La Procura della Repubblica di Treviso ha aperto un fascicolo sulla dottoressa Nadia Battajon, del reparto di neonatologia dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. La dottoressa ha infatti affermato, durante un convengo su etica e medicina a Padova, di aver spento i macchinari che tenevano in vita un neonato di 5 giorni affetto da una gravissima malformazione, dopo aver tentato senza successo un’operazione e constatata l’assenza di prospettive di ripresa, col consenso dei genitori. La Asl di Treviso precisa che tale pratica è ispirata a una “mozione sull’assistenza a neonati e bambini afflitti da patologie o handicap di altissima gravità del Comitato nazionale per la bioetica”. La dottoressa parla di altri casi simili.
Il presidente della Società italiana di neonatologia Claudio Fabris afferma: “In una simile situazione, configurandosi accanimento terapeutico reputo giusto l’operato della dottoressa dell’ospedale di Treviso , che ha preso tale decisione in accordo con i genitori del piccolo. Ogni caso è naturalmente da valutare a sé e se ci sono capacità vitali deve essere ovviamente fatto tutto il possibile. Se però la situazione diventa senza speranza alcuna di ripresa e non c’è alcuna possibilità di sopravvivenza, è doveroso non arrivare all’accanimento terapeutico”.
www.uaar.it/news/2008/11/22/treviso-stacca-spina-neonato-gravissimo-medico-sotto-in...La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
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Il sonno della ragione genera mostri (Goya)