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bimbi rom

Ultimo Aggiornamento: 10/07/2008 11:04
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04/07/2008 13:13
 
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anche un vescovo è favorevole e critica F.C

Salve
non tutti la pensano come Famiglia Cristiana
Il vescovo di Crotone bacchetta la rivista e interviene contro

tratto da
www.miliziadisanmichelearcangelo.org/content/view/1197/1/...

Vescovo di Crotone bacchetta Famiglia Cristiana, indispensabili le impronte digitali ai rom
CITTA’ DEL VATICANO - L’ Arcivescovo di Crotone monsignor Domenico Graziani bacchetta Famiglia Cristiana. Come è noto, il prestigioso settimanale Paolino, ha lanciato un servizio molto critico nei confronti dell’iniziativa governativa che propone di prendere le impronte digitali ai bambini di etnia rom presenti in Italia. Monsignor Domenico Graziani, la cui Diocesi si trova in una zona fortemente interessata dal fenomeno immigrazione dissente con garbo dal settimanale. Eccellenza, il Ministro dell’Interno Maroni chiede di raccogliere le impronte digitali dei bimbi rom presenti in Italia. Il settimanale Famiglia Cristiana è insorto: qual è la sua posizione? “ In linea teorica, ma solo teorica, Famiglia Cristiana parla bene. Ma che ne sanno loro? Nel loro servizio partono dal classico buonismo cattolico autolesionista che alla fine premia giochi o interessi criminali molto più forti e presenti.

Il parlare chiaro mi impone poidi dire che da tempo la sinistra cavalca la tigre dell’immigrazione clandestina come strumento di lotta politica e non è giusto speculare su drammi tanto forti e penosi”. Insomma, Lei è favorevole alla presa delle impronte digitali… “ Nel concreto, si. Ho parlato a lungo con le forze di polizia, con il Prefetto e mi sono fatto un’idea chiara. Le impronte servono per dare un’identità a bimbi che spesso non la hanno. Non possedendo dati documentali si prestano al commercio degli organi, a delitti su commissione da parte di bande di adulti senza scrupoli. Insomma, tutti noi chiediamo collaborazione alla polizia e alle forze dell’ordine, quando qualcuno si muove come ha fatto il Governo, ecco le critiche. È necessario dare un’identità a questi bimbi proprio nel loro interesse e per stroncare traffici criminali”.

Passiamo all’immigrazione clandestina, la Santa Sede si è espressa in senso contrario al reato o all’aggravante, Lei di che opinione è? “Intanto non mi sembra giusto definirli clandestini, ma irregolari. Ovvio che compito dei cattolici e della Chiesa è quello della solidarietà e dell’accoglienza. Quello dell’immigrazione è un fenomeno disumano, un vero business per pochi delinquenti. Credo che il problema vada risolto con la collaborazione dei Paesi rivieraschi, anche se esprimo la mia solidarietà alle forze di polizia. L’esodo ormai è una isteria di massa e produce guadagni spaventosi per pochissimi. Ne parlo con competenza di causa. Nella mia diocesi esiste un Centro di temporanea accoglienza ormai ingestibile e lancio l’allarme: è una vera bomba ad orologeria, ormai ingestibile”.

In concreto che fare? "Coniugare solidarietà ed accoglienza, ma ridurre al minimo i tempi di permanenza. Impopolare ma è cosi, poi scattino i provvedimenti”. Eccellenza, nella Sua Diocesi ci sono molte comunità Neocatecumenali, che ne pensa un Vescovo poco tempo dopo l’approvazione degli Statuti? "Intanto analizziamo perchè è nato il movimento di Kiko. Originariamente si proponeva il compito di alleviare la vita difficile della favelas di Madrid. Mi sembra anche pacifico che liturgicamente i Neocatecumenali abbiano goduto nel passato grazie anche alla tolleranza di vescovi e cardinali razionalisti stravaganze liturgiche al limite del tollerabile, irrituale e fuori della comunione con Roma. Ora il Santo Padre ha posto rimedio e spero che tutto ciò cambi. Per dimostrare la mia tolleranza emanerò a Settembre una nota pastorale che anche in caso di non disponibilità dei parroci ad a celebrare di sera, ci siano sempre due sacerdoti diocesani di turno”.

Rubrica a cura di Bruno Volpe




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salve

tratto da
www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/sicurezza-politica-10/risoluzione-impronte/risoluzione-impro...

CRONACA
Parlamento europeo vota un risoluzione: "Prima decida la Commissione"
Il governo italiano manda una lettera di "chiarimenti" a Barrot
Strasburgo avverte l'Italia
"Stop alle impronte ai nomadi"


STRASBURGO - La risoluzione sulle impronte ai nomadi, presentata da Pse, Verdi, Liberaldemocratici e Sinistra europea è passata al parlamento europeo con 336 sì, 220 no e 77 astenuti. Nel testo si mette in guarda dalla violazione delle norme "antidiscriminazione". Una richiesta di rinvio del voto, presentata dal Ppe (che ha poi deciso di votare no alla risoluzione, ad eccezione di alcuni eurodeputati rumeni e ungheresi), era stata precedentemente respinta dalla maggioranza dell'Aula.

Gli europarlamentari hanno approvato un emendamento al testo della risoluzione col quale si esortano le autorità italiane "ad astenersi dal procedere alla raccolta delle impronte digitali dei rom, inclusi i minori e dall'utilizzare le impronte digitali già raccolte in attesa dell'imminente valutazione delle misure previste annunciata dalla Commissione, in quanto questo costituirebbe chiaramente un atto di discriminazione diretta fondata sulla razza e l'origine etnica".

L'assemblea ha anche approvato una proposta di modifica presentata dal gruppo di destra con la quale si fa riferimento alla risoluzione approvata dall'Europarlamemto nel gennaio di quest'anno nella quale si sollecitano gli Stati ue a risolvere il problema dei campi "illegali" dove non c'è igiene o standard di sicurezza e dove "un alto numero di bambini rom muore per incidenti domestici".

Nel frattempo al commissario Ue alla Giustizia, Jacques Barrot è arrivata una prima risposta del governo italiano alla nuova lettera della Commissione Ue per chiedere ulteriori chiarimenti sulla raccolta delle impronte digitali nei campi rom. Solo tre giorni fa il ministro Maroni aveva detto di aver chiarito "i malintesi" con Barrot. E oggi il commissario avverte: " Sulla questione dei rom occorre una soluzione effettiva e adeguata, soprattutto per quanto riguarda i minori. Occorre aiutare i rom, non stigmatizzarli".

(10 luglio 2008)



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