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La nascita dell'universita'

Ultimo Aggiornamento: 20/08/2008 18:00
20/08/2008 12:26
 
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TRE PUNTI DI VISTA
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Estrapolo la parte di interesse da www.dirittoestoria.it/lavori/Didattica/Luisa%20Bussi%20-%20Storia%20delle%20Universit%E0%20medievali.htm#...

All'origine delle Università

Nel XII secolo si verifica un evento destinato a caratterizzare fortemente l’Europa tutta: la nascita dell’Università. Con essa sorse e si affermò sia una organizzazione tesa a fornire l’insegnamento superiore, sia un metodo che caratterizzò tale insegnamento, sia - e ciò riguarda in particolare lo studio del diritto - un nuovo contenuto. Ai due poli intorno ai quali si articolava sin qui il pensiero medievale, il regnum e il sacerdotium, si affianca ora lo studium.

Il Makdisi[1] ha rilevato ben diciotto affinità sostanziali fra il modello occidentale di organizzazione della trasmissione del sapere e quello islamico[2]. Anche per questo studioso, tuttavia, mentre i collegia deriverebbero dal modello islamico[3], l'Università come tale sarebbe un grande prodotto dell'Occidente cristiano del XII secolo, non solo per quanto riguarda la sua organizzazione, ma anche per i privilegi e la protezione che ricevette dal potere politico e da quello religioso. Se questa tesi è generalmente condivisa[4], la stessa cosa non si può dire circa le cause che avrebbero determinato un fenomeno tanto peculiare. Questo è campo ove l'ottica personale dello storico guida le sue conclusioni storiografiche. Secondo la storia comparata del Meiner[5], l'origine dell'Università si collegava illuministicamente all'incessante spinta dello spirito umano verso la conoscenza. L'autore enfatizzava l'importanza di una educazione teorica e scientifica rispetto ad una educazione tesa alla pratica, e cercava di contrastare la politica – nihil sub sole novi – tesa a trasformare le Università in scuole professionali, anche se di alta specializzazione. Così egli spiegava la nascita delle Università con la crescita numerica di professori indipendenti e la vittoriosa lotta degli studenti, sempre più consapevoli della propria importanza, e intenzionati a ottenere il riconoscimento di diritti e privilegi loro propri. Insomma il Meiner era convinto che ben lungi dall'essere un prodotto della società, l'Università, al contrario, avesse avuto un ruolo importante nel formarla.

Diametralmente opposta la visione marxiana: secondo il Marxismo gli istituti di educazione superiore sarebbero quelli cui è deputata la funzione di mantenere il ruolo della classe dominante[6], e si collegherebbe a questa necessità anche l’origine della Università medievale.

A questa concezione si sono opposti vari studiosi. Grundman, ad esempio, sostiene che il sorgere delle Università fu sì favorito dallo sviluppo economico e sociale, va sì visto in relazione con il fiorire dei commerci e con l'indotto delle Crociate, ma che non questi o simili elementi furono determinanti, bensì l'interesse scientifico, lo stimolo a imparare e conoscere, in una parola l'amor sciendi[7].

Tale tesi è stata successivamente condivisa da molti studiosi, o quanto meno ha fornito argomento di discussione. Il Classen, ad esempio, ne ha corretto l' originaria portata sostenendo che all'amore per lo studio andrebbero affiancate, con eguale efficacia causale, anche la ricerca di uffici e di fama[8]. Mentre poi Cobban e Esch[9] danno maggior peso alle esigenze della emergente classe di governo ecclesiastica e laica, Le Goff[10] punta l'accento sul processo di emancipazione delle Università dalle pressioni sociali. Per il Bellomo, invece, avrebbe giocato un ruolo fondamentale la decadenza delle scuole monastiche e la richiesta di nuovi modelli teorici, più congrui e suscettibili di dare una qualificazione giuridica a quanto accadeva in città[11]. Il Rüegg, recentemente, ha individuato in sette punti le fondamenta dell'Università medievale: 1)la fede in un ordine cosmico, creato da Dio, dotato di razionalità, quindi accessibile all'umana ragione; 2) una concezione dell'uomo come essere imperfetto, derivante dalla idea giudaico-cristiana della caduta (donde un forte criticismo intellettuale); 3) il rispetto per l'uomo quale creatura di Dio (per questa via, al criticismo sopraccennato si accompagnerebbe anche il graduale affrancamento della verità scientifica dalla verità di fede); 4) il precisarsi della specificità della verità scientifica e del connesso divieto di tornare sulle verità già dimostrate (principio di autorità); 5) il divenire tratto caratteristico dell' Università un relativamente scarso interesse nei confronti del significato economico del sapere scientifico, cui si accompagna il riconoscimento di tale sapere come pubblico bene; 6) l'ammettere che tale sapere possa crescere e migliorare, pur nel rispetto del principio di autorità; 7) l'uguaglianza e la solidarietà fra gli studenti, in contrasto con il carattere gerarchico e cetuale della società medievale[12].

da
www.drengo.it/sm/2/attardi.intellettuali.pdf

La fondazione delle Università

Dopo l’anno Mille, questa ricerca ebbe un nuovo impulso dallo sviluppo della civiltà comunale. Nuove prospettive commerciali, sociali, culturali, nacquero per i contatti più frequenti di persone di origine ed estrazione diversa. Il fermento sociale si trasmise anche alle generazioni dei giovani studenti, assetati di nuove conoscenze, di aperture nuove della mente. Le alte prospettive professionali che poteva dare lo studio, la conoscenza, unita al nuovo sviluppo culturale e sociale, diedero origine a quell’esperienza tipica dell’Europa occidentale medievale che fu la nascita delle università. Universitas nel Medio evo non indica tanto l’insieme delle facoltà istituite nella stessa città, quanto un’associazione di maestri e studenti, che partecipano all’insegnamento nella stessa città. Protetti da speciali statuti e privi di controlli delle autorità di polizia, questi centri culturali godettero della protezione di papi, imperatori, autorità locali. La prima ad essere fondata fu l’Università di Bologna (1088), con carattere di studi giuridici, mentre Parigi, sorta successivamente, fu il principale centro europeo di studi filosofici e teologici. L’istituzione parigina godette della protezione dei re e dei papi fin dalla sua nascita: gli uni puntavano al prestigio politico dato dalla presenza di un centro culturale libero da influenze, gli altri avevano qui il punto d’appoggio per la diffusione della fede, messa in pericolo dall’islamismo. Perciò gli studi ebbero un grandioso sviluppo ed i più famosi maestri dell’epoca insegnarono presso la Sorbona.La nascita delle università è la manifestazione culturale più evidente di un movimento di evoluzione che era iniziato appunto verso la fine dell’undicesimo secolo e che si era sviluppato in maniera sempre più evidente durante il dodicesimo. Prima della fondazione delle università, infatti, non si può certo dire che la cultura fosse assente, anzi. Essa era però legata, o meglio dire relegata, nei monasteri e nelle scuole cattedrali, le cui strutture risalivano a Carlo Magno ed Alcuino da una parte e ai monasteri benedettini dall’altra. Erano stati soprattutto questi i depositari ed i trasmettitori della
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‹http://www.storiadelmondo.com/2/attardi.intellettuali.pdf› in Storiadelmondo n. 2, 27 gennaio 2003cultura antica, filtrata in maniera piuttosto robusta dalle esigenze del magistero ecclesiastico. Queste scuole abbaziali, la cui attività più nota è quella della copiatura manuale degli scritti latini, erano però relegate nei luoghi chiusi e difficilmente accessibili dei monasteri, ciascuno dei quali aveva il proprioscriptorium, con tanto di amanuensi. Era una cultura riservata a pochi fortunati, che necessariamente si facevano monaci o comunque che erano sempre appartenenti alle classi più elevate. Con lo spostamento dell’asse degli scambi commerciali dalla campagna alla città, lo sviluppo urbano e la nascita di nuove città, si ebbe, come abbiamo visto, uno spostamento di popolazione verso le città, sia quelle antiche, che si espandevano, sia quelle nate proprio in questo periodo. La città, con il suo tipo di vita più dinamico, con le persone che vivevano a stretto contatto, determinò anche una crisi dell’importanza dei monasteri. Essi rimanevano in luoghi spesso impervi, isolati, chiusi e distanti dalle grandi vie di comunicazione. Oltre a ciò, nel XIII secolo, proprio a causa di questa evoluzione sociale, essi soffrirono di una profonda crisi spirituale. Le persone sentivano il bisogno di un ritorno alla purezza evangelica delle origini, di un rinnovamento e di una maggior aderenza al Vangelo; erano stanchi dei privilegi e delle rendite notevoli di cui godevano monaci e chierici. Queste esigenze di libertà, di povertà, di radicalità cristiana favorirono la nascita e lo sviluppo immediato degli ordini mendicanti: francescani e domenicani. Questi furono i protagonisti di quel formidabile sviluppo della teologia speculativa, la più simile alla nostra filosofia.

da storiaepolitica.forumfree.net/?t=24231891

Nei secoli XI e XII, il termine latino "universitas" designava qualsiasi comunità organizzata e dotata di un proprio statuto giuridico.
Le università dei maestri e degli studenti, le antenate delle nostre Università, vennero alla luce insieme ad associazioni di altro tipo, come le UNIVERSITATES formate dalle persone che svolgevano lo stesso mestiere, o dagli uomini che abitavano nello stesso villaggio.
In tutti i casi si trattò di sviluppi spontanei , stimolati dalla stessa necessità, difendersi all'esterno e a organizzarsi all'interno, che in questo periodo portò alla nascita dei comuni o, in un altro contesto, delle confraternite.
Se la spontaneità fu un tratto comune,diversi furono però gli svolgimenti delle varie università all'inizio della loro esistenza, come per esempio le vicende di Bologna e quelle di Parigi.
Sebbene le origini siano avvolte nel mistero, sembra appurato che a Bologna l'iniziativa sia partita dagli studenti, in massima parte laici, che si riunivano in società al fine di pagare un maestro che leggesse e spiegasse loro le antiche leggi romane, ovvero il Corpus iuris civilis di Giustiniano.
A Parigi ad associarsi furono invece i professori di teologia, per la maggior parte chierici, provenienti dalle scuole cittadine, preoccupati per l'ingombrante presenza del cancelliere dell'arcivescovo, unico depositario del potere di conferire diplomi validi per insegnare.
nel XII secolo, le Università, una volta diventate importanti sedi per la formazione intellettuale , dovettero affrontare i tentativi egemonici dei poteri vicini e lontani.
Con ogni probabilità su iniziativa degli studenti di Bologna , Federico Barbarossa rilasciò nel 1158 la costituzione Authentica Habita: con essa l'imperatore, in cerca di alleanze per contrastare l'economia delle città italiane organizzate in Comuni, concedeva a tutti gli studenti il privilegio di non essere giudicati dai tribunali locali, ma da quello presieduto dai vescovi o dai loro maestri.
In questo modo Barbarossa soddisfaceva la richiesta di un'associazione che cominciava a subire i tentaivi di controllo vicini, ma stabiliva un precedente per esercitare egli stesso un ruolo di riferimento.
nel 1200 il re capetingio Filippo Augusto, concesse agli studenti parigini lo stesso privilegio accompagnato però dalla propria protezione.
Ancora piu rilevanti , dai primi decenni del 1200, furono gli interventi pontifici, spesso giustificati con la necessità di mettere pace nelle contese tra università e poteri locali.
Così nel 1219 Onorio III riconobbe agli studenti il diritto di protestare contro il comune bolognese attraverso la pratica dello sciopero e l'emigrazione in altri sedi,e le uniche licenze di insegnamento valide sarebbero state quelle dell'arcivescovo di Bologna.
A Parigi, la migrazione degli studenti del 1229,originata dalla condanna emanata dal cancelliere contro alcuni di loro, diede vita a un conflitto in cui intervenne il papa Gregorio IX, che, con la bolla Parens Scientiarum del 1231, ridisegnò l'organizzazione universitaria affermandone l'autonomia rispetto al cancelliere, alle autorità civili egli ordini mendicanti che in precedenza avevano tentato di egemonizzarla.
Nel tentativo di controllare la nuova trasmissione del potere Federico II creò l'università di Napoli nel 1224; l'imperatore concedeva enormi benefici e privilegi a tutti i ragazzi del Regno di Sicilia che avrebbero intrapreso gli studi all'università di Napoli e stabilì anche delle pene severe a coloro che invece emigravano per andare a studiare altrove.
Le università da allora divennero il mezzo di una promozione intellettuale per la formazione del ceto dirigente.
FONTI : dai miei appunti presi alle lezioni di storia medievale all'università, integrati dallo studio del libro di Massimo Montanari : Storia Medievale
[Modificato da pcerini 20/08/2008 12:48]
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20/08/2008 17:27
 
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Re: TRE PUNTI DI VISTA
pcerini, 20/08/2008 12.26:

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FONTI : dai miei appunti presi alle lezioni di storia medievale all'università, integrati dallo studio del libro di Massimo Montanari : Storia Medievale




Massimo Montanari...il nome non mi è nuovo, forse perchè mi ricorda Bruno Montanari il mio prof. di Filosofia del Diritto a Giurisprudenza. I Montanari, saranno mica una dinastia di giuristi?!

Il tuo intervento mi ha ricordato la lettura di alcuni testi che, ai tempi dell'università, mi affascinarono non poco. Avrei voluto appronfondire l'argomento da essi trattati (la storia è materia che mi appassiona) ma, i successivi appelli mi distrassero lungamente.

"L'Europa del diritto comune" e "Saggio sull'Università - l'età del diritto comune" entrambi di Manlio Bellomo - Editrice Galileo Galielei - Roma, 1991.

Ovviamente si concentrano sull'origine delle prime scuole di diritto in Europa, ma affrontano anche la storia delle altre Facoltà, dei motivi della "rinascita" del secolo XII avvertiti nelle vaste regioni d'Europa, il passaggio dalle scuole monoastiche e cattedrali verso le città dotte, le concorenze fra scuole, le prime organizzazioni degli studenti e dei professori (consorzi, comitive), la nascita e consolidazione delle "universitas"...delle prime forme di insegnamento, della disperata ricerca di libri (rari e preziosi e costosissimi; come per qualsiasi bene di valore rilevante il trasferimento di proprietà di un libro richiede l'assistenza di un notaio e la registrazione nei memoriali del comune!), della figura del professore e delle crisi dei rapporti con gli alunni, delle prime rivoluzioni studentesche...semplicemente affascinante!




20/08/2008 18:00
 
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Stragulp,che splendida sorpresa.



[Modificato da pcerini 20/08/2008 18:00]
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