Ciao Mefisto!
Non capisco a che cosa ti riferisci, dal link leggo che tratta degli esseni.
Ti stai riferendo alla loro visione apocalittica?
Lo scritto di Soloviev che ho riportato segue l'Apocalisse di San Giovanni e gli scritti apocalittici del profeta Daniele che sono correlati all'Apocalisse giovannea...
Vedi i due "testimoni" del racconto...il papa Pietro II e lo starets Giovanni...confronta il racconto con quanto cito di seguito:
"Apocalisse 11:7 E quando poi avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall'Abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà.
Apocalisse 11:8 I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove appunto il loro Signore fu crocifisso.
Apocalisse 11:9 Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedranno i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permetteranno che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro.
Apocalisse 11:10 Gli abitanti della terra faranno festa su di loro, si rallegreranno e si scambieranno doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.
Apocalisse 11:11 Ma dopo tre giorni e mezzo, un soffio di vita procedente da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli."
La setta ebraica degli esseni viveva in piena attesa apocalittica, un'apocalisse che si aspettavano dovesse avvenire in maniera materiale e concreta con le forze del bene e del male che si fronteggiavano in battaglia a suon di spade e lance.
Essendo setta ebraica tenevano conto delle profezie della Tanak...quindi anche di quelle del profeta Daniele.
Quel libro, però, mi sembra trattare di tutt'altro argomento:
"I rotoli del mar Morto contengono una nuova sconvolgente interpretazione delle origini del Cristianesimo e tracciano un profilo inconsueto della figura di Gesù."
Puoi anticiparmi qualcosa?
Grazie
Mauri
-----------------------------------------
Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)