Mi sembra un vero e proprio articolo disinformativo. Vengono infatti snocciolate con dovizia di particolari innumerevoli rezioni metaboliche reali, collegate però ad alcuni palesi non sequitur, come quello demenziale secondo cui cercando di ripristinare un equilibrio meno alcalino nel citoplasma con l'ascorbato di potassio, si potrebbero revertire degli effetti cancerogeni già avvenuti sul DNA (!!!).
L'autore descrive un sofisticato processo di cancerogenesi che, oltre ad essere privo di riferimenti verificabili su degli studi autorevoli, come sarebbe prassi di qualsiasi articolo scientifically correct, è discutibile (questa sembra una genesi molto più plausibile per dei cancri all'esofago che non per quelli allo stomaco) e viene interpretato in modo illogico: ipotizzando infatti che questo farmaco possa revertire davvero i processi che causano l'alcalinizzazione del citoplasma cellulare, si potrebbe effettivamente supporre che esso abbia una qualche azione PREVENTIVA contro il cancro; però oltre a questo, a sentire loro, dovrebbe esserci anche un effetto TERAPEUTICO clamorosamente potente, considerata l'esperienza di un "
orafo, amico dello stesso Dott. Pantellini, malato di cancro inoperabile allo stomaco ebbe dei risultati inaspettati ed assolutamente straordinari assumendo delle limonate in cui per errore inseriva del bicarbonato di potassio invece dell’usatissimo bicarbonato di sodio". Peccato che i danni al DNA, una volta fissati nel genoma siano irreversibili. Nessuna azione sull'alcalinità citoplasmatica può avere effetto su questo.
Io personalmente non ho certo l'opportunità né gli strumenti necessari a testare i teorici benefici
preventivi di tale farmaco, che per quanto ne so potrebbero avere un fondo di verità (come potrebbero non averlo) ma le illazioni sulle capacità
terapeutiche inframezzate e sottintese soprattutto nella parte iniziale, appaiono totalmente campate in aria, e non mi stupisce affatto che nell'articolo non parlino di studi scientifici moderni né di trial clinici atti ad avvalorare l'uno o l'altro aspetto benefico del farmaco.
Comico poi il fatto che l'unica fonte a cui fanno riferimento risalga agli anni trenta (!!!) e che non ci siano i nomi delle presunte pubblicazioni sulla rivista di patologia citata...
Vorrei che fosse una persona più esperta di me in oncologia a dirlo, per fare sì che tutti i possibili dubbi possano veramente essere spazzati via con l'autorevolezza di conosce i dettagli della materia. Ma per quanto mi riguarda, consiglio a chiunque di diffidare seriamente da questo articolo.
[Modificato da Rainboy 27/03/2008 13:08]