Piergiorgio Welby tenterà ancora qualche altra strada prima di quella finale, la disobbedienza civile. Con la legge non ha più speranze, troppo lunghi i tempi del Parlamento per la sua malattia devastante. «Ma non ci diamo ancora per vinti», dice il radicale Marco Cappato. E spiega: «Stiamo esplorando margini giurisdizionali interpretativi per un’altra strada. Stiamo pensando di rivolgerci a un giudice che ci autorizzi a staccare la spina. Oppure alla scelta di un medico che si prenda lui la responsabilità. In questa vicenda ci troviamo di fronte a leggi in contrasto con principi costituzionali e il tutto è molto violento».
Forse, come ha detto ieri al Corriere della Sera Ignazio Marino, alla fine l’Italia una legge sull’eutanasia la farà. Ma il presidente della commissione Sanità del Senato è stato chiaro: «Non si potrà fare subito». E dunque non servirà a far vincere la battaglia di Welby che ha 60 anni e da oltre 40 combatte una malattia che ancora oggi non conosce cura: la distrofia muscolare progressiva.
Aveva scritto anche a Marino Piergiorgio Welby per chiedere l’eutanasia. A lui e al presidente della commissione omologa della Camera. Ai presidenti dei due rami del Parlamento. Al presidente della Repubblica aveva già implorato in settembre la «grazia » di un’eutanasia. Senza successo. Ma lui combatterà ancora.[…]
Intanto Piergiorgio continua a spegnersi nel suo letto di dolore. «Fa sempre più fatica a deglutire persino le pappette», dice Mina, amorevole e impassibile con il suo stile tedesco. E aggiunge: «La verità è che Piergiorgio non accetterà mai un sondino per mangiare. E dunque quando non ce la farà più a deglutire, le sue ore saranno davvero contate»
Nel frattempo è lei, Mina, che conta le ore e anche le notti. «Non dovrei dirlo, ma tante volte quando mi corico prima di addormentarmi imploro: “Signore, portamelo via stanotte ». Ma la mattina ancora ritorna per Piergiorgio Welby. E Mina ricomincia con lui le giornate: «Se potessi la staccherei io la spina di quella macchina. Se soltanto sapessi farlo senza farlo soffrire troppo».
Fonte: Corriere.it
www.uaar.it/news/2006/11/26/eutanasia-welby-chiede-aiuto-...
“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer