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Welby al medico: Staccatemi la spina

Ultimo Aggiornamento: 27/11/2006 19:24
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EUTANASIA: WELBY SCRIVE A MEDICO, STACCATEMI LA SPINA

ROMA - Piergiorgio Welby ha rivolto ad uno dei due medici che lo segue la richiesta scritta di staccare la spina. "Il sottoscritto Piergiorgio Welby chiede il distacco dal ventilatore polmonare sotto sedazione terminale, se possibile orale" si legge nel breve testo con il quale chiede ufficialmente l'eutanasia.

La vicenda del co-presidente dell'associazione Coscioni, malato di distrofia muscolare, ha riproposto all'attenzione del mondo politico e bioetico la questione eutanasia da quando, il 22 settembre scorso, ha rivolto un video appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Oggi l'ultima richiesta scritta nella quale si chiede anche la sedazione terminale per non soffrire per la mancanza di aiuto nella respirazione.

PANNELLA: SU WELBY INTERVENTO TRIBUNALE DI ROMA
''Dopo questa iniziativa nei confronti del medico se ne chiede un'altra, ex articolo 700 si chiede di avere un pronunciamento, si spera positivo anche in diritto, da parte del presidente del tribunale di Roma''. Cosi' Marco Pannella risponde ai microfoni di Radio Radicale interpellato sulla nuova richiesta di eutanasia presentata dal vicepresidente dell'Associazione Coscioni, Piergiorgio Welby. ''E' la richiesta alla quale ha risposto gia' il Presidente della Repubblica | ha detto Panella - Stanno rispondendo non molti, ma alti personaggi istituzionali. Non mi sentirei di dare troppo atto in giro di interessamenti autentici, veri e concreti. Il punto in cui siamo e' che Welby, d'accordo con l'associazione di cui e' presidente ha formalmente richiesto al proprio medico di staccare la spina e che il suo medico ha detto di non essere in condizione di aderire alla richiesta nella realta' legislativa e giurisprudenziale italiana. A questo punto al prezzo del proseguirsi di questa tortura di stato infame che nel tempo moderno ci ha fatto trovare la possibilita' che Giordano Bruno bruci per mesi invece che per mezzora, abbiamo continuato a perseguire tutte le vie legali per cercare di far trionfare i principi fondamentali del diritto. Dopo questa iniziativa nei confronti del medico si chiede ex articolo 700 di avere un pronunciamento, si spera positivo anche in diritto, da parte del presidente del tribunale di Roma''.

ORDINE MEDICI: RICHIESTA INACCOGLIBILE
Il medico che ha in cura Piergiorgio Welby ed al quale oggi lo stesso Welby ha chiesto ufficialmente di 'staccargli la spina', ''non puo' in alcun modo accogliere tale richiesta''. Il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici e odontoiatri (Fnomceo), Amedeo Bianco, e' chiaro: ''Se il medico, in questi termini, accettasse la richiesta di Welby, andrebbe incontro a serie conseguenze''. In questo caso, ha spiegato Bianco, il medico ''avrebbe infatti contro sia il Codice penale sia il Codice deontologico medico: il Codice deontologico vieta infatti al medico di assecondare qualunque richiesta esplicita di eutanasia, ovvero di terminare la vita, da parte del paziente, mentre il Codice penale identifica tale atto come un reato prevedendo sanzioni conseguenti''. Dunque, ribadisce il presidente Fnom, ''il medico che ha in cura Piergiorgio Welby non puo', in questi termini, accogliere positivamente la richiesta del suo paziente''. Certamente, ha quindi precisato Bianco, ''si tratta di una situazione molto particolare, in cui il rapporto di anni tra medico e paziente e le lunghe sofferenze del malato hanno un peso importante. Una vicenda in cui si scontrano sensibilita' e opinioni diverse rispetto a quella che e' una richiesta esplicita di eutanasia. Tuttavia - ha aggiunto - per il medico non vi e', in tale circostanza, spazio di azione''. Ma secondo il presidente degli ordini dei medici, la vicenda di Welby fa emergere chiaramente una necessita' ormai non piu' rinviabile: ''E' indispensabile una normativa sulla questione - ha detto - al piu' presto, e questo anche per evitare, in simili casi, la discrezionalita' della decisione lasciata al medico''. Insomma, e' l'appello di Bianco, ''come dimostra anche il tragico caso di Piergiorgio Welby, bisogna superare l'attuale condizione di paralisi''.

PRESIDENTE UILDM: L'ASSISTENZA E' LA PRIORITA'
La richiesta dell'eutanasia da parte del co-presidente dell'Associazione Luica Coscioni, Pier Giorgio Welby, e' ''una provocazione utile'', ma non e' la priorita': per i malati di distrofia muscolare la vera emergenza e' una buona assistenza al servizio della qualita' della vita. Lo sostiene il presidente dell'Unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare (UILDN), Alberto Fontana. ''La richiesta di Welby viene da un dirigente politico, non da un semplice paziente, al quale difficilmente si chiede quello che pensa'', ha osservato Fontana a margine della conferenza stampa di presentazione della prossima maratona televisiva Telethon. ''Su che cosa vogliamo concentrarci? Sull'assistenza o sul testamento biologico? Non sono contrario alla posizione di Welby - ha aggiunto - e anzi, lo ringrazio perche' da' la possibilita' di parlare di questi temi''. Per questo, ha detto ancora, ''e' giusto che Welby prosegua in questa provocazione, non soltanto per la maggiore attenzione che sollecita verso i disabili, ma perche' offre l'occasione per parlare della cultura dell'assistenza e della disabilita'''. Ma secondo Fontana vanno rispettate delle priorita' e per chi soffre di distrofia muscolare la vera emergenza, ha detto il presidente della UILDM, assistenza e qualita' della vita vengono al primo posto. Quanto all'eutanasia, ha proseguito, ''c'e' gente che la pratica senza saperlo in quanto non ci sono risorse per l'assistenza ne' controlli, ne' cure adeguate e vive la malattia in una forte difficolta'. Welby - ha concluso - ha la fortuna di avere familiari che si prendono cura di lui, mentre ci sono persone che non hanno nemmeno quello''.

MARINO: RISPETTARE VOLONTA' NO ACCANIMENTO
''Ho gia' espresso la mia personale solidarieta' umana nei confronti della tragica situazione del signor Welby e non posso che ribadire la mia partecipazione al dramma in cui si trova'': il presidente della Commissione sanita' del Senato, Ignazio Marino, aveva inviato la scorsa settimana una lettera di sostegno a Piergiorgio Welby, in risposta ad una richiesta di intervento avanzata dal paziente e oggi ricorda che, in termini generali, va sempre rispettata la volonta' di un paziente che in modo cosciente dice no all'accanimento terapeutico. ''Nel mio ruolo istituzionale - continua Marino - ho l'obbligo di guardare al di la' di ogni personalizzazione, anche se emotivamente non vorrei. In termini generali, quindi, credo che quando un paziente e' in grado di intendere e di volere, quindi e' cosciente e consapevole della propria condizione e delle possibilita' di successo o di insuccesso del proprio piano terapeutico, se decide di esprimere il rifiuto di una terapia, la sua richiesta dovrebbe essere ascoltata. Situazioni simili sono gia' accadute nel nostro paese alcuni anni fa, per esempio quando una donna ha rifiutato consapevolmente l'amputazione di un arto ed e' andata in questo modo incontro alla morte, prevista ed annunciata dai sanitari. In casi simili non si puo' parlare di eutanasia, ma semplicemente di applicare il principio del consenso informato che, nel nostro paese, e' riconosciuto per legge. Vanno cioe' rispettate le volonta' di un paziente che, nel pieno delle proprie facolta', ritiene preferibile la sospensione delle terapie e una morte naturale, rispetto al perdurare di una condizione di accanimento terapeutico, prolungata artificialmente da tecnologie e apparecchiature che quel paziente ritiene inadeguate, sproporzionate e inappropriate per se stesso''.

www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_2050028...





“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer
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