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Darwin e Dico, lo stesso rifiuto

Ultimo Aggiornamento: 13/05/2007 13:22
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Cardinale
13/05/2007 12:51
 
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Io non sono così gentile, scusami, secondo me non riuscite a leggere quello che scrivo...
nel senso che sono ormai 3 reply che vi sto dicendo che io non sostengo la teoria dell'Intelligent Design ma non posso che appoggiare alcune sue obiezioni.


Tu stai dicendo che la teoria dell'evoluzione ha delle presunte falle critiche. E perché? Perché non spiega cose che invece vengono spiegate dall'ID. E che cos'è l'ID? Una teoria non scientifica.
Ora puoi dire quello che vuoi, ma questa posizione ti pone inevitabilmente fuori dal contesto scientifico. Dire che non sostieni l'ID può essere vero ma è irrilevante, quando hai già usato i suoi principi per scavalcare quelli chiave dell'evoluzione biologica (cestinando milioni di articoli scientifici e di prove indisputabili...).

Riguardo allo "smascheramento dell'ID" io credo sia la reazione atea ed agnostica che ha la meglio sulla scienza...
Una sorta di scientismo che confuta teorie ed ipotesi scientifiche A PRIORI ed in maniera ANTISCIENTIFICA esclusivamente perchè "HA PAURA DI INTRAVEDERE DIO" o anche solo di ipotizzarlo.
E' quindi un'ideologia e non la scienza che osteggia in tutti i modi la teoria dell'Intelligent Design.


Vedi, sembra intelligente dirlo adesso, come se fosse una novità. Invece il tuo ragionamento ha tutti i presupposti storici per essere ribaltato. Fa sempre comodo dire che ci sono dietro complotti segreti e che tutti sono contro di te per partito presto; ma hanno paura gli scienziati di intravedere un dio, o forse hanno paura i sostenitori dell'ID nel non trovarlo? Sono 150 anni che il creazionismo è terrorizzato dall'evoluzione e la attacca, con vari modelli, ma non ha mai fatto breccia... sai che se questo non avesse sortito effetto ne era pronto uno nuovo? La teoria del SI, il "Sudden Impact".
Questi attacchi alla scienza vengono sfornati con la catena di montaggio, e l'unico motivo per cui oggi hanno un (pur minimo) effetto è perché hanno trovato un modo più furbo per presentarsi, "facendo propria" la microevoluzione e qualche altro dato scientifico evoluzionista. E ovviamente usando il denaro di politici conservatori e associazioni religiose...

Comunque, perché sia chiaro, ho letto anche il link che mi hai passato sull'esperimento (non ho mai eluso una presunta "prova", al di là delle tue insinuazioni... perché pensi male di me?).
E' solo per questo che spendo un post aggiuntivo: per il mio onore personale - perché sia chiaro che da questo dibattito io me ne vado, non scappo.
E nonostante abbia trovato nell'articolo alcune obiezioni direi razionali, purtroppo è il ragionamento di base che è campato per aria. Premettendo che non ho conoscenze approfondite sui calcoli statistici usati in quei modelli specifici, e accontentandomi di conoscere a sommi capi gli operatori, ci sono cose che balzano all'occhio.
Nell'esempio in questione l'organismo "trappola per topi" viene codificato da una sola rappresentazione matematica. Questo è corretto per semplificare, ma solo quando si dà per scontato che si applichi il modello dell'Evoluzione, cosa che (purtroppo) qui è stata messa in discussione. E' profondamente sbagliato invece pensare che i due aspetti presi in considerazione in un'analisi biologica, ovvero il FENOTIPO e il GENOTIPO, vengano equiparati ad uno solo.
L'irriducibile complessità è un concetto inaderente alla realtà, perché stupido: se mai da qualche parte fosse vero, a che cosa lo applicheresti? Al fenotipo. Che cos'è infatti quella situazione della "trappola per topi" in cui se togli un componente tutto il resto non funziona? La manifestazione fenotipica della trappola.
Il genotipo invece per sua natura non sarà MAI soggetto a quel principio, proprio perché è invece soggetto al fenomeno (iper-dimostrato) delle mutazioni casuali, che implicano sempre una complessità riducibile (che poi a sua volta, spesso presuppone una ridondanza). Una mutazione infatti sarebbe sempre letale o invalidante se un genoma fosse ridotto a termini irriducibili,incapaci di sopportare la minima delezione o sostituzione di basi, per non parlare poi della perdita/modifica di funzione di un gene a causa di fenomeni di crossing-over, coniugazione o qualsiasi altro sistema di acquisizione di variabilità genetica programmata. Invece, come dimostrano sia la micro che la macroevoluzione, le mutazioni adattative con effetto benefico esistono eccome.
Per questo ci sarà sempre un margine di variabilità, anche se piccolo. E la selezione naturale agirà su quel margine per competizione.
Pertanto, l'autore dell'articolo sul link si lamentava del fatto che

"The simulation by Lenski et al. assumes that all functioning biological systems are evolutionary kludges of subsystems that presently have function or previously had function. But there's no evidence that real-life irreducibly complex biological machines, for instance, can be decomposed in this way. If there were, the Lenski et al. computer simulation would be unnecessary. Without it, their demonstration is an exercise in irrelevance.


Questa asserzione mostra i limiti della SIMULAZIONE di Lenski, che dà per assunta la possibilità di scomposizione di sistemi vantaggiosi in sotto-sistemi vantaggiosi, ma questo è un problema legato alla rappresentazione matematica, che doveva in qualche modo compensare una sua inesattezza (la sintesi di fenotipo e genotipo in un'unica funzione): una scelta obbligata, dettata dall'esempio medesimo. Non pone invece nessuna pecca legata alla REALTA' biologica a cui esso fa riferimento.
E' l'articolo stesso che giunge a questa conclusione:

Illustrating that Irreducible Complexity is Unevolvable: When the aforementioned "selective advantage" was taken away, and fitness only increased when the target function EQU appeared, EQU NEVER EVOLVED in their simulations! This is very significant because it shows that they modeled true irreducible complexity, and that when they did, irreducible complexity could not evolve!


Ed essendo l'irriducibile complessità un concetto errato nelle fondamenta, ecco che tutti conti tornano. A parte che tutto ciò contrasta con le pretese stesse dell'ID, che si appropria della microevoluzione (la quale non può coesistere con il principio dell'irriducibile complessità), comunque vedi bene che tutto ruota alla fine su quell'assunto non-scientifico. Se fosse vero, allora l'ID avrebbe qualche base. Ma non lo è, né fenotipicamente, né soprattutto genotipicamente parlando.
Il che falsifica e affonda l'ID.
E' un ragionamento circolare, e se facessi io il complottista (ma non mi abbasserò a tanto), potrei pensare che l'esempio fosse stato scelto apposta.

E ora basta così.
Un saluto, ci rivediamo da qualche altra parte.

[Modificato da Rainboy 14/05/2007 8.13]

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