Anche se in «stato vegetativo permanente», il paziente «è una persona, con la sua dignità umana fondamentale». Lo afferma la Congregazione della Dottrina della Fede in risposta ad un quesito della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, sottolinenado che dunque anche al paziente che si trovi in questa situazione «sono dovute le cure ordinarie e proporzionate, che comprendono, in linea di principio, la somministrazione di acqua e cibo, anche per vie artificiali». Tale risposta del dicastero vaticano è stata approvata da Benedetto XVI, nel corso di un’udienza concessa al prefetto, card. William Joseph Levada. E il Papa, precisa il testo, «ne ha ordinato la pubblicazione».
Per il Vaticano quindi i pazienti in coma vanno nutriti e accuditi. «La somministrazione di cibo e acqua, anche per vie artificiali, è in linea di principio un mezzo ordinario e proporzionato di conservazione della vita». Lo afferma sempre la Congregazione della Dottrina della Fede rispondendo a un quesito della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti. Tale somministrazione, spiega il dicastero vaticano, «è quindi obbligatoria, nella misura in cui e fino a quando dimostra di raggiungere la sua finalità propria, che consiste nel procurare l’idratazione e il nutrimento del paziente». Secondo l’ex Sant’Uffizio, «in tal modo si evitano le sofferenze e la morte dovute all’inanizione e alla disidratazione». […]
l’interruzione è lecita anche «in qualche raro caso» nel quale «l’alimentazione e l’idratazione artificiali possano comportare per il paziente un’eccessiva gravosità o un rilevante disagio fisico legato, per esempio, a complicanze nell’uso di ausili strumentali». Si tratta, precisa però la nota, di «casi eccezionali» che «nulla tolgono al criterio etico generale […]
Fonte: Corriere
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