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Lo strano intreccio tra ateismo e misoginia

Ultimo Aggiornamento: 14/06/2013 16:15
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13/06/2013 17:38
 
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Lo strano intreccio tra ateismo e misoginia

Non è detto che i contesti agnostici siano immuni dall'odio per le donne; il non credente che discute la misoginia di origine religiosa deve prima disfarsi della propria.



Circa sette anni fa, quando ho aperto il sito web Skepchick.org [Rebecca Watson è la fondatrice della Skepchick Network, composta da blog incentrati su scienza, scetticismo e secolarismo, e copresentatrice del podcast settimanale Skeptics' Guide to the Universe, ndt], non pensavo che la misoginia potesse esistere indipendentemente dalla religione. La maggior parte della retorica contro la donna che conoscevo e che avevo letto veniva dai libri sacri: «Donne, siate sottomesse ai vostri mariti come al Signore» e così via. Pensavo che la misoginia fosse sempre legata alla religione e che scrollarsi di dosso l'una volesse dire abbandonare anche l'altra. Gli atei come me, pensavo, erano tutti progressisti. Non avevamo bisogno di un dibattito interno sul valore delle donne o sul valore intrinseco della diversità. Eravamo un gruppo formato in maggioranza da uomini bianchi di mezza età altamente evoluti e lungimiranti.
Il primo sentore che c'era qualcosa che non andava è stato quando ho iniziato a ricevere segnalazioni da donne che dicevano di voler partecipare alle attività del gruppo ateo o scettico della loro zona ma che si sentivano molto a disagio ad essere l'unica donna partecipante alla riunione al pub. Non riuscivo a capire. A venticinque anni, non avevo mai avuto problemi con riunioni tutte al maschile. Ero sguaiata, imprecavo come un carrettiere e non avevo problemi a dire a qualcuno esattamente come la pensassi.
Comunque, non ho sottovalutato le esperienze di queste donne solo perché erano diverse dalla mia. Le ho ascoltate quando mi raccontavano di incontri imbarazzanti, di aver rifiutato le avances di vari uomini e di aver dovuto incontrare e interagire o evitare tutti questi uomini alla riunione successiva. Mi hanno parlato di contatti fisici non richiesti. Battute sessiste. Battute sullo stupro. Di essere state interrotte, ignorate, prevaricate o "congratulate" per il loro aspetto.

Tenendo presente questo, quando ho dato vita a Boston Skeptics, mi sono sforzata di far sentire le donne al sicuro e a proprio agio stigmatizzando subito gli atteggiamenti sessisti e accogliendo personalmente le nuove arrivate. Ormai il gruppo che mi aiuta ad organizzare gli incontri è composto soprattutto da donne. Quando siamo venute a sapere che parecchi mariti venivano alle riunioni di Skeptics in the Pub senza le mogli perché queste erano a casa con i figli, abbiamo iniziato a organizzare altri eventi in posti adatti ai bambini come musei e parchi. Visto che tutti questi sforzi sono stati accolti positivamente da un sempre crescente gruppo di scettici, continuavo a pensare che la misoginia non fosse un vero problema per la nostra comunità. Pensavo che gli atteggiamenti sessisti fossero qualcosa che, una volta identificato, sarebbe stato prontamente corretto sia dalla comunità sia dalla persona che (con molta probabilità) inconsciamente commetteva il passo falso.
Alla fine, però, sempre più spesso mi sono trovata di fronte a comportamenti sessisti che prendevano di mira me. Uomini che mi toccavano senza il mio consenso alle riunioni. Uomini che mi invitavano apertamente a fare sesso con loro. Uomini che mandavano messaggi ai miei copresentatori di sesso maschile chiedendo loro di licenziarmi perché ero pedante o isterica o noiosa o una "feminazi". Uomini che facevano commenti sul mio aspetto, sul fatto che mi dovrei vestire in maniera più sexy o farmi fare primi piani più sexy. Stavo sperimentando ciò che molte donne avevano già provato nella nostra comunità; solo che mi ci è voluto più tempo per rendermene conto.
Quando alla fine, con gentilezza, ho chiesto pubblicamente di mettere fine a questo tipo di atteggiamento, si sono aperte le porte dell'odio e ho capito che non avevo a che fare con semplici sviste comportamentali. Avevo a che fare con l'aperta ostilità verso le donne di uomini (e di alcune donne) che godevano nel chiamarmi stronza, puttana, cogliona. Persone che mi dicevano che chiedere agli uomini di essere rispettosi verso le donne del nostro movimento era come mettere fuorilegge sesso, seduzione e divertimento. Persone che hanno lanciato campagne accanite per intimorirmi, blog incentrati su di me, cercando (senza riuscirci) di ricavare rime ingiuriose dalle mie foto, minacciando di stuprarmi, minacciando di uccidermi, dicendomi che non valgo nulla e che merito di essere stuprata e uccisa. Non si tratta di quattordicenni nel seminterrato della loro casa- si tratta di adulti, che conosco perché molti di loro non hanno avuto remore a usare il proprio nome.

Una volta pensavo che il femminismo fosse parte integrante del non-teismo per via della sovrapposizione di obiettivi quando si trattava di combattere la misoginia su base religiosa. Ma come ho detto sul palco della conferenza "Women in Secularism", ho imparato che la religione non crea la misoginia- si limita a codificarla e santificarla. Quelli che hanno abbandonato le religioni organizzate possono continuare ad aggrapparsi al patriarcato - e a farlo con zelo religioso.
Ora so che il femminismo è parte integrante del non-teismo perché per criticare la misoginia su base religiosa ci dobbiamo liberare della nostra misoginia. Richard Dawkins ha ragione a denunciare la mutilazione genitale femminile (anche se sbaglia a etichettarla come pratica "musulmana"), ma perché qualcuno dovrebbe ascoltare quando usa la mutilazione genitale femminile per minimizzare le preoccupazioni delle donne che vogliono partecipare ad eventi atei senza essere molestate sessualmente? I partecipanti alla 2012 Global Atheist Convention di Melbourne avevano ragione a chiedere al gruppo di contestatori musulmani composto da soli uomini dove fossero le donne musulmane. Il loro biasimo non è stato colto perché veniva urlato da un folto gruppo di uomini bianchi, proprio quelli che il giorno prima avevano riso alle battute del comico australiano Jim Jeffries sul picchiare le donne e strappare loro il seno.
Attualmente, negli Stati Uniti, la destra religiosa sta combattendo una guerra contro le donne. Si sta cercando di far entrare la dottrina religiosa nella legislazione per impedire alle donne di avere accesso alle cure riproduttive e all'istruzione. Atei, scettici, umanisti e laici dovrebbero combattere questa legislazione a tutti i livelli. Ci sono molte donne che iniziano a capire che i leader religiosi non pensano ai loro interessi. Nel momento in cui queste donne cominciano a lasciare le loro religioni, non sarebbe grandioso se ci fosse una comunità laica cui si possono rivolgere per essere libere dalla misoginia? Una comunità in cui le donne vengono ascoltate e rispettate? Dove viene dato credito alle loro storie? Dove i leader della comunità non le denigrano? Dove sono viste come persone con idee e opinioni e non soltanto come parti del corpo?
Possiamo costruire quella comunità, ma abbiamo ancora molta strada da fare.

Rebecca Watson
Articolo originale su Secular Humanism, traduzione di Flavia Vendittelli
[Modificato da Cristianalibera 13/06/2013 17:58]



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13/06/2013 20:41
 
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Costei fa paragoni tra ateismo e misoginia come li farebbe tra comunismo ed ateismo, anche se il termine "ateismo" non lo digerisco proprio.

Ho fatto una ricerchina sul suffisso "ismo" e, guarda caso... ateismo, non l'ho trovato.

-ismo m (pl: -ismi)
suffisso molto produttivo sia nell'italiano classico sia nell'italiano moderno e contemporaneo; si usa per derivare un nome comune astratto, talvolta usato in modo concreto, con un significato generale di categoria o categorizzazione; nello specifico:
può derivare il nome di un movimento politico, religioso, culturale, artistico, e così via:
da un nome comune: fascismo, comunismo, buddismo, futurismo, islamismo, ecc.
da un nome proprio: manicheismo, marxismo, zoroastrismo ecc.
da un aggettivo: esistenzialismo, lealismo, socialismo, ecc.
da una locuzione: empiriocriticismo, nazionalsocialismo, ecc.
da un neologismo: dadaismo, ecc.
può derivare il concetto di un comportamento o di un atteggiamento:
da un nome comune: alcolismo, eroismo, tempismo ecc.
da un nome proprio: amletismo, proteismo, rambismo, ecc.
da un aggettivo: laconicismo, ottimismo, scetticismo, ecc.
da una locuzione: menefreghismo, pressapochismo, ecc.
da radici di origine latina o greca antica: egoismo, fanatismo, ecc.
può derivare una condizione fisica o fisiologica, specialmente se patologica:
da un nome comune: arsenicismo, cannabismo, ecc.
da un nome proprio: daltonismo, ecc.
da un aggettivo: mutismo, ecc.
da radici di origine latina o greca antica: aracnidismo, strabismo, ecc.
può derivare una caratteristica, uno stato, una relazione, e così via:
da un nome proprio: carsismo, galvanismo, voltaismo ecc.
da un aggettivo: amorfismo, magnetismo, parallellismo, ecc.
da radici di origine latina o greca antica: parossismo, ecc.
può dare l'idea di trasformazione, come ad esempio in un rito, un fenomeno, e così via:
da radici di origine latina o greca antica: esorcismo, metabolismo, sillogismo ecc.
può derivare il concetto di origine di una cosa, specialmente in linguistica:
da un nome proprio: dantismo, petrarchismo, ecc.
da un aggettivo: forestierismo, regionalismo, ecc.
da radici di origine latina o greca antica: arcaismo, neologismo, ecc.
può derivare il nome di un assemblato o di un sistema:
da un nome comune: organismo, ecc.
da un aggettivo: meccanismo, ecc.
può derivare il nome di una disciplina sportiva, di una attività lavorativa, di un passatempo, e così via:
da un nome comune: automobilismo, modellismo, visagismo, ecc.
da una locuzione: florovivaismo, ecc.
da radici di origine latina o greca antica: podismo, ecc.
ricalcando parole di origine straniera: turismo, ecc.


Misoginia ed "ateismo" non hanno assolutamente nulla in comune, così come "comunismo" ed "ateismo.

Prima di cominciare a confutare a vanvera, trova il VERO motivo per cui gli stati dittatoriali (Russia, Cina, tanto per citarne 2) si dichiaravano atei, proibendo qualsiasi religione.

[SM=g2407711]





Le religioni? Un'abbagliante strada a senso unico. (Max Cava)

" Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione,
e non mi importerà di chi ne fa le leggi" (Mayer Anselm Rothschild)


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14/06/2013 16:15
 
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max

Costei fa paragoni tra ateismo e misoginia come li farebbe tra comunismo ed ateismo, anche se il termine "ateismo" non lo digerisco proprio.




Sai che devo darti ragione, il titolo lo trovo infelice anch'io.
L'ateismo di per se non ha nulla a che vedere con la misoginia.

La religione spesso e volentieri sì, questo non quando singolo appartenenti ai movimento religiosi manifestano la misoginia ma quando è la stessa dottrina religiosa ad insegnarla.

Nulla toglie però che nel mondo degli atei esiste gente che rispetta il suo prossimo e questo a prescindere se si tratta di uomo o donna come esiste gente dispettosa soprattutto verso le donne con vari atteggiamenti e comportamenti che sfoccia in una vera o propria misoginia, ma non perché sono atei ma per altri motivi.


L'autrice è una delusa, e lo dice lei stessa, delusa da che cosa?
Delusa che le sue aspettative ROSAROT nel mondo degli atei non hanno trovato appagamento,

non pensavo che la misoginia potesse esistere indipendentemente dalla religione. La maggior parte della retorica contro la donna che conoscevo e che avevo letto veniva dai libri sacri: «Donne, siate sottomesse ai vostri mariti come al Signore» e così via. Pensavo che la misoginia fosse sempre legata alla religione e che scrollarsi di dosso l'una volesse dire abbandonare anche l'altra. Gli atei come me, pensavo, erano tutti progressisti. Non avevamo bisogno di un dibattito interno sul valore delle donne o sul valore intrinseco della diversità.





[Modificato da Cristianalibera 14/06/2013 16:21]



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