Rainboy, 03/02/2009 22.56:
Sicuramente è possibile che sia come dicono. Ma fra i suicidi dei religiosi hanno inserito anche tutti i morti causati da situazioni del tipo "ci sono 20 soldati professionisti armati di mitragliatore e bombe a mano dentro quel bunker, noi siamo in 100 armati di sassi e bastoni, carichiamoli e massacriamoli perché Allah lo vuole e ci proteggerà"?
Se contiamo il numero di suidici religiosi avvenuti in questo modo, che sono sostanzialmente la base di tutte le guerre in medioriente e di buona parte di quelle degli ultimi due secoli in tutti i continenti del globo, non sono poi tanto sicuro che siano gli atei quelli che si suicidano più di frequente.
Quoto al 100% quello che hai scritto. Inoltre non è assolutamente detto che sia il credente a essere maggiormente tutelato dal desiderio del suicidio. Esistono infatti tutta una serie di traumi e di problematiche che il credente ha a livello psicologico ma chenon ha invece l'ateo, più spensierato sotto questo punto di vista.
Mi riferisco alla scomunica!
Pensiamo a quanto dolore e a quanta umiliazione può portare una scomunica da una religione. Un credente che prima l'aveva abbracciata, approfondendo il suo percorso e la sua analisi, si trova a constatare di non essere nella religione giusta voluta da Dio. Ecco che allora nasce il contrasto con il 'pacchetto dottrinale' proposto dalla sua religione e quindi essendoci contrasti fra lui e il resto dei seguaci, prima o poi verrà scomunicato.
Questo può portare a depressione, ad avvilimento e a sofferenza continua, soprattuto se aveva dedicato tutto sè stesso e tutti i suoi sforzi in quella comunità che adesso lo espelle. Ed ecco che il desiderio di farla finita può trovare ampio spazio nei suoi pensieri. Soprattutto se si era abituato a dipendere dai 'pastori' sulle decisioni della propria vita attraverserà un periodo cupo e di smarrimento che potrà riuscire a superare solo con olio di gomito e con tanta forza di volontà in modo da risucire a camminare con le proprie gambe. Ma non tutti ci riescono.
Ecco, tutto questo l'ateo non lo passerà mai, perchè lui non ha dato fiducia a nessuna confessione religiosa, non ha affidato se stesso e le sue sicurezze a delle certezze proposte dal 'prodotto religioso' di una fede. Ergo non potrà essere scomunicato, o anche se lo sarà, questo non lo priverà del suo sorriso e della sua gioia di vivere.
Quindi questo studio mi sembra decisamente parziale, non solo per quanto detto da Rainboy ma anche per le questioni che ho indicato io.
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico