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La Banca d'Italia, il signoraggio e il nuovo ordine mondiale

Ultimo Aggiornamento: 29/08/2007 13:01
29/08/2007 13:00
 
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Mi sono letto un breve ma interessantissimo articolo di Salvatore Tamburro in questo link www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=18656

La Banca d'Italia, il signoraggio e il nuovo ordine mondiale
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A partire dalla fine della Seconda Guerra mondiale, l’evoluzione del sistema commerciale mondiale è caratterizzata da un costante utilizzo della retorica “sviluppista”.
Il commercio, da semplice strumento, è diventato un fine in sé, un’affascinante prescrizione politica, una panacea per risolvere con un colpo di bacchetta magica tutti i problemi.
Nonostante i vantaggi ottenuti nella nostra società, le ricette offerte dal sistema bancario, politico, da istituzioni nazionali e sovranazionali, dalla liberalizzazione commerciale hanno assunto una dimensione assoluta, che spesso trascende dalle specifiche condizioni economiche e sociali dei Paesi che sono chiamati ad applicarle.
Il presente lavoro è nato dall'esigenza di conoscere gli aspetti
economici della Banca d'Italia, del sistema bancario in generale e delle principali istituzioni del libero commercio.
L'argomento ha iniziato ad affascinarmi quando ho avuto il piacere di leggere un articolo in rete che elencava i cosiddetti partecipanti all’azionariato della Banca d’Italia e ne rimasi estremamente colpito, tanto da voler ampliare le mie conoscenze in merito. Nell’elenco risultavano, e risultano tuttora, le maggior banche italiane, generando così una sorta di conflitto di interesse, visto che da “controllante” la Banca d’Italia verrebbe delegata al ruolo di “controllata”, in pratica un’inversione di ruolo.
In seguito, documentandomi meglio, ho scoperto che tale conflitto riguardava anche altre banche centrali dei paesi esteri, tra cui anche la Banca Centrale Americana, ossia la Federal Reserve.
Appassionatomi all’argomento delle banche centrali, in seguito alle mie ricerche sono approdato inevitabilmente a un problema ben più grave di un semplice conflitto di interessi tra controllante-controllati, bensì a quello che alcuni definiscono un paradosso del sistema bancario, ossia il signoraggio.
Nel corso del mio lavoro, precisamente al secondo capitolo, ho cercato di illustrare le origini del signoraggio, i beneficiari e gli svantaggiati dell’attuale sistema economico.
Analizzando il signoraggio, mi sono soffermato sulla perdita della sovranità monetaria, sul concetto di valore indotto della moneta come espresso dal professore Auriti, sul metodo della riserva frazionaria usato dalla banche.
Concludo il capitolo esaminando il Trattato di Maastricht e in particolar modo determinati articoli in esso presenti, spunti di contabilità della Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea, la nascita del debito pubblico e l’alternativa delle monete complementari ed alternative.
Proprio cercando di capire chi fossero gli eventuali beneficiari che traevano il massimo profitto da tutto ciò, non ho potuto fare a meno di toccare determinate tesi che alludessero all’esistenza di una èlite globale, composta da esponenti dell’alta finanza, politici, petrolieri, imprenditori e tutti coloro che hanno o possono avere il potere di manipolare a sua volta il resto dell’umanità per ottenere essenzialmente dei vantaggi a favore della loro piccola cerchia di “eletti”, tutti nomi del resto molto spesso ben celati alle persone comuni all’interno dei consigli di amministrazione delle multinazionali o nei direttivi di istituzioni sovranazionali.
In seguito a determinate letture ho portato alla luce della mia conoscenza delle dissertazioni che inizialmente sembravano soltanto utopistiche, irrealizzabili (come ad esempio il PNAC, ovvero Project for the New American Century, che espongo in un paragrafo a sé), ma addentrandomi nell’argomento ho conosciuto i progetti che illustrano una sorta di futuro manipolato, come quello descritto in “1984” di Orwell. Lo scopo finale, secondo la presunta èlite, sarebbe quello di realizzare un’economia globale, sotto una specie di dittatura globale, con un unico esercito e un’unica moneta.
L’ultima parte della trattazione illustra obiettivi e struttura delle due istituzioni più importanti dell’economia globale, ossia il Fondo Monetario Internazionale e l’Organizzazione Mondiale del Commercio, e successive critiche poiché spesso le loro ricette hanno, il più delle volte, creato svantaggi e crisi economiche soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Il lavoro termina con un breve giudizio sulla teoria economica del liberismo con dati prelevati dall’US Census Bureau e in base alle considerazioni del matematico Ralph Gomory e dell’economista William Baumol.

[Modificato da pcerini 29/08/2007 13:01]
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