In Italia l’ateismo diventa religione.
E si prende l’8×1000
L’ATEISMO COME RELIGIONE – «Anche le associazioni atee e agnostiche devono ricevere dal governo la stessa tutela e gli stessi diritti riconosciuti dall’art. 8 della Costituzione alle confessioni diverse da quella cattolica, mettendo al bando la discriminazione tra le fedi acattoliche». Lo afferma la Cassazione con una sentenza depositata il 28 giugno, respingendo così il ricorso della Presidenza del Consiglio del 2010 contro questa decisione. L’allora presidente Monti infatti aveva considerato l’Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) una associazione non adeguata per una intesa come quelle previste dall’articolo 8, il quale regola i rapporti delle confessioni religiose con lo Stato.
Insomma, da oggi in Italia l’Uaar, nota associazione atea oltranzista, è parificata ad una religione e riconosciuta dallo Stato come tale. Con tutti gli annessi e connessi. A partire dall’8 per mille. Il che dà vita ad una clamorosa contraddizione: dalle battaglie contro l’“indebita” assegnazione di denaro alle organizzazioni religiose, ora l’Uaar ne diventa destinataria.
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IL BISOGNO DELL’ATEO – L’Uaar conta quasi quattromila membri. Aderenti famosi sono Piergiorgio Odifreddi e Margherita Hack. Nel 2010 l’Uaar si era autodefinita apertamente una confessione religiosa. «Ateismo e religione sono fazioni opposte che si contendono la medesima porzione di coscienza» era stato dichiarato tramite un comunicato. Nel testo si parla anche del «soddisfacimento del bisogno dell’ateo», il quale «si manifesta nella critica alle religioni», quasi come se fosse un bisogno da estrinsecare con impellente necessità.
Con il riconoscimento da parte dello Stato, ultimo capitolo della storia dell’unione, l’associazione è caduta in una contraddizione da cui è difficile uscire: da una parte professa l’assolutezza e l’unicità della ragione contro le derive metafisiche e irrazionalistiche delle religioni, ma dall’altra, istituzionalizzandosi come dottrina accanto a quelle tradizionali, ha finito per essere un punto di vista fra tanti, relativizzandosi e perdendo quella credibilità che, nei fatti, già non aveva, ma che adesso risulta ancora più compromessa.
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IL CULTO LAICISTA – Negli ultimi tempi il laicismo, da non confondere con la laicità, sta mostrando il suo vero volto, l’essere un vero e proprio culto. Il caso Francia ne è un altro esempio. Il giurista Francesco Margiotta Broglio ha affermato sarcasticamente: «E’ tutto già pronto: una dea, la “Ragione”, una festa nazionale, il XX settembre, un santo, Giordano Bruno da Nola, da festeggiare il 17 febbraio. Piazza Campo de’ Fiori attende!»
Per fare proseliti, perché ormai è di questo che si tratta, l’Uaar ha diffuso una serie di cartelloni in giro per le città. Uno di questi recita così: «La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno».
Un altro invece consiste in una grande scritta, “Dio”, con la “D” tagliata. Sotto, la scritta: «10 milioni di italiani vivono bene senza D». Il sociologo Giuliano Guzzo ha smentito questo dato, stimando che i non religiosi in Italia sono circa 4 milioni. Ma soprattutto l’“Io” rimanente dalla parola “Dio” sebra molto un sinonimo di un ateismo individualista ed egoista, distruttore di ogni morale umanitaria. Insomma, l’“Io” da solo distrugge il fondamento stesso dei rapporti umani. Significato, questo, sicuramente non voluto, ma che mostra una grave disattenzione da parte delle “gerarchie ecclesiastiche” dell’associazione atea. Bisognerebbe consigliargli qualche altra azienda in comunicazione.
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Giacomo Maria Arrigo
http://dailystorm.it/2013/07/25/in-italia-lateismo-diventa-religione-e-si-prende-8x1000/
Lo stesso si riflette nel partito politico di Democeazia Atea (DA) .
Questi sono tutti atei per convenienza, per interessi.
VERGOGNA!!!