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Chimere uomo/bovino: la Gran Bretagna dice sì

Ultimo Aggiornamento: 08/09/2007 07:52
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Cardinale
06/09/2007 12:55
 
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www.repubblica.it/2007/02/sezioni/scienza_e_tecnologia/staminali-2/embrioni-chimera/embrioni-chim...

Inutile dire che delle cellule staminali al 99,9% umane, non sono esattamente delle cellule staminali al 100% umane. In termini di studio delle patologie, è difficile dire quanto ci potranno aiutare: forse molto, forse poco, in ogni caso qualcosa in più di nulla.
La Gran Bretagna è riuscita in questo modo ad aggirare le limitazioni etiche imposte dalle lobby religiose; ne sono contento, e soprattutto ammiro la loro opinione pubblica e i loro media: grazie a una circolazione dell'informazione e ad una correttezza mediatica sicuramente maggiori di quelle presenti qui, la gente non si è fatta spaventare da termini spauracchio come "chimera", "ibrido umano-animale" e altri simili, comprendendo invece la base logica del problema, pesando le necessità della ricerca e le opportunità offerte dall'uso di questa tecnologia.
Il risultato finale è stato un "sì" che mi rende, una volta di più, invidioso della lungimiranza di quel paese.

[Modificato da Rainboy 08/09/2007 07:52]
06/09/2007 13:03
 
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Ciao Rain,che ne pensi di quest'altro articolo?

da www.repubblica.it/2007/02/sezioni/scienza_e_tecnologia/staminali-2/cellule-rivoluzione/cellule-rivoluzi...

TECNOLOGIA & SCIENZA
Pubblicati su Nature i lavori di scienziati del Mit
che riproducono gli studi sui topi di Yamanaka
La rivoluzione delle staminali
le cellule adulte tornano embrionali
Rigenerano tutti i tessuti. "Così la clonazione senza problemi etici"

di DANIELE DIENA

ROMA - Ci provava da un anno e alla fine il giapponese che si era messo in testa di spostare indietro l'orologio biologico, trasformando le cellule adulte del topo in qualcosa di molto simile alle embrionali, ci è riuscito. Da qualche mese in un laboratorio dell'università di Kyoto godono ottima salute alcuni topolini transgenici, nati da cellule del tessuto connettivo "riprogrammate" geneticamente in modo da trasformarsi in staminali pluripotenti, quelle particolari cellule in grado di generare tutti i tessuti dell'organismo cui appartengono. Il professor Shinya Yamanaka, che già nel 2006 aveva fatto parlare di sé per i suoi primi tentativi "in vitro" ed ora ha pubblicato l'attesa dimostrazione "in vivo" su "Cell Stem Cell", ha anche fatto centro due volte: "Nature" ha pubblicato altri due lavori di scienziati del Mit di Boston e di Harvard che hanno riprodotto il medesimo esperimento.

La notizia ha suscitato forte interesse nella comunità scientifica internazionale anche per la nuova strada che, nel caso funzionasse sull'uomo, aprirebbe per le applicazioni mediche delle staminali, in alternativa alle tanto contrastate embrionali: "Con questa tecnica si fa clonazione senza usare embrioni. Mi spiace di non averlo ottenuto io questo risultato" ha commentato Angelo Vescovi, direttore dell'Istituto di Ricerca per le Cellule Staminali, al San Raffaele di Milano.

L'anno scorso Yamanaka aveva riscosso l'attenzione e lo scetticismo dei maggiori scienziati del mondo quando annunciò d'avere trasformato in laboratorio delle cellule adulte di topo in cellule "pluripotenti".

Come spesso succede però, il passaggio dall'esperienza "in vivo" a quella "in vitro" non funzionò e da quelle cellule non nacque alcun topo. Lo scienziato nipponico non si dà per vinto, anche perché la scommessa - con tutte le difficoltà di ordine etico suscitate dall'uso delle staminali embrionali - ha una portata enorme, e s'ingegna per migliorare la tecnica coinvolgendo due gruppi di colleghi americani. E alla fine la strada giusta è imboccata: gli scienziati ricorrono a dei vettori virali per trasferire nelle cellule adulte del connettivo del topo quattro geni (Oct4, Sox2, c-Myc e Klf4) aventi una funzione chiave nell'attività del genoma dell'embrione. Poi isolano dalla popolazione cellulare di partenza le cellule staminali così ottenute e le sottopongono ad una serie di test, finché hanno la certezza che sono state riprogrammate geneticamente in modo da essere identiche alle embrionali.

A questo punto non resta che la prova regina: se sono davvero come le staminali embrionali, le nuove cellule devono poter dare vita a topolini. E così è: iniettando le cellule in embrioni ai primissimi stadi di sviluppo, non solo questi hanno dato vita a topolini, ma le cellule riprogrammate hanno partecipato alla formazione di tutti i tessuti del corpo dei neonati topi.

Perfino le generazioni successive di topi avevano ancora cellule originate da quelle riprogrammate, quindi il loro "seme" era presente anche nelle cellule germinali di ovociti e spermatozoi. "Un lavoro splendido che cambia radicalmente il modo di far ricerca sulle staminali - ha commentato Angelo Vescovi - se si riuscisse anche nell'uomo a trasformare le cellule adulte in pluripotenti, si risolverebbero sia i problemi etici sulla ricerca sulle staminali embrionali, sia quelli tecnici, in quanto si avrebbe una facile disponibilità di cellule personalizzate per curare ogni singolo paziente. E questi scienziati meriterebbero il Nobel". Più cauto Maurilio Sampaolesi, stretto collaboratore di Vescovi: "Se quei geni sono in grado di creare staminali pluripotenti, che chiaramente continuano ad autorinnovarsi, perché non hanno formato neoplasie?"


(7 giugno 2007)
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Cardinale
06/09/2007 14:03
 
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In effetti l'avevo letto (lo postai su questo forum da qualche parte... credo nella discussione dedicata all'aborto in Messico).

E' interessantissimo, oserei dire rivoluzionario, perché è il primo risultato concreto nell'ambito di quella branca di ricerca che si propone il più ambizioso fra tutti gli obiettivi: l'uso di cellule staminali adulte "come se fossero" staminali embrionali.
Queste due tipologie di cellule come dice il nome sono imparentante, ma non uguali: esistono differenze critiche nel modo in cui esprimono la propria caratteristica "staminale". I benefici dallo sviluppo di una tecnologia che permettesse la conversione di un tipo nell'altro, sarebbero incalcolabili: approvigionamento illimitato di cellule, perfetta compatibilità con il ricevente, eliminazione delle opposizioni di ordine etico... e soprattutto non bisogna dimenticarsi che il dominio delle capacità di proliferazione e maturazione, aprirebbe le porte per la creazione di qualsiasi tessuto e/o organo di cui si abbia bisogno: inclusi tessuti oggi irreparabili come quello nervoso, e organi dalla complessità impossibile da riprodursi come il fegato.

Per ora è soltanto un sogno... ma nei prossimi cinquant'anni potrebbe divenire realtà, e questa prima "rozza" forma di riprogrammazione è un inizio promettente.

[Modificato da Rainboy 06/09/2007 14:15]
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Padre Guardiano
06/09/2007 17:01
 
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Molte realtà di oggi sono i sogni di ieri. SPERIAMO!!!!

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Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


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