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Nichilismo e Ateismo

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2008 07:33
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29/05/2008 14:10
 
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Due sistemi agli antipodi
Nichilismo e Ateismo: due Sistemi agli antipodi

Questo thread è incentrato sul rapporto ontologico e filosofico tra ateismo e nichilismo come sistemi di pensiero agli antipodi. L'idea di discutere di tale rapporto è nata dal dibattito interpretativo scaturito in altro forum in merito a questi due sistemi di pensiero:

cristianesimoprimitivo.forumfree.net/?t=28433158

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Nichilismo e Ateismo: due sistemi di pensiero agli antipodi.

Riguardo il rapporto tra nichilismo e ateismo, ho già rilevato che i due stati non coincidono. Tuttavia, bisogna distinguere i vari momenti in cui il nichilismo può affettare l’ateismo (quando effettivamente lo contagia):

1) può rappresentare il momento fondante dell’ateismo. In questo caso il nichilismo costituisce l’argilla su cui, successivamente subentra l’ateismo di un individuo. Nietzsche è stato il primo e, probabilmente l’ultimo pensatore che ha elaborato la teoria del nichilismo pregresso ad ogni sistema di pensiero che nega o rilega nella sfera materiale una dottrina, un sistema di vita, e in generale, un’intera epoca fondata su determinati valori etici, politici, economici e sociali.
2) subentra all’ateismo in una fase successiva. Ontologicamente, l’ateismo precede la deriva nichilista. Storicamente questo tipo di ateismo si distingue per la sua stretta correlazione ai movimenti anarchici rivoluzionari, specie l’anarchismo russo che faceva capo alla scuola di M. Bakunin. Premessa fondamentale di questo tipo di nichilismo è la riflessione filosofico-politica, incentrata sulle istituzioni politiche e sui rapporti di forza tra parti sociali. Produce un sistema di pensiero altamente distruttivo, essendo la realtà oggetto di speculazione fondata su presupposti del tutto illegittimi e quindi, da abbattere.
3) Coesistenza ontologica tra ateismo e nichilismo. Questa condizione non esiste. Il nichilismo o precede o segue un determinato complesso dottrinale.

Anche i casi 1) e 2) sono estremamente rari, essendo stati concentrati storicamente in contesti storici circoscritti, di solito associati a dottrine politiche o filosofiche frutto di un’epoca ben delimitata: il XIX secolo. Quest’epoca costituì l’humus culturale dove certe dottrine attecchirono agevolmente e furono in grado di attirare torme di seguaci. Nonostante l’impatto politico e bellico di questo periodo sulle dottrine politiche, si è trattata di un’epoca transitoria, che terminò con la Grande Guerra. Tentativi di rifondarlo sulle stesse basi storico-filosofiche ci sono stati e continueranno ad esserci, ma oggi come oggi, in un contesto di crisi, in cui c’è assolutamente bisogno di preservare o rifondare i valori su cui la stragrande maggioranza dei popoli fa affidamento, il nichilismo trova un ostacolo permanente alla sua rifondazione e sopravvivenza. Da un lato, la crisi economico-sociale che investe il mondo intero ne limita capacità di conservazione e sviluppo, dall’altro, essendo il nichilismo un sistema di pensiero estremamente immobile non soggetto correzioni in sede filosofica, non riesce ad adeguarsi all’evoluzione della società. Sarebbe un paradosso pretendere che il nichilismo si adegui a un contesto storico, giacché lo rifiuta in toto. Tuttavia se il XIX secolo e in parte il XX secolo hanno favorito la sua affermazione, possiamo attenderci che in un futuro remoto il nichilismo possa nuovamente presentarsi immutato e fare presa sui popoli.
Rivolgendo la nostra attenzione all’epoca contemporanea, o meglio, all’epoca post-contemporanea, è fin troppo palese che l’ateismo contemporaneo non risenta in alcun modo di influssi nichilistici. Veramente l’ateismo di oggi si fa promotore di una specifica e distinguibile scatola di valori e già questo elemento costituente lo pone in antitesi con il nichilismo. In secondo luogo, la critica apportata da un ateo alle religioni è di natura ben diversa da quella mossa alle stesse da un ateo nichilista quale era Nietzsche: per i nichilisti la religione e il suo corredo dogmatico, non sono nient’altro che il riflesso della società scaturita dall’azione umana. Il nichilista si isola da essa e rinuncia a combattere contro religioni, politica, sistemi economici. Al contrario l’ateo produce una critica ben definita alle religioni o talvolta, nonostante non condivida l’impostazione dogmatica, le accetta entro il sistema sociale. Anche un ateo razionalista che combatte le religioni accetta la società, o almeno, gli elementi genuini di un sistema sociale. Tra i due sistemi di pensiero c’è anche una differenza legata alla prassi, o meglio alla concezione stessa dell’”azione” umana. Mentre il nichilismo rinuncia consapevolmente a rifondare un sistema sociale, l’ateo non solo non vi rinuncia, ma la sua prassi è tutta orientata verso la critica, seguita dall’azione (che attua con mezzi e su piani diversi: intellettuali, politici, etc.). In sintesi, l’ateo non si pone al di fuori dell’assetto sociale come fa il nichilista, ma lo accetta, vi convive e intende riformarlo.
L’ultima differenza tra ateismo e nichilismo che intendo far notare è la loro rispettiva concezione antropologica: il nichilista non si cura dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità e del suo destino. L’ateo ha una concezione antropologica molto nobile: l’uomo è il centro dell’azione umana, ogni azione umana deve essere perseguita per realizzare la felicità dell’uomo, attraverso mezzi specifici che di volta in volta, si identificano con i mezzi più liberali offerti da quel determinato sistema sociale. Su questo piano, il nichilismo è profondamente misantropo, mentre l’ateismo fa l’antropocentrismo e quindi dell’omofilia l’oggetto delle sue speculazione e azioni.
[Modificato da Frances1 29/05/2008 14:12]



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29/05/2008 19:58
 
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Eccezionale e acuta come sempre....

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Re: Due sistemi agli antipodi
Frances1, 29.05.2008 14:10:

L’ateo ha una concezione antropologica molto nobile: l’uomo è il centro dell’azione umana



Per me invece e' la donna [SM=x789053]

Saro' mica credente? [SM=x1468240]

[SM=x1414722] [SM=x1413498]


Scherzi a parte: [SM=p1420229] come sempre

Ciao
Claudio






“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
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29/05/2008 23:33
 
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Salve amici, grazie dei vostri interventi. [SM=x789057]

Il dibattito su nichilismo/ateismo sta proseguendo qui:

cristianesimoprimitivo.forumfree.net/?t=28453793

Questo è il mio ultimo messaggio che getta luce ulteriore sui due fenomeni:

Nietzsche negava l’esistenza di Dio tramite la metafora della “morte”, metafora che è a sua volta una metafora, essendo la morte il nulla, il vuoto, la sfera della non esistenza. Un torno speculativo per negare Dio che è solo del nichilismo, giacché l’ateismo non riconosce l’esistenza Dio senza perdersi nei meandri metaforici, essendo questa premessa cristallina il fondamento del suo sistema filosofico.
Sul piano dei contenuti, o meglio, della critica indirizzata da ateismo e nichilismo ai sistemi di pensiero, dobbiamo di pari misura fare i conti con delle divergenze impareggiabili. L’ateismo fonda e indirizza la sua critica solo ed esclusivamente contro l’esistenza di Dio, il nichilismo indirizza i suoi strali contro tutti i sistemi dottrinari (religioni sistemi politici, sistemi economici, etc.). Altra differenza sostanziale: l’ateismo, come dice il vocabolo stesso, nega Dio, ma non le religioni, il nichilismo si scaglia contro le religioni e il loro sistema. Anzi, in un certo senso la filosofia nietzschiana si fonda sulla critica delle religioni, in particolare l’ebraismo e il cristianesimo, che è l’argomento per sbarazzarsi dell’esistenza di Dio. I presupposti nei due sistemi sono incompatibili. Non si tratta unicamente di differenze filosofiche, ma eziologiche. Come sostenuto da M. B. ter Borg, il nichilismo, a differenza di come lo interpretava A. Weber, non mira all’edificazione di nuovi valori che devono sostituirsi a quelle esistenti, ovvero l’edificazione di una nuova morale, ma vuole distruggerli. La società che nascerà dall’abbattimento integrale di questi valori, non è affare del nichilismo, ma questo problema non si pone, giacché per esso oltre la società biasimata c’è il nulla. Niente di più lontano dall’ateismo che intende fondare una nuova società, entro certi limiti più egualitaria e liberale.
Non si può interpretare l’ateismo contemporaneo in chiave nichilismo, figuriamoci in chiave nichilismo ottocentesco. La fisionomia dell’ateismo, di per sé sfugge a una denominazione puntuale, in quanto include espressioni e posizioni poliedriche, mentre tra il nichilismo è uno solo, storicamente circoscritto e non sufficientemente dotato di forza filosofica autonoma per poter penetrare e influenzare sistemi di pensiero affini. Ciò spiega anche perché la sua forza dirompente si è arrestata ed è penetrata in un contesto storico preciso e geograficamente circoscritto.
Se poi entriamo nel merito dell’alveo delle forme di ateismo vs nichilismo, per esempio l’ateismo umanistico, che riconosce l’esistenza divina nella sfera altrui e solitamente non oppone una critica pragmatica e neppure teoretica alle religioni, ci rendiamo conto di come ateismo e nichilismo siano due sistemi di pensiero lontani mille anni luce. Dacché il nichilismo non ammette l’esistenza del divino nella sfera altrui e per impostazione, è portato a criticare l’ordine costituito, e quindi anche le religioni, non si capisce in che modo questi due sistemi dovrebbero essere una sorta di gemelli omozigoti, con differenze minime.
E non sono neppure parenti, perché il concetto di parentela implica che hanno radici o un antenato comune. Ma l’ateismo, fonda le sua radici fin dalla notte dei tempi e a seconda dell’assetto sociale, tende a espandersi o circoscriversi. Il nichilismo, invece, nella sua forma compiuta e nella sua elaborazione sistematica è il prodotto della crisi d’identità del XIX secolo, e se ha inglobato qualche elemento dell’ateismo (ma le convergenze sono ridotte al minimo), i due sistemi hanno radici, sviluppi, teorie e finalità divergenti, che non possono in alcun modo conciliarsi, neppure in sede di negazione della divinità cristiana.

Ora, se per ontologia intendiamo la speculazione intorno all’essenza e alle origini di un fenomeno, per i motivi sopra elencati che brevemente riassumo:

1) diversa origine; 2) diversa evoluzione; 3) diverso oggetto di speculazione; 3) diverse finalità,

e se questo è lo spettro criteriologico entro il quale comparare due fenomeni, la teoria che il nichilismo è una particolare forma di ateismo, cade miseramente sotto i ferri della criteriologia. E non sono criteri tanto diversi da quelli delle scienze esatte (a questo proposito Rainboy potrebbe intervenire smentendomi). Se un batterio che si infiltra nell’essere umano provoca gli stessi sintomi di un altro batterio, ma entrambi gli ospiti si sono sviluppati indipendentemente, non appartengono alla stessa famiglia di batteri. La sintomatologia non è un criterio valido per esplicare l’origine comune di due fenomeni, a meno che non si dimostri che il primo batterio era una variante del secondo. Ma nel caso di nichilismo e ateismo, ciò è stato disatteso. Non sono né parenti, né fanno parte di una famiglia allargata, ergo, è metodologicamente infondato asserire che il nichilismo è una particolare forma di ateismo.
[Modificato da Frances1 29/05/2008 23:36]



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RE
Tremendamente logico!!!


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