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Ma l'anello mancante l'abbiamo gia' trovato?

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2007 12:10
21/11/2007 11:01
 
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Il thread lo apro con il punti interrogativo (dubbio)

da magazine.enel.it/boiler/arretrati/arretrati/boiler14/html/articoli/Pinchera-Interv...

PALEOANTROPOLOGIA
“Ma l’anello mancante l’abbiamo già trovato” (qui sembra opinione certa)

intervista con Alan Walker
di Andrea Pinchera



NONOSTANTE LE PROTESTE dei creazionisti, la scienza ha da tempo confermato che gli esseri umani sono una specie animale. Banalità, se non fosse che i sostenitori della validità scientifica del racconto biblico insorgono contro questa ricostruzione, mettendo in dubbio tutto l’impianto della teoria dell’evoluzione di Charles Darwin. Ne sanno qualcosa Alan Walker e Pat Shipman, celebre coppia di paleoantropologi americani, tutti e due in forza alla PennState University, che spesso incontrano alle loro conferenze americane persone che ne contestano le ricerche. Fellow della Royal Society, Walker è un'autorità nello studio degli ominoidi e degli ominidi fossili. Membro dal 1968 del Koobi Fora Research Project, insieme a un’altra celebre coppia di paleontologi, Richard e Meave Leakey, ha scoperto e descritto decine di reperti di australopitechi e di Homo dai depositi plio-pleistocenici del lago Turkana, in Kenya. Nel 1995, con Meave Leakey, ha dato il nome a una nuova specie vissuta in Africa orientale tra 4,2 e 3,9 milioni di anni fa: l'Australopithecus anamensis. Tuttavia, la sua fama è legata soprattutto alla scoperta e allo studio dello scheletro del "ragazzo del fiume" (un esemplare di Homo erectus), al quale i due coniugi hanno dedicato il libro Il Ragazzo del Fiume (Piemme, 1999). La presenza di Walker e Shipman a Roma per una conferenza – al Museo Pigorini, dove è stata riaperta la sezione dedicata alle orgini, con i calchi dei principali scheletri dei nostri antenati –, è stata l’occasione per un’intervista.

Professor Walker, lei è famoso per la scoperta del fossile più completo di Homo erectus, ma anche per quella dell’Australopithecus anamensis, il cui significato scientifico è probabilmente maggiore. L’anamensis era un bipede, non ancora in possesso della parola, vissuto tra 4,2 e 4 milioni di anni fa. Quindi, molto vicino al momento della nostra separazione dalle scimmie.

Il primo fossile di anamensis fu un singolo pezzo e venne trovato perché il mio amico Kamoya Kimeu voleva far vedere al cognato che lavoro facesse, spiegargli che cosa significasse “cercare fossili” attorno al Lago Turkana. Così, Kamoya gli disse: «Facciamo così, vieni a vedere». E durante questa “scampagnata” venne ritrovato il primo fossile. La sorpresa maggiore, ovviamente, fu quando arrivò il geologo che datò il reperto a quattro milioni di anni fa. Si tratta quindi del più antico australopiteco ritrovato. Fino a quel momento se ne conosceva una specie di tre milioni e mezzo di anni fa (l’Australopithecus afarensis, il cui più noto “esponente” è lo scheletro di Lucy, di circa 3,2 milioni di anni fa, ndr.). Quindi fu il turno di Meave Leakey, che immediatamente decise di andare a vedere un fossile così antico. La sua importanza è evidente. Grazie all’orologio molecolare, infatti, noi sappiamo che scimpanzè ed esseri umani si separarono poco dopo i 5 milioni di anni fa. E noi scienziati stiamo cercando di andare sempre più indietro per trovare l’ultimo antenato comune.

In che punto dell’evoluzione umana possiamo inserire l’anamensis?

Come abbiamo detto, si tratta del più antico degli australopitechi, gli ominidi che hanno preceduto l’apparizione delle varie specie di Homo fino a quella attuale. Tuttavia, ancora dobbiamo risalire lungo l’albero evolutivo. L’anamensis, infatti, è antico circa 4-4,2 milioni di anni. Ma Tim White (paleontologo dell’Università di Berkeley, ndr.) sta studiando un altro fossile di circa 4,4 milioni anni fa, di una specie da lui chiamata Ardipithecus ramidus. Quando avrà pubblicato le sue ricerche ne sapremo ancora di più.

Risalendo quindi lungo la storia evolutiva…

Certo, saremo ancora più vicini al punto di separazione tra uomini e scimmie. Il fossile di White è più antico di quello studiato da Meave Leakey e da me. Inoltre, lui ha a disposizione uno scheletro completo. Però non ha ancora pubblicato niente di rilevante da un punto di vista scientifico. Quindi, finché non ci metterà a parte delle sue scoperte non saremo in grado di dare un giudizio sull’importanza dell’Ardipithecus. Da quel poco che ho visto, sembra un buon antenato per l’anamensis, così come il nostro fossile appare un eccellente antenato per l’afarensis.



Quindi potremmo trovarci di fronte a un antenato degli australopitechi…

Certo, d’altra parte, appena scoperti i suoi fossili, Tim li descrisse come fossero australopitechi. Gli elementi di somiglianza sono molte.

E perché ha poi deciso di definire il suo scheletro come di “ardipiteco”, anziché di “australopiteco”?

Beh… lo scheletro ce l’ha lui, quindi io non conosco i dettagli. Uno dei punti, comunque, è che gli australopitechi hanno grandi denti con lo smalto molto spesso, mentre l’ardipiteco sembra averli più sottili, come gli scimpanzé. Quindi un aspetto molto primitivo. E questo potrebbe essere uno dei motivi che hanno spinto White a cambiare il nome.

Ma l’ardipithecus non potrebbe rivelarsi un ramo secco dell’evoluzione, una specie senza discendenti?

Ognuno di questi fossili potrebbe essere un “ramo secco”. I meno evoluti tra gli australopitechi si sono estinti, erano troppo specializzati per sopravvivere. Molte delle piccole popolazioni di individui si sono estinte. Ma altri sono sopravvissuti e hanno iniziato nuovamente a espandersi.

Da alcuni anni si sta affermando un’ipotesi scientifica, quella del “cespuglio”, che immagina un insieme di ominidi che si sono contemporaneamente evoluti. Tutti si sarebbero poi estinti, salvo la specie che ha dato vita alla stirpe umana. È d’accordo con questa teoria?

No. Molto tempo fa, nel medioevo, c’era un monaco e filoso inglese, Guglielmo di Occam, che sosteneva che «è inutile spiegare ricorrendo a un numero maggiore di ipotesi ciò di cui si può rendere ragione con meno ipotesi». Noi non abbiamo alcuna evidenza di un “cespuglio” nel nostro albero evolutivo. Non ci sono indizi della contemporaneità tra diverse specie di ominidi. Siamo in grado di posizionare nell’albero genealogico ogni fossile ritrovato, e non ci sono prove del fatto che due, tre, quattro specie abbiano convissuto. La teoria è nata da Stephen Jay Gould, biologo e paleontologo alla Harvard University, che dedica molto tempo alla divulgazione e ama idee come questa, colpire le persone con interpretazioni originali e fantasiose. Ma nel caso degli esseri umani non credo che ci sia alcuna evidenza relativa a questa ipotesi.

Secondo un’immagine che gli scienziati non amano molto, voi sareste alla ricerca dell’anello mancante nell’evoluzione umana. Ci stiamo avvicinando a questa scoperta?

Quella dell’anello mancante è un’immagine antica. In realtà, se contiamo il tempo dal momento in cui il nostro destino si è separato da quello delle scimmie e lo dividiamo per la durata di una generazione – venti, venticinqu’anni – troveremo tantissime generazioni, ognuna delle quali è un anello tra noi e le scimmie.

Ma questo anello mancante non potrebbe essere rappresentato proprio dall’ardipiteco di Tim White?

Veramente l’anello mancante l’abbiamo già trovato. Pensiamo a questi australopitechi, erano bipedi, avevano piccoli canini come noi. Immaginiamo di visitare uno zoo e trovarci in sequenza, gorilla, scimpanzé, oranghi e poi gli australopitechi. Il loro aspetto è così intermedio tra le scimmie e gli esseri umani, che possiamo dire per molti motivi che rappresentano l’anello mancante. Ma, in realtà, noi paleoantropologi non parliamo di anello mancante da un punto di vista professionale.

Cosa possiamo dire a proposito del contesto ambientale che ha accompagnato questa evoluzione?

Beh, si tratta di un periodo molto lungo, nel corso del quale ci sono stati moltissimi cambiamenti climatici. Glaciazioni, periodi integlaciali: il territorio che ospitava questi ominidi si è più volte trasformato diventando ora più caldo ora più freddo, prima umido, poi arido, ricoperto da una fitta vegetazione per poi lasciare spazio alla savana. In ogni caso, comunque, noi abbiamo evidenza che l’anamensis vivesse nelle foreste, probabilmente lungo i corsi dei fiumi. L’idea che i primi bipedi si siano affacciati nelle savane, quindi, è sbagliata.

Ma quale può essere stata la spinta verso la postura eretta?

Non lo so, se lo capisce mi dia un colpo di telefono… Ogni scienziato ha delle idee diverse. Qualcuno dice che è per nutrirsi, altri per trasportare gli utensili o gettare cose, altri ancora a causa del caldo… insomma, un sacco di teorie. C’è chi è arrivato a sostenere che il passaggio alla postura eretta è avvenuta nell’acqua.




[Modificato da pcerini 21/11/2007 11:04]
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Cardinale
21/11/2007 19:36
 
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Ma quale può essere stata la spinta verso la postura eretta?

Non lo so, se lo capisce mi dia un colpo di telefono… Ogni scienziato ha delle idee diverse. Qualcuno dice che è per nutrirsi, altri per trasportare gli utensili o gettare cose, altri ancora a causa del caldo… insomma, un sacco di teorie. C’è chi è arrivato a sostenere che il passaggio alla postura eretta è avvenuta nell’acqua.




Eh, i grandi misteri della scienza. Io ritengo che ci sia stato un vantaggio di tipo evolutivo: tutti gli uomini-scimmia camminavano piegati a 90 gradi, quindi il primo che riuscì a sollevarsi su due gambe...

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Non sei d'accordo con me, Omega? [SM=x789056]



[Modificato da Rainboy 21/11/2007 19:51]
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Padre Guardiano
21/11/2007 20:01
 
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reeeee

Decisamente sono d'accordissimo!!!!!

Il buon Dio ha provveduto anche a questo!!!!!
Se fossimo rimasti in quella postura avremmo facilitato troppo i rapporti anali ai preti e ai politici.!!!!!!! [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789053] [SM=x789053] [SM=x789053]



omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]



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Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

Apocalisse Laica

Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


Vivo fra lo Stato Sovrano della Fica e la Repubblica Popolare del Cazzo
22/11/2007 12:10
 
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Re: reeeee
=omegabible=, 21/11/2007 20.01:


Decisamente sono d'accordissimo!!!!!

Il buon Dio ha provveduto anche a questo!!!!!
Se fossimo rimasti in quella postura avremmo facilitato troppo i rapporti anali ai preti e ai politici.!!!!!!! [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789053] [SM=x789053] [SM=x789053]



omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]




E nel momento in cui si conquisto' la postura eretta ci si strabilio' che c'era qualcos'altro di "eretto"!!!!

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