Sono
l'autore del libro e vorrei replicare alle tue contestazioni (anche se dovrei chiamarle offese gratuite).
Comincio col dire che quello che chiami "estremismo di condanna" non è altro che
il linguaggio tipico usato nei pamphlet, non a caso la descrizione parte con "questo è un pamphlet polemico", un pamphlet è un breve saggio scritto con un linguaggio volutamente polemico e provocatorio e serve sostanzialmente per scuotere le coscienze, come viene spiegato anche
su Wikipedia, quindi lamentarsi per i toni polemici usati in un pamphlet è un po' come lamentarsi per un film horror dicendo che fa paura...se non vuoi spaventarti non ti guardi un film horror e se non vuoi leggere delle critiche spietate eviti di leggere un pamphlet.
Se c'è un modo civile per diffondere le proprie idee è proprio scrivendo dei libri, nessuno è obbligato a leggerli e nemmeno ad accettare le critiche che contengono, quindi non capisco con quale logica sostieni che la mia frase che hai citato non ha senso solo perché, a tuo dire, "scrive libri vendendoli al pubblico per imporre le sue idee".
Non capisco nemmeno il senso della frase "rintanandosi nella droga nella disperazione nell'incopetenza, rifiutando arti e mestieri"...veramente la descrizione dice semplicemente che la religione è responsabile di cose negative e che bisogna essere fieri di avere una mente libera e dare così un senso alla propria vita scegliendo in modo autonomo la propria strada...cosa c'entra la droga...cosa c'entra la disperazione...senza contare che difendi le arti ed i mestieri quando sei il primo a schifare l'arte/mestiere di scrivere libri, quindi
complimenti per la coerenza.
Continui dicendo che le tue idee "non sono in vendita", ma forse non ti è chiaro che se uno scrive un libro lo fa perché innanzitutto
ama scrivere e non perché pensa di fare miliardi con le vendite, una cosa è scrivere sul blog e un'altra cosa è avere il proprio libro cartaceo in mano, se proprio vuoi saperlo fino ad ora ho speso più di quanto ho guadagnato e quello che guadagnerò mi basterà solo a coprire le spese, uno dei giorni più felici della mia vita è stato quando mi sono arrivate a casa le copie del mo primo romanzo, tremavo mentre aprivo la scatola, ma questo è qualcosa che non potrai mai capire dato che consideri i libri un prodotto da vendere e basta.
Se non ti piace scrivere libri sono fatti tuoi, ma non puoi chiamare "pezzo di merda" una persona solo perché vuole concretizzare le sue idee in un libro,
se tutti ragionassero come te i libri scomparirebbero, ma penso che non te ne fregherebbe molto dato che se tu amassi i libri non scriveresti certe porcate, sembra quasi che scrivere un libro debba essere motivo di vergogna.
Inizi il discorso dicendo "tutto questo è inaccettabile" in quanto troppo estremista e incivile, ma a quanto pare consideri accettabile e civile insultare un autore chiamandolo
"miserabile" e
"pezzo di merda", anche in questo caso ti rinnovo i complimenti per la coerenza, ma ti consiglio anche di moderarti in futuro, perché al mio posto altre persone ti avrebbero già denunciato per diffamazione, oppure pensi davvero che scrivere un pamphlet polemico sia inaccettabile mentre dare del miserabile pezzo di merda a qualcuno sia lecito?
Semmai è proprio il contrario!Francesco Avella.
P.S.
Non si capisce nemmeno bene se parli di me oppure di Ennio Montesi, in ogni caso lui mi ha scritto solo la prefazione, tutto il resto (compresa la descrizione "inaccettabile") è farina del mio sacco, per cui non cambia nulla, lo sottolineo giusto per chiarezza.