"io personalmente non credo e sono agnostico "
Attenzione,ateismo e agnosticismo non sono proprio equivalenti.
Io sono per esempio agnostico,mi limito a condividere la posizione di Dawkins secondo la quale la scienza non e' in grado di dimostrare l'esistenza di Dio,ma da parte mia non la posso escludere del tutto,e per me se Dio "potrebbe" esistere (ma e' solo una probabilita' altrettanto equivalente a quella che non esista) ,e' fuori dalla nostra portata,e' cioe' "inconoscibile" (questo significa essenzialmente l'agnosticismo di tipo razionale,un Dio fuori cioe' dalla portata della ragione umana che puo' farne solo una rappresentazione concettuale senza darne dimostrazione).
Un'agnostico puo' ritenere probabile l'esistenza altrettanto quanto la sua inesistenza,rimane piazzato sul limite,nel senso che ne sospende ogni accettazione o ogni rifiuto,perche' nessuna delle due possibilita' e' pienamente dimostrabile dal punto di vista scientifico ne' tantomeno razionale (sul piano razionale si scade sul piano metafisico che si sa puo' far dire tutto e il contrario di tutto dato che non ci sono possibilita' di contraddittori).
Io ho scelto di essere agnostico ma non ateo,ma pero' entrambe le categorie condividono numerose battaglie,perche' per esempio se per una categoria e' inconoscibile (fuori portata) e indimostrabile e per l'altra categoria e' inesistente,con quale prova o dimostrazione i credenti pensano di giustificare le loro pretese fideistiche su molte questioni etiche visto che le basano piu' su delle presunte rivelazioni piuttosto che su delle prove certe e infonfutabili?
Semplicemente,non possono,le loro pretese rimangono meramente fideistiche,perche' prima di dire che certi principi li ha dati Dio prima pero' occorre dimostrare se e' vero che lo abbia veramente detto lui o se non sia frutto di mere interpretazioni umane e anzi,prima ancora di cio',devono anche dimostrare se Dio esiste veramente.
Visto che non possono dimostrare con certezza le loro pretese fideistiche,devono "tollerare" punti di vista alternativi ai loro su molte questioni etiche basate che si basanao su un tipo di razionalita' meramente umana e non tanto su presunte rivelazioni divine.
C'e' stato anche un ex professore di diritto che insegnava in una universita' cattolica che ha scritto qualcosa sulla possibilita' di una razionalita' etica umana condivisible senza per forza di cose giustificarla con pretese "divine".
[Modificato da pcerini 12/02/2008 13:03]