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Come educo mia figlia al di fuori della fede

Ultimo Aggiornamento: 25/10/2017 22:41
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28/03/2014 23:21
 
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Le mie ansie sono finite quando ho capito che la religione non ha il monopolio della moralità
Così un ex pastore metodista racconta sul suo blog la sua esperienza di padre

Anni fa, quando ero un pastore dei giovani, ho letto un articolo su una rivista pastorale giovanile che affermava che l'85 per cento di tutti i cristiani accettava Cristo prima di compiere diciotto anni. Sulla base di queste statistiche, incoraggiava gli operatori della pastorale giovanile a raddoppiare i propri sforzi per salvare ragazzi e bambini. Una volta andati al college o iniziato ad esplorare il mondo, i maggiorenni hanno ben poche possibilità di diventare religiosi. All'epoca, pensavo che questa fosse una tragedia.

Quando insegnavo dottrina religiosa ai bambini, non l'ho mai visto come indottrinamento. Come persona religiosa, avevo la responsabilità di crescerli nella fede. Anche se l'ortodossia teologica prevede un'età entro la quale i bambini non sono moralmente responsabili, ogni genitore cristiano era radioso quando il figlio o la figlia accettava Cristo. Niente più pressione. Il loro destino eterno era assicurato. All'epoca, se qualcuno avesse insinuato che i bambini non sono evolutivamente in grado di prendere decisioni consapevoli sul credo religioso, non avrei capito. Tu indottrinavi i bambini quando erano più malleabili, garantendo la loro osservanza alle tue credenze e pratiche religiose, perché li amavi. Questo indottrinamento, anche se non appropriato da un punto di vista laico, era l'equivalente religioso di una vaccinazione. Stavi proteggendo i tuoi bambini da idee ed esperienze che li potevano distruggere, da scelte e azioni che li potevano condannare all'inferno. Fare altrimenti era irresponsabile.

Ora che sono non religioso, cerco di tenere a mente la motivazione religiosa. Ricordo quella madre che quando ho pubblicamente abbandonato la fede nell'inferno, mi ha rimproverato per aver minacciato uno degli strumenti usati per crescere i suoi bambini. Ha detto: «Senza la minaccia dell'inferno, come si aspetta che possa crescere un bambino morale?» Questa donna non era un genitore negligente e abusante. In realtà, all'interno della sua rete religiosa, era una madre esemplare. Anche se assillata dall'inferno, la sua prima preoccupazione era di crescere un bambino morale. Questa è la preoccupazione quando le persone contestano la mia decisione di abbandonare la religione chiedendo: «E sua figlia, Ella?» Per alcuni, la mia decisione di allontanare mia figlia di sei anni dalla religione è profondamente preoccupante, pari a camminare su una corda tesa sulle cascate del Niagara con mia figlia seduta sulle spalle. Rischio molto di più della mia dannazione. Quando rispondo che il credo religioso è qualcosa che Ella può scegliere - se lo desidera - una volta maggiorenne, si preoccupano di come possa diventare una persona morale. Di nuovo, cerco di tenere a mente il mio indottrinamento.

Mi è stato insegnato che senza insegnamento religioso lo sviluppo morale è problematico, se non impossibile. Questo pregiudizio è stato difficile da abbandonare per me. Dato che il mio apprendistato morale è avvenuto in un contesto religioso, era difficile immaginare di crescere bambini senza quel sostegno. Cosa poteva mai sostituire i Dieci comandamenti, il Discorso della montagna, la regola d'oro e le parabole di Gesù? Questa ansia può spiegare perché molti genitori, anche se hanno perso interesse nella religione, spesso si rivolgono alle comunità religiose della loro infanzia quando diventano genitori. Non sanno dove altro andare. Le mie ansie di genitore sono finite quando ho capito che la religione non ha il monopolio della moralità. In realtà, è sempre più evidente che la coercizione esterna inibisce, invece di incoraggiare, la crescita di adulti responsabili e moralmente consapevoli. La moralità si sviluppa quando i bambini imparano a capire le scelte e le conseguenze, quando capiscono che la bontà è essa stessa la ricompensa. Questa moralità è insegnata meglio, non da istituzioni, ma dalle persone che i bambini rispettano di più - i loro genitori. Il nostro compito come genitori non è garantire il loro indottrinamento, ma aiutarli a riflettere sulle scelte e decisioni che affrontiamo ogni giorno. Se lo facciamo bene, impareranno a prendere le decisioni giuste.

Questo cambiamento di approccio può essere molto liberatorio per un genitore. Non dobbiamo avere tutte le risposte. Non dobbiamo proteggere i bambini da idee alternative. Consentire loro di esplorare, creare, riflettere, fare errori e alla fine scegliere la propria strada non è irresponsabile. È un atto d'amore e di rispetto. Quando pongono domande difficili, rispondere che non lo sappiamo e chiedere il loro parere consente loro di accogliere un mondo in cui la certezza non è più il valore più alto. Dà anche loro il modo di formare una propria opinione. Questo non significa che non diamo mai la nostra. Se mia figlia Ella chiede che opinione ho di lei, non le dirò che è nata nel peccato, incapace di scegliere il buono e destinata alla distruzione senza l'intervento divino. Non le darò una mappa con ogni singolo passo dalla culla alla tomba disegnato con inchiostro indelebile. Non le toglierò la possibilità di scoprire - a volte attraverso deviazioni dolorose - la sua strada. Invece, dirò ad Ella che siamo tutti nati con una bussola morale, o almeno con quella capacità. Le insegnerò le massime morali che attraversano i confini culturali e religiosi. Le leggerò i lavori del Dr. Seuss, Shel Silverstein e Mo Willems. Sono saggi e - a differenza di molti scritti religiosi - adatti alla sua età. Le farò leggere il libro di Kathryn Otoshi, One, ogni volta che farà fatica a difendersi o a trattare gli altri con compassione. Parlerò ad Ella di persone come Sojourner Truth, Rosa Parks, Dr. Martin Luther King, Jr. e Nelson Mandela. Le farò sentire la musica di Rodriguez e Tracy Chapman. Farò tesoro dei momenti in cui prende decisioni difficili e giuste e le terrò la mano quando sceglie male. Celebrerò la sua libertà di diventare una persona autonoma, con l'esempio e non l'indottrinamento di sua madre e mio. E, se un giorno Ella dovesse ritenere che la religione soddisfa i suoi bisogni e risponde alle sue domande, saprò che anche questa è una sua scelta. Non ho ambizioni sul suo sviluppo morale. Sono ansioso di vedere ciò che Ella diventerà, liberata dai miei vincoli. L'obiettivo della buona genitorialità non è fare dei nostri figli un'imitazione di noi stessi. È lasciare loro lo spazio per superarci in conoscenza, cortesia e autenticità. Questa è la mia speranza per Ella.

Jim Mulholland, Leaving your religiontraduzione di Flavia Vendittelli Articolo originale - See more at: apocalisselaica.net/radar-laicita/cronache-laiche/come-educo-mia-figlia-al-di-fuori-della-fede#sthash.WQc6G...



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04/04/2014 13:55
 
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se una persona e' brava non dipende solo dalla religione
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12/10/2017 00:46
 
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13/10/2017 16:50
 
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Che te devo di,

ho educato mia figlia lasciandola libera di credere o meno.

Non posso dire senza influenzarla, perché non pregando mai e andando a messa giusto per non fare il bastian contrario... penso che qualche domanda se la sarà posta già da piccolina.

Poi quando mi ha chiesto direttamente se credevo in dio, beh, le ho detto la verità senza calcare la mano facendo in modo che si creasse una sua opinione sentendo un altra campana oltre quella del catechismo prima della cresima.
Devo però dire che consisteva più sulla conoscenza di tutte le "grandi" religioni che un inculcamento di una religione. Non fosse stato così, qualcosina da dirle l'avrei certamente avuta. [SM=g2407713] [SM=x789054] [SM=x789054]

Oggi ha vent'anni e non è credente.

Comunque non é che la questione ci tolga il sonno, anzi, non ne parliamo mai. Il proselitismo non é il mio forte.[SM=x789063]

[SM=g2407711]



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13/10/2017 16:51
 
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Mi è stato insegnato che senza insegnamento religioso lo sviluppo morale è problematico, se non impossibile.



Fantozzi direbbe:

questa é una cagata pazzesca!!!! [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049]

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23/10/2017 20:23
 
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Re:
Cristianalibera, 19.10.2017 09:32:

Da un estremo all'altro, .... [SM=g27825]



Non penso di essere un "estremo"... se ti riferivi a me.

[SM=g2407711]







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24/10/2017 23:02
 
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Eh... in un paese come l'Italia, crescere figli al di fuori della religione è un problema serio. [SM=g2407713]
Quindi io non ci ho neanche provato.
Il mio primogenito è cresimato. Ha frequentato il catechismo, ha fatto il chierichetto, è andato a messa la domenica... adesso sbuffa se deve andare in chiesa e francamente non mi sento di forzarlo più di tanto.
Qualche discorso così alla larga lo abbiamo accennato, ma la domanda diretta ancora non me l'ha fatta.
Però ho sempre cercato di dargli un'educazione laica, evitando frasi del tipo "se disubbidisci Gesù piange" oppure "ogni volta che fai il monello infliggi una spina nel cuore di Gesù" o ancora "Dio non vuole" o dulcis in fundo "non si fa perché è PECCATO!" Frasi che invece io ho sentito spesso nella mia infanzia e adolescenza. [SM=x1426851]
Non puoi trasmettere ad un figlio qualcosa che non senti... i figli se ne accorgono che non sei sincero, inutile mettersi sul pulpito a predicar bene e razzolare male.



Titti. [SM=x789061]



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