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Superati i problemi etici per le staminali embrionali?

Ultimo Aggiornamento: 21/11/2007 19:20
21/11/2007 09:37
 
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da notizie.alice.it/notizie/tecnologia/2007/11_novembre/20/genetica%20%20scoperti%20i%20geni%20della%20pluripotenza%20delle%20esc%20umane,13494...

GENETICA/ SCOPERTI I GENI DELLA PLURIPOTENZA DELLE ESC UMANE
Supera problemi etici per produzione delle staminali embrionali

Roma, 20 nov. (Apcom) - Inserendo quattro geni nei fibroblasti, le cellule che costituiscono il tessuto connettivo dell'organismo, un gruppo di scienziati cinesi e americani ha riprogrammato le cellule somatiche riportandole ad uno stato indifferenziato, in cui sono presenti molte delle caratteristiche delle cellule embrionali staminali (ESC).

Lo studio pubblicato in anticipo, oggi, su Science segna una svolta importante nella ricerca focalizzata sulla produzione delle cellule staminali, non solo per le possibili applicazioni cliniche, ma anche perché, renderebbe disponibili cellule staminali embrionali pluripotenti senza far nascere controversie di tipo etico. Tuttavia, malgrado il risultato eclatante che potrebbe aprire la strada alla progettazione di nuovi farmaci e alla creazione di modelli di malattia su cui indagare, Junying Yu e colleghi, University of Winsconsin, Madison, WI, Genome Center of Wisconsin, Madison, WI, e WiCell Research Institute in Madison WI, si mostrano prudenti e dicono che sarà necessario approfondire lo studio per verificare quanto siano effettivamente simili queste cellule riprogrammate alle cellule embrionali staminali naturali.

Questa nuova ricerca è stata preceduta da uno studio fatto la Shinya Yamanaka, Kyoto University, Giappone, che aveva dimostrato di poter creare cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) inserendo in cellule adulte di topo quattro geni, che lo scienziato aveva scoperto e che secondo lui potevano conferire la caratteristica della pluripotenza. Questi geni o fattori erano: Oct3/4, Sox2, cMyc e Klf4.

Ora si è visto che questi quattro geni non potevano svolgere lo stesso ruolo nelle cellule umane che differiscono in qualche modo da quelle del topo. Una differenza che ha indotto gli scienziati a cercare altri fattori più adatti a generare iPS umane. Yu e colleghi hanno così studiato una grande varietà di geni umani per vedere quali erano quelli coinvolti nell'instaurare o mantenere la caratteristica della pluripotenza e che erano più numerosi nelle cellule embrionali, cioè venivano espressi di più.

Dalla lista da loro compilata, gli scienziati hanno estratto quattro geni: OCT4, NANOG, SOX2 e LIN28 , tra quelli che hanno dimostrato più capacità nella riprogrammazione delle cellule umane.

Dopo averli individuati, sono passati, quindi, alla sperimentazione e li hanno inseriti in cellule embrionali staminali differenziate, fibroblasti fetali, o prelevati dal prepuzio di un neonato. Le cellule ottenute hanno mostrato di avere molte delle caratteristiche delle cellule staminali embrionali, inclusa l'espressione di geni chiave e i marcatori di superficie cellulare. Yu, insieme ai suoi colleghi, ha, poi, iniettato queste cellule nei topi, inducendo la crescita di tumori chiamati teratomi, tumori costituiti da tessuti di varia natura. In questi tumori sono state trovate cellule che si erano differenziate in tutti e tre i tipi dei maggiori tessuti del corpo. Una chiara indicazione che le cellule riprogrammate erano veramente pluripotenti.


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Cardinale
21/11/2007 19:20
 
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Eeeeh, magari fosse così facile.
Paolo, hai letto come inizia l'articolo?
"Inserendo quattro geni".
Questa è pesante ingegneria genetica, peraltro a partire da cellule molto "aiutate", visto che erano fibroblasti fetali, tipologia di cellule solitamente in possesso di una notevole plasticità di base.
L'articolo è troppo vago per fare delle considerazioni specifiche, ma chiunque può prendere delle staminali... anche adulte se preferisce, e fare degenerare in tumori. Il punto è proprio CONTROLLARE il processo per evitare che la proliferazione sfugga al controllo con effetti disastrosi.
Scritta così, questa ricerca mi sembra un virtuoso esercizio di tecniche di ingegneria genetica, piuttosto che un anello nella catena delle ricerche sulle staminali. Magari volevano semplicemente raccogliere dati sulla possibilità sperimentale di inserire nelle cellule geni chiave come OCT4 (un noto gene di polarità espresso nei primi giorni di vita della morula).
Poi si sa, dovremmo leggere il vero articolo per farci un'idea credibile. Magari mi sbaglio e c'è un particolare chiave che qui non si nota. Se non me lo dimentico prima, alla prossima occasione darò un'occhiata dalle banche dati universitarie.
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