Mi trovi d'acordo a metà.
Che la suora doveva ribellarsi....OK.
Ma... non é che pensi seriamente che la Bad... Superiora non abbia colpe?
Massimo
Ma vedi Max, io e te sappiamo bene quanto gli ambienti conventuali siano deleteri per la salute fisica e psicologica delle donne. Se non fosse un fatto di pubblico dominio, come quando non si conoscono le vere intenzioni di una setta che impone ai suoi membri il segreto, allora potremo meravigliarci di fronte a fatti di sevizie e maltrattamenti. Il problema non è cosa accade in quel convento, quanto l'immagine popolare di quel luogo insano. Perché sono tutti convinti che i conventi siano luoghi di salute mentale, innocui e di redenzione. Invece è proprio in quelle quattro mura benedette che si consumano le più atroci sevizie psicologiche. Una persona psicologicamente stabile, non varcherebbe mai la porta di un convento. Purtroppo l'establishment ecclesiastico sguazza proprio nei problemi psicologici della gente, attirandoli verso un vita ascetica, non umana, dove la donna notoriamente vale la metà di un uomo. Poi è chiaro che una suora filippina, che si porta dietro una cultura religiosa bigotta , è più abbordabile rispetto a una sua pari inglese o svedese.
Nel msg precedente credo di essermi espressa male. Non avrei dovuto parlare di colpa, bensì di condizionamento psicologico della suora filippina, extracomunitaria, che evidentemente non poteva reagire fin da subito anche a causa della sua condizione di straniera e per il fatto che in un paese cattointegralista come l'Italia, ogni denuncia contro i soprusi del clero (si veda il caso delle presunte maestre pedofile), cade nel vuoto o viene vergognosamente minimizzata in nome del "politically correct".
[Modificato da Frances1 11/04/2008 22:40]