Caro Claudio,
la questione della verità è faccenda nel contempo semplice e seria.
Semplice perchè, banalmente, cosa è più semplice d'una verità?
Seria perchè, se non correttamente indiviudata, porta a castelli di parole ed a conclusioni inesistenti.
Se hai fatto caso, nel thread sull'esistenza di Gesù, ad un certo punto c'è stata Frances che ha detto una verità semplice:
NON SIAMO IN POSSESSO DEL TESTO ORIGINARIO DEL NT.
NON NE CONOSCIAMO NEMMENO LA STEMMATICA.
DI QUEI PRESUNTI ORIGINALI NON SAPPIAMO NULLA, NE' CHI LI HA SCRITTI E PRODOTTI, NE' QUANDO, NE' PER CHI.
Non esistono altre verità. E' tutto semplice, vero?
Giustamente Francesca, mirabile dotta ragazza
, dice che bisogna ficcarsela bene in testa quella verità: possediamo l'edizione critica del NT, ma non possediamo l'originale, ovvero l'archetipo, ovvero l'autografo.
Aggiunge che se non si possiede qualcosa non è possibile parlarne e discuterne... insomma, più ovvio di così si muore.
Ovvio per noi, ma non per il credente, perchè per il credente, ed il teologo che lo imbottisce di fide/ratio, c'è continuità fra il presunto originale ed il testo critico, detto anche primitivo.
Ciò è falso.
Ma allora, dice il teologo, se fosse falso, chi va a spiegare al credente le fondamenta del cristianesimo?
Ma quale cristianesimo?
Uno solo è quello che noi conosciamo:
Il cristianesimo che si fonda sul testo critico, che è un testo del II e IV secolo, ma che non si fonda, di fatto, sul testo originario, di cui si ignora l'esistenza ed il contenuto ed i tempi di stesura.
Ma noi crediamo per fede, diranno. Vero, ma allora lasciate perdere la filologia, non vi serve, perchè, dopotutto, qualunque cosa vi dica di contrario, voi insisterete sull'esistenza della fonte della vs ideologia, insisterete sulla correttezza della vs teologia e delle vostre dottrine, insisterete sulla correttezza della vostra scomunica e sulla validità di roghi e caccia alle streghe.
Cosa succede dunque?
Succede che proferendo pensieri complessi e una montagna di argomenti filologici, si pensa che sia possibile nascondere l'ovvietà e la banalità di cose che non sono nè ovvie e nè banali.
La verità di solito si fonda su poche parole,
la teologia, che è fantasia, si fonda su un'enorme quantità di parole.
Pyccolo