le 2 immagini alle stesse che il noto divulgatore Adriano Forgione (già consulente per la trasmissione Voyager della Rai) pubblicò a suo tempo sulle pagine delle riviste con cui lavorava. Esse – da un semplice confronto – sono effettivamente le stesse pubblicate più di una dozzina di anni fa. Di esse esistono da anni in Rete versioni a bassa risoluzione, sgranate, e che non consentono di apprezzare i dettagli dell’atmosfera di tale pianeta sconosciuto. Purtroppo ancora oggi diversi ufologi e ricercatori vari le attribuiscono alla sonda Siloe, commettendo così un equivoco.

Ho appreso in seguito che tali versioni presenti in Internet, sarebbero solo una scansione fatta in fretta (ed in toni di grigio) delle immagini pubblicate sulle riviste. Si tratta di Nibiru, l’antico astro mesopotamico? E soprattutto: Nibiru e la questione del Pianeta X si riferiscono al medesimo corpo celeste oppure sono questioni distinte? Curioso che il nickname sicuramente fittizio – scelto inizialmente dalla mia fonte in occasione del nostro primo contatto – richiamasse la figura di Tommaso d’Aquino, il più insigne filosofo e teologo cattolico dell’epoca medievale. Uno pseudonimo – quello di Tommaso d’Aquino – già scelto da un’altra fonte anonima che contattò anni fa per lettera il dr. Giorgio Pattera, biologo in forza al Centro Ufologico Nazionale. Ignoro se la fonte che contattò Pattera a suo tempo sia la stessa ad aver contattato me, inviandomi le foto del presunto Nibiru.

nibiru_ Luca Scantamburlo578 Apr. 20 12.17 clicca sulla foto per ingrandire

 

MISSIONE SILOE (“SECRETUM OMEGA”) E MISSIONE PIONEER 10 A CONFRONTO

A questo punto è necessario da parte mia ricordare alcuni eventi e fare la cronaca di quanto accadde alla fine degli anni’90 in merito alla divulgazione della storia della fantomatica sonda “Siloe”. Nel numero 3/4 di luglio/agosto 1999 della rivista di ufologia chiamata UFO Network, per la prima volta venne menzionata la sonda spaziale “Siloe”, inserita nell’omonimo programma di esplorazione spaziale avente come obbiettivo lo studio del “dodicesimo pianeta”, nell’interpretazione di Zecharia Sitchin, sulla via del prossimo ritorno (ovvero il Decimo pianeta). Un programma altamente riservato, s’intende. In riferimento a tale sconcertante notizia, successivamente un paio di inedite istantanee di uno sconosciuto pianeta dalla densa atmosfera furono pubblicate dapprima sul numero 20 della rivista Dossier Alieni (settembre-ottobre 1999), e poi una seconda volta sulle pagine della rivista Hera, fondata e diretta da Adriano Forgione (gennaio 2000, numero 1). A quel tempo tali immagini furono dunque attribuite – dalle redazioni delle suddette riviste ove lavorò Adriano Forgione – alla presunta sonda spaziale denominata “Siloe”. Sonda di cui parlò in seguito anche il dr. Giorgio Pattera, in una pubblicazione a sua firma uscita sul nr. 17 di UFO Notiziario: <<“Siloe”, un inviato molto speciale>>, di G. Pattera, dicembre 2000. In tale servizio Pattera riprendeva le ricerche di Forgione, e sosteneva che tutto puntava ad un coinvolgimento del Vaticano, anche se con tecnologia NASA. Scrisse infatti il dr. Pattera: <<[...] indubbiamente il Vaticano (perché è qui che condurrebbero le ricerche) non poteva chiamare in modo più rappresentativo la sonda ad infrarossi che (si dice) ha voluto spedire oltre il sistema solare. A chi “deve lavare gli occhi”, la sonda Siloe, per ridare la vista ? Forse alla “cecità” degli astronomi contemporanei, che si ostinano (per comodità o interesse) a delimitare il nostro sistema solare entro l’orbita di Plutone ?>>

La fonte anonima delle immagini di allora – e che scelse il divulgatore Adriano Forgione per portarle alla conoscenza del pubblico – va detto, non è la stessa che contattò proprio in quegli anni il freelancer Cristoforo Barbato. Quest’ultimo, a partire dall’anno 2005 (dopo cinque anni dai primi contatti, spesi ad effettuare ricerche personali), cominciò a divulgare pubblicamente più circostanziati dettagli in merito alla missione spaziale “Siloe”, controllata da un’agenzia di intelligence ufficialmente non esistente (denominata SIV, acronimo per Servizio Informazioni del Vaticano). Tale missione spaziale sarebbe stata realizzata grazie all’aiuto di tecnologia spaziale statunitense (collaborazione con la Lockheed Martin). Sin dall’anno 2000 Barbato ebbe numerosi contatti (ed un paio di incontri alla luce del sole) con il personaggio che lo ragguagliò in proposito, passandogli materiale segretissimo. Egli si qualificò come un Gesuita, membro di un gruppo di religiosi al servizio della Città del Vaticano (per lo più Gesuiti e Benedettini, ed alcune religiose), incaricato della gestione d’informazioni classificate per la Santa Sede, analogamente a quanto fanno strutture quali l’americana CIA, il britannico MI6 e l’ex KGB (ora FSB). Ben presto Barbato ricevette per posta la copia di un video registrato su nastro VHS, inerente un montaggio di riprese spaziali che mostrerebbe il Decimo pianeta oltre l’orbita degli ultimi pianeti. La sonda Siloe – assemblata nel Nevada, negli Stati Uniti – sarebbe stata segretamente inviata dal Vaticano nello spazio remoto per studiare da vicino il corpo celeste in progressivo avvicinamento al Sole. Essa sarebbe stata dotata di un motore ad impulsi elettromagnetici, ed immessa in orbita da uno spazioplano del tipo Aurora. L’insider che si relazionò con Barbato, gli confermò che tale corpo celeste osservato sarebbe il Nibiru sumerico. I dati della sonda sarebbero stati ricevuti nell’ottobre 1995 da un radiotelescopio segreto ubicato in Alaska, e gestito solo da personale appartenente alla Compagnia di Gesù (l’ordine dei Gesuiti). La sede del radiotelescopio sarebbe mimetizzata all’interno di un impianto industriale per il recupero del petrolio, apparentemente abbandonato. I dati provenienti dalla sonda spaziale sarebbero stati poi trasmessi alla struttura del SIV della Santa Sede dove la fonte di Barbato li ricevette per elaborarli. La sonda Siloe sarebbe stata lanciata al termine della costruzione del radiotelescopio, e dunque presumibilmente nel 1990 (mio commento sulla base delle informazioni divulgate da Barbato). Dai fotogrammi del video divulgati in Rete da Barbato, e dalla visione dello stesso durante le sue conferenze, si evince che le immagini diffuse da Forgione sulle riviste, non sono fotogrammi di tale filmato (il “Jesuit Footage”, l’ho chiamato io per semplicità).



Di questo siamo praticamente certi, in quanto lo stesso Gesuita del SIV – abituato a gestire informazioni al di sopra del top secret (“Secretum Omega” sarebbe la classificazione in uso presso il Vaticano, equivalente al Cosmic Top Secret in suo presso la NATO), interpellato da Barbato a proposito del materiale ricevuto nel 1999 da Forgione, giudicò le immagini di primo acchito attendibili anche se egli ne ignorava la provenienza (invito il lettore a leggersi la mia intervista con C. Barbato, pubblicata su UFO Notiziario nr.62, aprile 2006).

Il Gesuita affermò di aver contattato solo ed esclusivamente Cristoforo Barbato, e su autorizzazione del gruppo a cui faceva riferimento in seno al SIV. Il Gesuita escluse categoricamente che quelle immagini potessero essere state inoltrate da membri del SIV all’attenzione di Forgione, ma confermò che precedentemente alcune sommarie informazioni (e posso io ipotizzare anche relative alla sonda Siloe) ma né video né foto, erano state fatte filtrare da ambienti del Vaticano verso un paio di esponenti dell’ufologia italiana (non mi sono noti i nomi), prima dei contatti avuti con Barbato. Davvero interessante l’osservazione di Barbato in merito alla provenienza ed all’origine delle foto diffuse da Forgione: Barbato le considerò inserite in un contesto di fuga di informazioni collegata alla rete Internet, e ad ambienti NASA, e ciò trova un riscontro nella testimonianza che descriverò meglio qui di seguito.

Infatti il 10 marzo del 1999, a Roma, proprio Adriano Forgione incontrò l’ex Sergente Maggiore dello US Army di nome Robert Orel Dean (Bob Dean per gli amici), di ritorno dall’aeroporto di Fiumicino. Durante il viaggio in auto, l’ex militare Dean (oggi ancora vivente anche se molto anziano) raccontò a Forgione che le sonde spaziali avevano già fotografato il Nibiru sumerico (sulla base di indiscrezioni fatte filtrare apparentemente dall’amico Zecharia Sitchin), e che alcune immagini erano state disponibili per un paio di giorni in Rete, ma la NASA corse ai ripari e le fece sparire. Il coinvolgimento di Sitchin non è mai stato dimostrato. Ed anche se il dato di previsione fornito da Robert Dean sull’osservazione ad occhio nudo di Nibiru si rivelò completamente errato e fuorviante (egli profetizzò entro quattro anni da allora, e dunque si attese invano l’anno 2003), sarà presto evidente al lettore come alcune informazioni veicolate da Robert Dean potrebbero avere un fondamento di verità. Significativo il fatto che Dean parlò con Forgione usando il plurale: egli usò l’espressione <<gli occhi artificiali delle sonde>>, secondo quanto riportato. Posso allora tradurre la cosa in questi termini: Bob Dean era ed è perfettamente consapevole che il Pianeta X è stato osservato e studiato da più sonde spaziali, e non da una soltanto. Sarebbe infatti logico attendersi un interesse di molte parti e con diverse tecnologie, qualora il Pianeta X sia prossimo al suo perielio e costituisca una minaccia a causa degli effetti del suo passaggio all’interno del Sistema Solare.

Alcuni mesi dopo Adriano Forgione, firmando un eccezionale servizio sul nr. 1 del mensile Hera da lui fondato, ricordò nuovamente l’origine delle due immagini che ritrarrebbero Nibiru (alias il Decimo o dodicesimo pianeta, dipende dall’intepretazione che se ne dà), e si chiese con acume quale legame vi fosse fra la sonda spaziale Siloe e la sonda Pioneer 10 targata NASA, avanzando anche implicitamente l’ipotesi che esse possano coincidere (cfr. <<Il dodicesimo pianeta>>, di Adriano Forgione, Hera, gennaio 2000, pagg 30-35). Lo strillo di copertina di allora recitò <<Nibiru: fotografato il pianeta X>>.

Forgione raccontò che riuscì a procurarsi le immmagini di cui gli aveva parlato Bob Dean alcuni giorni dopo il loro incontro (marzo 1999). A mio avviso Forgione venne volutamente depistato, seppur parzialmente: la sua fonte gli confidò infatti – stando al resoconto emerso – che tali immagini sarebbero state realizzate con un sistema all’infrarosso da un <<satellite chiamato Siloe, facente parte di un omonimo programma si esplorazione, né militare né civile>>. Forgione condusse delle ricerche su testi biblici e scoprì l’origine del termine Siloe (Nuovo Testamento). Inoltre, la notizia data mesi dopo dalla BBC News, in riferimento ad una improvvisa deflessione gravitazionale della sonda spaziale Pioneer 10 deviata lungo la sua rotta da una ignota forza gravitazionale, condusse Forgione a collegare la deviazione della Pioneer 10 avvenuta l’8 dicembre 1992 con le informazioni sulla segreta sonda Siloe. Se la fonte rivelò a Forgione informazioni esatte ma gli passò delle foto che non sono relative alla sonda Siloe (seppur probabilmente autentiche) ma ad un’altra sonda, questo non poteva essere compreso facilmente allora. A distanza di anni, con ulteriori elementi in mano e nuove testimonianze, posso affermare la mia convinzione che le riviste dove lavorava Adriano Forgione, abbiano diffuso per prime delle autentiche foto del pianeta adorato in Mesopotamia (il Nibiru sumerico), altrimenti detto Pianeta X. Il Forgione le collegò correttamente ad una missione riservata della sonda Pioneer 10, ma poi (seppur in buona fede) le associò anche alla sonda spaziale Siloe, facendo pensare che alla Pioneer 10 fosse stato dato un nuovo incarico con questo nome, Siloe.

In realtà anni dopo si è compreso che Siloe è una più recente sonda spaziale spedita all’inizio degli anni’90 del secolo scorso, e dotata di tecnologia molto più avanzata di quella della Pioneer 10. La gestione tecnica di tale sonda sarebbe prerogativa del SIV della Santa Sede (ma questo Forgione non poteva conoscerlo in dettaglio, in quanto solo Cristoforo Barbato ebbe maggiori informazioni in proposito). Per quanto mi riguardo, giudico ottimo il lavoro svolto da Forgione fino ad allora. Discutibile invece la sua presa di distanza – di alcuni anni dopo – dal concetto astronomico del mito di Nibiru, in cui dimostrò di non credere più con la medesima convinzione di un tempo (seppur non nengandone la possibilità). Io resto profondamente persuaso che Nibiru sia un antico mito collegato ad una realtà astronomica tangibile, un componente anomalo del Sistema Solare, di origine cometaria.

Vediamo cosa accadde all’opinione di Adriano Forgione in merito alle immagini avute dal suo informatore. Di ciò discuto anche approfonditamente nel mio saggio The American Armageddon (si legga l’appendice A). Per comodità del pubblico d’internauti e di chi non ha avuto modo di leggere il mio libro, rielaboro qui di seguito alcuni passi di esso: trascorsi più di 2 anni dalla pubblicazione sul numero 1 della rivista Hera, Forgione non perorò più la testimonianza in merito alle foto di Nibiru, in quanto la sua fonte si sarebbe rivelata “inaffidabile”, secondo quanto Forgione stesso avrebbe affermato al secondo convegno organizzato dalla redazione italiana della rivista Nexus New Times ad Abano Terme (Padova), nei giorni 26-27 ottobre 2002.

Ma c’è di più: quella di Forgione non fu una e propria marcia indietro ma un cambio di rotta. Infatti il Direttore dell’edizione italiana di Nexus New Times – all’epoca il giornalista Furio Stella, poi passato al Mattino di Padova – riportò alcune dichiarazioni di Forgione sul numero 41 di INformazione, l’inserto italiano di Nexus (novembre-dicembre 2002) in cui Forgione non escludeva che Nibiru potesse essere un pianeta così come Sitchin lo descrive, ma era poco propenso a credere che Nibiru avesse una orbita tale da portarlo all’interno del Sistema Solare. Cioè che fosse una cometa. Ed anche se lo fosse, (e questo passaggio è fondamentale, a mio avviso) il ricercatore partenopeo aggiunse il seguente pensiero:

<<[...] Non c’è conferma che il Decimo Pianeta entri nel sistema solare e che abbia l’orbita allungata e intersecante. Non ha senso. E, anche se Sitchin avesse ragione, di sicuro i tempi non sono quelli del 2003 ma molto più avanti.>>

Dunque, con acume e spirito critico, A. Forgione aveva subdorato la presenza di disinformazione in merito alla tanto proclamata data del 2003 (indicata da molti come il periodo della massima vicinanza al Sole di tale oscuro corpo). Ma oltre a prendere le distanze dall’anno 2003, inspiegabilmente Forgione esprimeva a Stella i suoi dubbi sulle presunte caratteristiche orbitali cometarie dell’astro adorato in Mesopotamia. Seppur non negandone la possibilità. Cioè lo stesso Forgione non escludeva in maniera assoluta che in effetti Nibiru possa essere un astro cometario, che ritorni ciclicamente nel Sistema Solare. Evidentemente Forgione e Stella avevano avuto un colloquio – suppongo io – perché proprio l’articolo di F. Stella era corredato dalla pubblicazione di una delle due immagini del presunto Nibiru (una di quelle fornite a Forgione dal suo misterioso informatore. Anche se la cosa non è chiara, è possibile che Adriano Forgione abbia passato una delle due immagini alla redazione di Furio Stella, per la pubblicazione.

La didascalia dell’immagine recita quanto segue: <<Una delle foto del presunto Decimo Pianeta: si è dimostrata non attendibile [...]>>

Ma in base a quali argomentazioni l’immagine venne definita “non attendibile”? Non ci è dato saperlo, poiché nell’articolo non vi sono risultati di analisi né affermazioni di terzi che ne avrebbero rivendicato la frode. Come mai Forgione non si fidò più della sua fonte e cambiò i binari della sua ricerca, orientandosi verso un approccio esoterico-simbolico? E come mai espresse forti dubbi a Furio Stella sull’opinione di Sitchin secondo cui Nibiru sarebbe abitato? Secondo quanto riportato da Stella, Forgione sosteneva che la cosmogonia sumerica va interpretata più in una “chiave simbolica”, anche perché gli “Anunnaki” non sarebbero i suoi abitanti. Questa sarebbe soltanto una “deduzione” di Sitchin.

Da anni Adriano Forgione non si occupa più di ufologia come un tempo (suppongo per una scelta personale) e lavora come studioso degli enigmi della storia umana, in particolare dell’archeologia e della simbologia del sacro. Egli è al timone della sua nuova rivista Fenix, ideale continuazione e sviluppo del l’iniziale progetto della rivista Hera.

 





La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Risposta Veloce
Nick  
Titolo
Messaggio
Smiles
Copia il codice di controllo qui sotto





Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:40. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com