È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Nibiru: leggenda o verità? Ison ed il Pianeta X

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2013 23:51
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 14.714
Post: 9.849
Sesso: Femminile
Utente Gold
Madre Badessa
23/04/2013 23:51
 
Quota

PRIMO INSIDER (ANNO 2006): UNO SCIENZIATO EUROPEO SVELA DETTAGLI DELLA SEGRETA MISSIONE PIONEER 10

Perché il lettore possa comprendere queste mie valutazioni ed inquadrare meglio il contesto in cui collocare le 2 foto del presunto Nibiru, voglio ora tornare all’insider anonimo che mi contattò a fine agosto 2006: riepilogo qui di seguito le principali informazioni contenute nella sua prima lettera (ometterò alcuni particolari a me noti, per proteggere la mia fonte), e le unisco ad alcuni commenti personali:

1) le 2 immagini bluastre da me ricevute (e che sono visibili nel mio sito, nelle due foto da me realizzate) sono le stesse pubblicate nel 1999 e nel 2000 sulle riviste Dossier Alieni e Hera; non ho dubbi in proposito; lo si evince chiaramente facendo un confronto con le foto pubblicate sulle riviste citate; 2) esse sarebbero – stando alle parole testuali della mia fonte - <<immagini scattate con un sistema simile all’infrarosso con un tempo di esposizione di circa 2 secondi, data la scarsissima quantità di luce presente in quella remotissima zona dello spazio profondo: le immagini sono state poi trasmesse a terra alla NASA ma a bassa risoluzione, a causa dell’utilizzo di un sistema di compressione Reed-Solomon, precursore del più efficate e moderno algoritmo che viene usato nella compressione delle immagini, noto come JPG.>> 3) la mia fonte anonima (uno scienziato, per capirci) ha affermato che esse non sono immagini scattate dalla fantomatica sonda Siloe, ma sono immagini inviate dalla sonda Pioneer 10; la mia fonte ha anche collocato il tutto all’interno della questione del “presunto Nibiru”, anche se non ha affermato esplicitamente che il corpo celeste ritratto nelle foto è il Nibiru sumerico.

nibiru_ Luca Scantamburlo579 Apr. 20 12.17 clicca sulla foto per ingrandire

Nel settembre 2006 io ebbi un secondo contatto, e l’insider mi chiarì come entrò in possesso delle immagini (ne fu destinatario senza richiederla, dopo averla già visionata tempo prima con altri colleghi in un contesto di ricerca scientifica, in un luogo che preferisco non divulgare), mi fornì ulteriori dettagli sulla storia della missione riservata della sonda Pioneer 10, ma mi chiese espressamente di non usare il materiale e le informazioni fornitemi per una pubblicazione. Il tutto – che nella prospettiva della mia fonte costituiva uno “sfogo, una confidenza” da custodire gelosamente – ai miei occhi cominciò a diventare una sorta di bene prezioso con cui approfondire la ricerca della verità, ma anche un fardello, una sorta di macigno da portare in silenzio, e che condivisi all’epoca solo con alcuni soci e dirigenti della più importante associazione ufologica italiana. La richiesta della mia fonte non si scontrava forse con il diritto del pubblico di sapere? Molto stupito, riuscii appena in tempo – dopo averne parlato con il Direttore responsabile – a bloccare l’uscita di un servizio in proposito, e destinato sulle pagine di una rivista di ufologia con cui collaboravo. Lo spazio di pagina pensato probabilmente per la rivelazione del materiale fotografico, venne così riempito con una notizia relativa alla mostra di un pittore ed illustratore fiorentino, mostra organizzata in occasione del centenario di una nota rivista italiana dedicata alla caccia. Solo la copertina della rivista di ufologia uscì in prima pagina con una delle due immagini, per decisioni interne od una svista della redazione. All’epoca nessuno sembrò notare la cosa e nessuno la commentò pubblicamente, per quanto io ne sappia. In ogni caso, rispettammo per quanto possibile il volere della mia fonte, ma al tempo stesso la copertina della rivista testimoniò che quelle foto esistevano. Ma lo scienziato europeo – accortosene – ne rimase ovviamente profondamente contrariato e me lo comunicò. Io replicai dicendo di aver fatto il possibile per frenare la pubblicazione. Ma del resto, nell’agosto 2006 avevo ricevuto il materiale senza alcun tipo di vincolo o richiesta in proposito. Mi ritenni dunque legittimato a farne l’uso più consono, di comune accordo con il Direttore della rivista. Perché dunque cambiare rotta, solo un mese dopo, e chiedermi di non usare il materiale? Quando un insider contatta un giornalista per rivelargli verità scomode, egli dovrebbe sapere che il giornalista ha sì il dovere di proteggere la fonte, ma ha anche l’obbligo professionale e morale di divulgare le informazioni, soprattutto quando esse riguardano la vita pubblica e questioni di importanza mondiale. A frenarmi, oltre a voler rispettare la richiesta, vi fu anche l’esigenza di approfondire la delicata questione, alla ricerca di riscontri ed ulteriori dati.

 

Riepilogo qui di seguito le informazioni avute nel settembre 2006 in occasione del secondo contatto da me avuto per “posta” (se così si può dire) con lo scienziato europeo. Continuo ad usare la suddivisione in punti solo per comodità del lettore e favorire la chiarezza dell’esposizione:

 

4) egli ebbe le prime informazioni da un collega d’oltreoceano, il quale gli rivelò che la sonda spaziale Pioneer 10 della NASA, <<non era stata affatto abbandonata al suo destino>>, e che le fu affidato <<un compito nuovo ma riservato>>. Non fu tutto in quanto tale americano andò oltre, portando all’attenzione presunte prove: lo scienziato europeo (ed altri suoi colleghi presenti) furono così testimoni della visione di una serie di 6 diapositive, attraverso un visore compatto; 2 delle 6 immagini sono quelle in mio possesso (le stesse procuratesi da Forgione anni prima); tali immagini sarebbero il frutto di un segreto programma di esplorazione spaziale portato a termine dalla Pioneer 10. L’americano rivelò agli sbigottiti presenti (fra cui la mia fonte) che anni prima tali immagini erano state rese raggiungibili da un link pubblicato <<su un newsgroup di astronomia in lingua inglese>>, collegamento che consentiva di accedere a <<l’indirizzo internet di una sottopagina di un sito NASA, sul quale erano presente le suddette immagini, seppur a bassa risoluzione>>; l’autore della fuga d’informazioni di allora (che rese accessibili le immagini in Rete), fu presto individuato e licenziato dalla NASA. Naturalmente all’epoca queste immagini potevano essere consultate – insieme ad una serie di cartelle relative ai files della missione spaziale segreta – solo da chi possedeva i <<permessi di accesso>>. Tuttavia, il ricercatore americano non rivelò alla mia fonte come egli era entrato in possesso di tali immagini.

5) alcuni mesi dopo la mia fonte (lo scienziato europeo) ricevette per posta su supporto informatico proprio le immagini di cui sopra; lo scienziato seppe riconoscere da un dettaglio all’interno della busta, il probabile mittente: lo stesso scienziato nordamericano di allora.

6) la mia fonte mi dichiarò che non ebbe mai in precedenza rapporti o contatti con Adriano Forgione; dunque egli concluse che ignorava chi potesse aver fornito a Forgione le stesse immagini da egli possedute;

7) la mia fonte mi chiese di non usare il materiale e le informazioni per una pubblicazione, come già da me spiegato.

 

 

QUALI INDIZI A SUPPORTO DELLA OCCULTA MISSIONE SEGRETA DELLA PIONEER 10?

Naturalmente il materiale e le poche informazioni ricevute, mi portarono a concentrare le mie ricerche sulla sonda spaziale Pioneer 10, nel tentativo di comprendere se vi fossero indizi che comprovassero quanto la mia fonte mi aveva rivelato. Non a caso alcuni mesi dopo scrissi un servizio intitolato <<Dicembre 1992, oltre Nettuno: un segreto flyby della Pioneer 10?>>, pubblicato sul bimestrale UFO Notiziario, nr. 69, giugno-luglio 2007. Ed in proposito, interpellai anche scienziati della NASA esperti della missione Pioneer 10, perché mi chiarissero alcune cose. Dalla NASA non ebbi alcuna risposta. Ho raccontato quali indizi io abbia trovato, nel mio saggio The American Armageddon (in lingua italiana, Lulu.com, 2009). Riassumo brevemente alcuni punti, a beneficio del lettore che non ha modo di leggere il mio libro ed i miei pregressi articoli. Essi costituiscono i principali indizi che potrebbero comprovare questa incredibile storia occulta dell’esplorazione spaziale (testo tratto e rielaborato liberamente dal mio saggio The American Armageddon, cfr. Capitolo III):

 

a) L’8 dicembre 1992 la sonda spaziale statunitense Pioneer 10 – a distanza di vent’anni circa dal suo lancio avvenuto il 2 marzo 1972 con un vettore Atlas-Centaur – effettuò un inaspettato (?) fly-by nei pressi di un “oggetto trans-nettuniano”, ad una distanza stimata in circa 56 unità astronomiche (U.A.) dalla Terra. Tale notizia fu diramata soltanto nel settembre 1999 quando divenne di dominio pubblico il lavoro di ricerca di una équipe internazionale costituita da scienziati del Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena (California) e del Queen Mary and Westfield College di Londra (poi divenuto solo Queen Mary, University of London, abbreviato in QMUL). I principali scienziati autori dello studio sono John Anderson, la collega E.L. Lau e l’italiano Giacomo Giampieri (scienziato che morì alcuni anni fa a Los Angeles, a causa di un male incurabile). Il loro lavoro scientifico fu pubblicato nell’ottobre 1999 con il titolo <<Pioneer 10 Encounter with a Trans-Neptunian Object at 56 A.U.?>>.

 

b) Ma non è tutto: gli scienziati Slava G. Turyshev, Michael M. Nieto (quest’ultimo del Los Alamos National Laboratory) ed il già citato John Anderson (NASA), nel corso della loro relazione scientifica presentata a Parigi – alla 35.ma assemblea scientifica del COSPAR, 18-25 luglio 2004 – in una pagina della presentazione ricordavano alla platea di addetti ai lavori che proprio sin dalla metà del 1979 la sonda Pioneer 10 veniva monitorata per individuare il Pianeta X. Dopo aver già percorso 20 unità astronomiche dal lancio, attraverso l’analisi dei dati ricevuti a Terra, si monitorava infatti lo spostamento Doppler della frequenza ricevuta, alla ricerca di anomale accelerazioni della sonda.

 

c) La terza coincidenza (se così vogliamo chiamarla) è la seguente: la sonda spaziale Pioneer 10 era (ed è ) dotata di un ricca strumentazione scientifica, fra un cui un radiometro all’infrarosso ed un fotopolarimetro per acquisire immagini, in canale rosso e canale blu, rispettivamente per ottenere l’immagine cosiddetta “rossa” (R) – attraverso le lunghezze d’onda lunghe (giallo, arancione e rosso) – e l’immagine “blu” (B), ottenuta dalle lunghezze d’onda brevi (viola, blu e verde). Tale strumento si chiama in lingua inglese con la seguente espressione: Imaging Photopolarimeter.

Possibile che la sonda Pioneer 10 sia anche stata capace di catturare alcune immagini di questo ipotetico corpo celeste transnettuniano che deviò gravitazionalmente la stessa sonda spaziale? Si dà il caso che l’Imaging Photopolarimeter – lo strumento di bordo che realizzava le immagini a colori – nell’anno 1992 era ancora operativo. Una bella coincidenza, non c’è che dire. Infatti per scrupolo feci una piccola ricerca nella documentazione NASA disponibile on-line e con mia enorme sorpresa trovai che la NASA inviò via radio l’istruzione di spegnimento per risparmiare energia soltanto nell’ottobre 1993: dunque quasi un anno dopo il misterioso fly-by del dicembre 1992. Un fly-by – a questo punto possiamo sostenerlo – che forse non fu casuale, ma programmato con molti anni di anticipo, nell’ambito di quello che in gergo viene definita una extended mission. Altamente riservata.

 

All’epoca io posi imbarazzanti domande tecniche ad alcuni addetti ai lavori, fra i quali scienziati NASA competenti in merito alla missione spaziale Pioneer 10. Le domande a cui finora nessuno è riuscito a rispondermi, sono le seguenti:

 

1) se sarebbe stato possibile riprendere con l’IPP (il fotopolarimetro) l’oggetto transnettuniano responsabile della deflessione gravitazionale della sonda Pioneer 10, nonostante la grande oscurità caratteristica di quella regione dello Spazio;

2) se i dati delle eventuali immagini, a quel tempo, sarebbero stati inviati a Terra in formato compresso, utilizzando il sistema Reed-Solomon.

 

Che io sappia, la sonda Voyager 2 inviò a Terra alcune immagini in formato compresso, usando il Reed-Solomon, codice effettivamente usato nell’ambito delle telecomunicazioni spaziali. Ma non le Piooner 10 ed 11. Per questo posi la domanda a chi di dovere. Nel mio libro The American Armageddon tratto la cosa più estesamente.

Torniamo all’incontro con il presunto KBO (oggetto della Fascia di Kuiper). In quale regione del cielo sarebbe avvenuto l’incontro con la Pioneer 10? All’epoca feci della approfondite ricerche e trovai che il contenuto della scoperta della deflessione gravitazionale della Pioneer 10 – a seguito dell’incontro con tale oggetto transnettuniano – fu discusso anche in Italia, durante il trentunesimo meeting annuale dell’American Astronomical Society, Division for Planetary Sciences (DPS), presso il Centro Congressi di Abano Terme (Padova, 12 ottobre 1999, Sala Pietro d’Abano, sessione parallela di contributo orale.). I relatori fornirono per l’evento in questione i seguenti dati: longitudine eclittica: 73,9 gradi, latitudine eclittica: 3,1 gradi, distanza a cui è avvenuto il fly-by: 56 U.A, periodo dell’evento: 8 dicembre 1992. Possibile che sino ad oggi nessuno si sia interessato alla massa di tale oggetto transnettuniano, ed alla sua attuale posizione?

Naturalmente se tale storia narratami dalla mia fonte del 2006 corrisponde al vero, la sonda spaziale Pioneer 10 effettuò soltanto un programmato fly-by del pianeta misterioso (Nibiru?), cioè un passaggio ravvicinato a velocità relativa sostenuta. Questo perché solo una sonda spaziale dotata di propulsione sufficiente, come ad esempio la propulsione ionica, sarebbe stata in grado di accelerare e decelerare per un’immissione in orbita attorno al pianeta da studiare, dopo decenni di navigazione a grande velocità (di circa 12 km/secondo). La Pioneer 10 possedeva soltanto tre coppie di razzi ad idrazina per effettuare piccole manovre, sufficienti per piccole correzioni di rotta, non per accostarsi ed entrare in orbita attorno ad un pianeta incontrato dopo anni di navigazione su traiettoria di fuga. Ufficialmente la Pioneer 10 è diretta verso la costellazione del Toro, e transiterà nei pressi della stella Aldebaran fra circa 2 milioni di anni. Ogni anno infatti la sonda copre una distanza di circa 2,58 unità astronomiche. Sempre ufficialmente, la missione è stata considerata conclusa dalla NASA il 31 marzo 1997 per ragioni di budget, anche se i suoi segnali radio sono stati ricevuti ancora per alcuni anni (l’ultimo segnale fu ricevuto il 22 gennaio 2003).




SECONDO INSIDER (ANNO 2008): UN PRESUNTO RICERCATORE DELL’ESA SVELA L’ESISTENZA DI UNA SEGRETA SONDA SPAZIALE INVIATA PER INCONTRARE NIBIRU

Ora siamo giunti alla seconda testimonianza anonima che ricevetti, nel febbraio 2008. Essa rimase un episodio di contatto isolato. Più tardi mi resi conto che alcuni ufologi italiani erano stati contattati in maniera analoga. Infatti uno di essi divulgò anni fa sul suo canale YouTube il testo della email che sostanzialmente era identico a quello ricevuto da me. Io lo divulgo qui quasi integralmente per la prima volta dopo di essi, e lo commenterò in seguito, in riferimento agli elementi orbitali della cometa Ison, scoperta nel settembre 2012.

Ecco il testo della email che ricevetti il 26 febbraio 2008, attraverso un servizio Internet che consente l’invio di email senza essere individuati, utile soprattutto per vittime di violenze e crimini, ma anche per coloro che vivono sotto l’oppressione di regimi dittatoriali. La mia fonte usò dunque un servizio che minimizzava i rischi di essere individuata. Ometto il nome del servizio scelto ed usato dalla mia fonte, ed anche un singolo dettaglio incluso nella email in riferimento alla percentuale stimata del potenziale danno alla vita sulla Terra, a causa del prossimo passaggio del Pianeta X:

 

<< Buongiorno Dott. Scantamburlo, sono un ricercatore dell’ ESA, l’Ente Spaziale Europeo. Abbiamo letto i suoi articoli sul Pianeta X. Forse lei si chiederà se anche gli europei sanno del pianeta X. Si gli europei sanno. Dopo americani, russi e perfino il vaticano, anche loro hanno lanciato una sonda alla caccia del pianeta X. La sonda è una gemella della sonda Cassini-Huygens. Controlli le date di lancio della missione Cassini-Huygens. Scoprirà due date: 15 ottobre 1997 e 4 novembre 1997. Queste date sono giuste entrambe poiché le sonde sono due. Una è andata verso Saturno e Titano. L’altra, la sua gemella, si è diretta verso il Pianeta X. Inoltre le due sonde sono state accoppiate con un interferometro gravitazionale che permetteva di calcolare con precisione la massa del Pianeta X. Le confermo che le analisi sulla massa del Pianeta X hanno confermato una massa pari a 0.94 la massa di Giove. Questo pianeta passerà ad una distanza media di 0.4 ua dal nostro pianeta. Gli effetti di tale passaggio saranno ovviamente catastrofici. Il gemello della sonda Huygens è stato lanciato sul Pianeta X, e ha trasmesso molti dati prima di venire abbattuta da forze ostili. Allo stato attuale è stato perso ogni contatto con la sonda. Io non posso dirle di più. Ne va della vita mia e dei miei familiari. Sappia che nella nostra comunità scientifica molti sanno ma nessuno parlerà poiché temono per le loro vite. Da ultime proiezioni si stima che la vita sulla Terra si ridurrà del… [percentuale qui omessa, per non creare inutili allarmismi. Nota di Luca Scantamburlo].

Ci rimangono meno di 5 anni prima della catastrofe. Ho scelto non a caso il nick NGC 6210 per identificarmi a lei. Se potrò comunicarle qualche altra informazioni in questo modo saprà che sono io. Buona fortuna.>>

 

Ovviamente mi adoperai sin da subito alla ricerca di riscontri. Non fui capace di individuare un secondo lancio della missione Cassini-Huygens, così come mi era stato suggerito. L’unico lancio ufficiale della missione Cassini-Huygens (una cooperazione NASA-ESA-ASI) è quello datato 15 ottobre 1997. Tutta la storia mi sembrò dunque molto dubbia, seppur mi appariva sensato che anche l’Agenzia Spaziale Europea (in inglese European Space Angecy, in breve ESA) potesse aver profuso sforzi per studiare segretamente il Pianeta X.

Quasi superfluo ma doveroso da parte mia sottolineare che ufficialmente l’Agenzia Spaziale Europea non studia segretamente lo spazio remoto, inviando sonde spaziali occulte, che non esiste alcuna sonda gemella della missione Cassini-Huygens dedicata ad un incontro con il Pianeta X, né pare che l’ESA si sia mai interessasata negli ultimi anni alla questione del Pianeta X. Nondimeno è naturale che qualora un corpo celeste anomalo – o più corpi celesti anomali – dotato di grande massa, si approssimi al Sole ed alla Terra, anche un’agenzia spaziale come l’ESA avrebbe tutto l’interesse a conoscere il prima possibile dettagli in merito, ed a studiare con largo anticipo le possibili conseguenze di un tale passaggio. In tal caso, è verosimile pensare che possano esistere progetti e programmi spaziali classificati, i cui risultati non sono pensati per una divulgazione pubblica, ma per uno studio della gestione di emergenze. Del resto lo stesso anonimo insider dichiaratosi “ricercatore dell’ESA”, ammette che oltre agli Stati Uniti ed al Vaticano, anche i Russi avrebbero lanciato una sonda spaziale per studiare il Pianeta X.

nibiru_ Luca Scantamburlo580 Apr. 20 12.17 clicca sulla foto per ingrandire

LA COMETA ISON: CORPO CELESTE ANOMALO?

Per diversi anni ho ripensato al contenuto di questo messaggio anonimo (che non fu seguito da ulteriori comunicazioni) fino a quando non fu scoperta il 21 settembre 2012 la cometa C/2012 S1, denominata più semplicemente Cometa Ison, dal nome del network ISON, acronimo per International Scientific Optical Network, composto da 18 Istituzioni scientifiche appartenenti a 9 Stati. Il principale coordinatore del network ISON è il Keldysh Institute of Applied Mathematics dell’Accademia delle Scienze russa. ISON è un progetto pensato per il monitoraggio dello spazio vicino alla Terra, e dei cosiddettri debris spaziali. La cometa Ison è stata scoperta dagli astrofili Vitali Nevski (bielorusso) e Artyom Novichonok. Inizialmente non compresero che avevano a che fare con una cometa. La credettero un asteroide, sempre un corpo minore del sistema solare.

nibiru_ Luca Scantamburlo581 Apr. 20 12.17 clicca sulla immagine per ingrandire

Quando controllai gli elementi orbitali di tale cometa – che fu inzialmente classificata come oggetto asteroidale – rimasi di stucco nel constatare il valore della sua distanza di perigeo (minima distanza dal nostro pianeta): si tratta del medesimo valore profetizzato cinque anni prima dal mio misterioso interlocutore, dichiaratosi un ricercatore dell’ESA. <<0.4 ua dal nostro pianeta>> scrisse l’insider il 26 febbraio 2008, diversi anni prima della scoperta ufficiale della cometa Ison, che transiterà a 0,429 unità astronomiche dalla Terra il 26 dicembre 2013, cioè a circa 64 milioni di chilometri. Sono del parere che tale valore non possa essere una semplice coincidenza: evidentemente vi sono personaggi scientifici ed enti di tutto rispetto perfettamente consapevoli dei corpi celesti anomali in avvicinamento al Sole. Più di uno, dunque?.

Stabilire quale di essi sia il tanto minaccioso Pianeta X, e se tale corpo coincida con il mitico Nibiru, è un compito difficile da risolvere. E questa interpretazione dei corpi anomali è importante in quanto lo stesso Gesuita del SIV che contattò Barbato e che gli inviò il filmato del presunto Nibiru (“Jesuit Footage”), parlò a suo tempo del radiotelescopio segreto gestito dal Vaticano in Alaska, come di un centro scientifico costruito nel 1990 con la finalità di <<studiare i corpi celesti ‘anomali’ in avvicinamento alla terra>> (dalla <<Intervista al Gesuita>>. Roma, 2001, di Cristoforo Barbato, (C) 2006). L’uso del plurale è pregnante, e mostra come la questione del Pianeta X possa declinarsi e tradursi in un insieme di corpi celesti legati al nostro Sistema Solare (comete periodiche e non), i quali rivestono una particolare importanza per noi a causa del loro approssimarsi e della loro natura.

Quale significato attribuire dunque al messaggio che ricevetti a fine febbraio 2008? Sicuramente alcuni dati sono errati: ne è un esempio il periodo della presunta catastrofe. Il dichiarato ed anonimo ricercatore dell’ESA scrisse che mancavano meno cinque anni alla catastrofe, implicitamente inteso il riferimento alla minima distanza fra il corpo celeste e la Terra. Significa dicembre 2012 od al limite gennaio 2013. Nulla di grave è accaduto, fatta eccezione per l’asteroide esploso in Russia il 15 febbraio 2013. Ma è altrettanto chiaro che la coincidenza dei valori di perigeo è assolutamente sconcertante. Non credo che la cometa Ison sia il Pianeta X, anche se per un breve momento ho creduto che il dato di eccentricità dell’orbita non fosse cambiato rispetto alla valutazione inziale, la quale era di poco inferiore ad 1 (valore che lo associava ad un corpo su traiettoria quasi parabolica, dunque un oggetto celeste che ritorna ciciclamente). Oggi il dato dell’eccentricità – aggiornato a seguito di numerose osservazioni e sulla base di calcoli precisi – lo colloca attorno ad un valore di poco superiore ad 1. In tal caso l’eccentricità indica che la conica è un’iperbole, e dunque l’oggetto celeste si muove su orbita iperbolica (aperta), e pertanto la cometa è non periodica: destinata al non ritorno. La visita di Ison sarebbe la prima e l’ultima all’interno del nostro Sistema Solare. In tal caso, come potrebbe tale cometa essere Nibiru, il pianeta degli dèi e del ritorno, il quale si muoverebbe lungo un’orbita chiusa? Non lo potrebbe essere perché sarebbe una palese contraddizione. Inoltre ho personalmente utilizzato il sistema Horizons del JPL della NASA, appurando che l’8 dicembre 1992 – data del presunto fly-by della Pioneer 10 con un corpo transnettuniano sconosciuto – la cometa Ison avrebbe avuto le seguenti coordinate:

R.A. (ascensione retta) 07 h 36 m e 51.26 s, e Declinazione + 32° 57′ 42.4”.

Per capirci si sarebbe trovata in direzione della Stella Castore dei Gemelli (Alfa Gem), poco più in alto a sinistra della stella; mentre la Pioneer 10 (alla stessa data) avrebbe avuto le seguenti coordinate:

R.A. 04 h 51 m 13,54 sec  e Declinazione +25 38′ 37.1”

Come si vede dai valori, essi non si riferiscono alla medesima zona del cielo, ed anche le distanze percorse sono diverse. Ad esempio, la cometa Ison nel dicembre 1992 si trovava a circa una quarantina di unità astronomiche da noi, mentre la Pioneer 10 a luglio 1992 aveva percorso quasi oltre le cinquanta unità astronomiche. La Pioneer 10 – stando ai dati ufficiali ed a quanto conosciamo della traiettoria ufficiale della sonda – non può aver incontrato la cometa Ison.

Al tempo stesso tale cometa si presenta come un oggetto anomalo. Non solo per l’eccezionale luminosità prevista al passaggio al perielio ed anche prima (addirittura più brillante della Luna piena), ma soprattutto per l’alone di mistero che la circonda: per quale motivo ancora oggi non vi sono valide stime del diametro del nucleo solido della cometa? Solo poche valutazioni di qualche scienziato americano, che stimano un nucleo di soli 5 chilometri. Come può un nucleo di soli 5 km di grandezza preannunciarsi come la cometa del secolo, capace di essere visibile addirittura in pieno giorno per alcune settimane? Inoltre, come mai nonostante le apparenti dimensioni modeste del nucleo, la cometa Ison è al centro di un programma di osservazione della NASA? Infatti è stata varata ufficialmente dalla NASA la Comet Ison Observing Campaing, in breve “CIOC” (la Campagna Osservativa della Cometa Ison). Come mai tanto interesse? E dove sono le immagini che sicuramente l’Hubble Space Telescope ha già scattato da tempo? Quelle pretese che circolano in Rete da pochi giorni, non sono quelle originarie, non sono legate ad un link ufficiale NASA, né mostrano la caratteristica marcatura delle immagini Hubble Space Telescope, con dettagli relativi alla strumentazione usata (ad esempio la Wide Field Planetary Camera, usata per fotografare la cometa Hale-Bopp nel 1995, già con un anticipo di due anni rispetto al perielio). La CIOC prevede l’osservazione dallo Spazio della cometa Ison da parte di HST (Hubble Space Telescope), e dei telescopi spaziali Spitzer e Chandra, solo per citarne alcuni. Io sono dell’opinione che da diversi anni essi vengano già usati per studiare corpi celesti anomali, senza alcun bisogno di inserirli in una campagna osservativa ufficiale.

A mio parere sono allora degne di estremo interesse le valutazioni espresse nei mesi scorsi a firma del blogger dallo pseudonimo “Skywalk/Skywalksurvey”, in merito alle dimensioni gigantesche della testa della cometa, o meglio del suo ‘falso nucleo” come lo interpreto io. Si consulti in proposito l’insieme di scritti diffusi sul suo blog chiamato “La supercometa del nuovo millennio”:
http://isonsupercomet.blogpost.it. L’autore (o gli autori?), si chiede se il nucleo della Ison sia di dimensioni planetarie. Un interrogativo legittimo. Le valutazioni fatte per ora stimano un nucleo di migliaia di chilometri di grandezza. Ovviamente sono provvisorie e non possono ritenersi una verità scientifica riconosciuta.

Naturalmente, tale nucleo cometario è circondato da polveri e gas emessi progressivamente dalla cometa a causa del vento solare e dell’interazione con l’energia radiante del Sole, man mano che la cometa si approssima al punto di perielio. Si parla allora di “falso nucleo”, essendo quello solido invisibile dalla Terra, nascosto dai detriti e dai gas. Si dice anche che la cosiddetta chioma nebulosa (“coma” in lingua inglese) circonda il nucleo solido. Anche l’albedo del nucleo della cometa è importante, ai fini della determinazione delle dimensioni dello stesso. In ogni caso delle immagini radar – ottenute ad esempio attraverso l’Osservatorio di Arecibo oppure con il Deep Space Network della NASA – darebbero certamente delle valide stime del nucleo della cometa. Dove sono tali immagini? Il silenzio della comunità scientifica internazionale rispetto alle dimensioni della cosiddetta “cometa del secolo”, è imbarazzante. A meno che effettivamente il nucleo della cometa Ison non presenti delle dimensioni planetarie, ed in tal caso il silenzio sarebbe dovuto alla comprensibile cautela per evitare la divulgazione di notizie dirompenti. Un altro sistema per valutare le dimensioni del nucleo di una cometa, è lo studio ravvicinato da parte di una sonda spaziale inviata appositamente (si veda, ad esempio, la sonda Giotto lanciata dall’ESA nel 1985, e che studiò la cometa di Halley nel 1986, giungendo a transitare a soli 600 chilometri dal nucleo).

 

 

PIOGGE METEORICHE DALLA COMETA ISON?

Anche il fatto che la cometa Ison sia una “Sungrazing Comet”, una cometa radente al Sole della famiglia delle “Kreutz sungrazers”, con un perielio molto ravvicinato (distanza minima dal Sole di 0.012 u.a., circa 1.1 milioni di chilometri, a fine novembre 2013), e con la possibilità di una disgregazione della stessa cometa dovuta al limite di Roche, potrebbe costituire un problema di sicurezza. Qualora la cometa abbia un nucleo più grande delle comete ordinarie, una sua disgregazione dovuta alle forze mareali solari potrebbe proiettare detriti aventi diverse traiettorie. La stessa distanza Earth MOID (il MOID in relazione alla Terra) della cometa ISON, è un altro parametro da tenere in considerazione: il cosiddetto MOID è la minima distanza assoluta fra l’orbita di un corpo celeste e quella di un altro, a prescindere dalle loro posizioni lungo le orbite. In inglese è Minimum Orbital Intersection Distance. L’Earth MOID relativo alla cometa Ison è pari a: 0.023 unità astronomiche (fonte: JPL della NASA, Small-Body Database), cioè più o meno 3 milioni e quattrocentosettantasettemila chilometri. Davvero poche distanze Terra-Luna. Si tratta cioè della distanza minima fra le due coniche nello Spazio: quella terrestre (quasi un cerchio), e quella della cometa Ison, un’iperbole (iniziamente creduta una quasi parabola). Il MOID è un parametro soggetto a continue variazioni, a causa delle perturbazioni dei pianeti maggiori. Associata alla cometa Ison vi è anche il cosiddetto sciame meteorico/cometario, e vi è la possibilità che la Terra lo attraversi a gennaio 2014. Piogge meteoriche provenienti da comete della Nube di Oort (ed è il caso della cometa Ison) sono eventi rari, come sottolineato da Michael S. Kelly in un suo recente articolo diffuso in Rete (2013, <<Comet Ison Is Coming>>).

Ed ancora mi chiedo: possibile che la cometa Ison sia massiva a tal punto da trascinare con sé anche oggetti asteroidali? Una piccola corte di satelliti naturali orbitanti, sarebbe possibile? Non dimentichiamoci che la stessa cometa Hale-Bopp pare avesse un piccolo compagno al seguito, di circa 30 km. E come reagirà il Sole e l’attività solare in genere dal punto di vista elettromagnetico, al passaggio al perielio della cometa Ison? Mancano pochi mesi alle date di perielio e perigeo.

Con quali effetti per la Terra ed i suoi abitanti – aggiungo io – lo sapremo presto. In ogni caso, a prescindere dalla cometa Ison e dal suo passaggio (augurandoci che sia felice e ci lasci solo il ricordo di uno spettacolo celeste mozzafiato), vi sono sufficienti ragioni per tenere gli occhi aperti, e prepararsi al peggio che i prossimi anni potrebbero avere in serbo per noi.

per gentile concessione di Luca Scantamburlo

© L. Scantamburlo – 19 aprile 2013

 

Reproduction is allowed on the Web if accompanied by the statement

© L. Scantamburlo – www.angelismarriti.it

Reproduced by permission.

http://www.segnidalcielo.it/2013/04/20/nibiru-leggenda-o-verita-ison-ed-il-pianeta-x-corpi-celesti-anomali-in-avvicinamento-al-sole/

http://apocalisselaica.net/varie/miti-misteri-e-poteri-occulti/nibiru-leggenda-o-verita-ison-ed-il-pianeta-x-corpi-celesti-anomali-in-avvicinamento-al-sole



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Risposta Veloce
Nick  
Titolo
Messaggio
Smiles
Copia il codice di controllo qui sotto





Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:24. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com