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Reliquie e superstizione

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2006 11:07
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10/09/2006 05:55
 
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La superstizione più oscura esiste ancor oggi: una reliquia nella croce che il vescovo porta sul petto, una reliquia in ogni altare …
Dogma: “Chi non accetta tutto ciò che è stato tramandato dalla chiesa …” – si trova quasi già all’inferno


Alcuni concittadini ingenui preferiscono relegare questi relitti della superstizione più oscura in un’epoca remota. La cosa scioccante è tuttavia che tutte queste cose ci sono molto più vicine di quanto si pensi. Recentemente un cristiano delle origini ha visitato un museo e ha letto su un cartello “Tesoro del duomo di Würzburg”. C’erano le insegne dei vescovi di oggi; si rese quindi conto che ciò di cui abbiamo parlato è ancora attuale e non è assolutamente cambiato.

Prendiamo come esempio la “croce pettorale”. A partire dal XII secolo, ogni vescovo deve portare una determinata croce sul petto. Già nel IV secolo esisteva un amuleto del genere, ossia un oggetto che conteneva una reliquia. E ancor oggi viene prescritto che nella croce pettorale del vescovo deve essere contenuta una reliquia. In tal modo questo tipo di riti e di insegne vengono portati fin nel presente e trasmessi anche nei tempi futuri. Oggi quindi le cose non sono cambiate – come molti pensano – ma tutto ciò è presente, è pura realtà.

Anche in ogni altare viene inserita una reliquia e un altare cattolico risulta consacrato soltanto se contiene una reliquia. Che cosa dice a questo punto un cattolico fedele che fino ad ora non era al corrente del fatto che nell’altare della chiesa in cui si reca ogni domenica si stanno decomponendo delle ossa o altre parti di cadavere “sacre”, senza che nessuno se ne accorga?

Un contemporaneo critico si chiederà: bisogna credere in questo culto delle reliquie? E se non viene accettato dai cosiddetti fedeli, quindi se le persone non ci credono, che cosa succede?

E’ stato già accennato al fatto che si deve credere in particolar modo alla forza delle reliquie. Esiste un dogma che chiarisce queste cose in modo generico: “Chi non crede a tutto ciò che è stato tramandato dalla Chiesa, sia per iscritto che non per iscritto, deve essere escluso.”* Ciò significa anche per chi non conosce queste cose che sono state tramandate: chi non accetta anche soltanto una di queste cose e non la ritiene vera è già dannato, anche se non lo sa. Secondo la chiesa cattolica, egli si trova praticamente già all’inferno, pur non essendone consapevole.

Potremmo quindi chiederci se ciò non vale forse per quasi tutti i cattolici. Infatti, non si può presumere che tutti i cattolici conoscano tutti i dogmi e tutto ciò che è stato tramandato. Di conseguenza, essi pagherebbero ancora le tasse per una chiesa che li ha già dannati da molto tempo.

Forse dovremmo prendere coscienza di che cosa significa realmente essere dannati in eterno. Se ne parla come una cosa normale o a volte si considera come uno scandalo. Tuttavia probabilmente ci si rende conto della portata di questo scandalo solo prendendo coscienza di che cosa significa veramente “in eterno”: dover soffrire torture indicibili nel fuoco in eterno, in eterno, e non esserne mai liberati. Secondo quanto insegna la chiesa, queste sofferenze non avranno mai fine e forse solo perché non si è creduto a uno o all’altro dogma e, negli ultimi tempi, anche nel caso in cui una coppia viva insieme senza un certificato di matrimonio. Soltanto poco tempo fa, Benedetto XVI ha annunciato che una vita matrimoniale senza il certificato di matri­monio non è conciliabile con l’insegnamento di questa chiesa, e costituirebbe quindi un grave peccato. Secondo il dogma della dannazione eterna, chi muore macchiato da questo peccato, cadrà nel fuoco eterno dell’inferno.

Ciò nonostante la chiesa non si fa scrupoli a continuare a incassare ingenti somme da tutti coloro che non credono a tutti i suoi dogmi, nonostante abbia spiegato loro che saranno dannati per sempre, perché non credono in tutto ciò che la chiesa annuncia (secondo il dogma riportato al nr. 85).

www.universelles-leben.org/italiano/frameload.html?/italiano/stuhl-petri/stuhl-petr...



11/09/2006 18:05
 
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Forse dovremmo prendere coscienza di che cosa significa realmente essere dannati in eterno. Se ne parla come una cosa normale o a volte si considera come uno scandalo. Tuttavia probabilmente ci si rende conto della portata di questo scandalo solo prendendo coscienza di che cosa significa veramente “in eterno”: dover soffrire torture indicibili nel fuoco in eterno, in eterno, e non esserne mai liberati. Secondo quanto insegna la chiesa, queste sofferenze non avranno mai fine e forse solo perché non si è creduto a uno o all’altro dogma e, negli ultimi tempi, anche nel caso in cui una coppia viva insieme senza un certificato di matrimonio. Soltanto poco tempo fa, Benedetto XVI ha annunciato che una vita matrimoniale senza il certificato di matri­monio non è conciliabile con l’insegnamento di questa chiesa, e costituirebbe quindi un grave peccato. Secondo il dogma della dannazione eterna, chi muore macchiato da questo peccato, cadrà nel fuoco eterno dell’inferno.




Qua bisogna fare una distinzione, anzi meglio una domanda, ma l'inferno cristiano è uguale all'inferno dei greci e dei romani? Sembra strano, ma sono due termini alquanto distanti fra di loro.



)Mefisto(
12/09/2006 11:07
 
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Un'altra cosa che non torna, come fanno ad esserci quintali di schegge della croce di gesù cristo, quando quello che hanno scritto (senza nessuna possibilità nè nostra nè Loro di provarlo), di croce ce n'è stata una sola? [SM=g27833] Dogma anche questo della fede? [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]


)Mefisto(
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