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Dalla transustanziazione alla Sindone.

Ultimo Aggiornamento: 22/07/2009 23:23
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Padre Inquisitore
21/07/2009 18:52
 
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Leggo su “La Stampa” odierna che la storica Barbara Frale avrebbe ritrovato, dopo estenuanti ricerche negli archivi segreti vaticani, le prove sulla veridicità della cosidetta Sacra Sindone.

Un lungo excursus storico anticipa quello che secondo la studiosa sarebbe la prova principe dell’autenticità del lenzuolo: tracce di scrittura ebraica in lingua aramaica (sic) individuate sulla sindone dal francese Thierry Castex che proverebbero, al di là di ogni ragionevole dubbio, la presenza del reperto nei primi anni del cristianesimo, in quanto l’aramaico sarebbe stato parlato dai primi cristiani solo fino al 70 d.C.

Pervicace la stoltezza con cui la storica non si schioda dalle sue convinzioni.

“E la prova della datazione con il carbonio 14?” chiede l’articolista.

“L’esperimento aveva, date le tecnologie a disposizione in passato, ampi margini di ambiguità. E poi non è stato condotto in modo verificabile” replica convinta la studiosa.

La datazione radiometrica fu effettuata nel 1988, meno di vent’anni fa. Fu definita incontrovertibile dallo stesso vescovo di Torino e riconduceva il reperto ad un'epoca compresa fra il 1200 ed il 1300 dopo Cristo.

Allora quale sarebbe la scritta in aramaico?

“Noi abbiamo trovato”.

Cosa, non si sa.

O forse si: il modo migliore per spillare quattrini a frotte di pellegrini voraci di riconoscere in un falso la figura del loro salvatore.

Probabilmente, in futuro, se le analisi verranno compiute con ulteriore e maggiore impegno si scoprirà che il lenzuolo non avvolgeva il corpo di Gesù ma quello ben più terreno di Archimede che, dopo essersi immerso nel bagno e scoperta la famosa legge, si asciugò e scrisse in aramaico la celebre frase “eureka”, appunto “ho trovato”.

Babila.




22/07/2009 22:18
 
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Il filologo Luciano Canfora risponde all'affermazione della Frale.

da www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200907articoli/45748gi...

22/7/2009 (7:50) - IL LIBRO DELLA FRALE SULL'AUTENTICITA' DELLA RELIQUIA
"Quelle scritte sulla Sindone
non provano un bel niente"

La Sindone conservata dal 1578 a Torino: secondo la tradizione avrebbe avvolto il corpo di Gesù Cristo
+ "La Sindone è vera, vi spiego perché" MARIO BAUDINO



Canfora: "Viene in mente la novella di Boccaccio su frate Cipolla e la piuma dell'Arcangelo Gabriele"
MARIA GIULIA MINETTI
Ha confutato l’autenticità del papiro di Artemidoro, avallata da uno studioso della statura di Salvatore Settis, col piglio diresti giocoso che è una sua maniera amabile o insopportabile - dipende dalla posizione dell’interlocutore - di evitare la pomposità accademica senza evitarne affatto l’autorevolezza, la dottrina. Luciano Canfora, filologo classico dotato di una vivacità polemica pari alla brillante capacità di narratore, accetta subito di commentare la nuova scoperta relativa alla Sindone e alla sua datazione fatta dallo studioso francese Thierry Castex e divulgata dalla storica italiana Barbara Frale nel libro I templari e la Sindone di Cristo appena pubblicato dal Mulino (vedi sulla Stampa di ieri l’articolo di Mario Baudino «La Sindone è vera. Vi spiego perché»).

La nuova scoperta, dunque…
«Se lei la chiama scoperta, l’ammiro».

Sono i due studiosi a chiamarla così. Sostengono che una scritta in caratteri ebraici e in lingua aramaica rinvenuta solo ora sulla Sindone la daterebbe a un periodo anteriore al 70 d. C. Come mai? Perché dopo quella data, ci informano, l’aramaico smise di essere parlato.
«Va bene, esaminiamo questo ragionamento, se vogliamo chiamarlo così. Guardiamo da vicino su che basi si sostiene. Procederò pian piano, come suggerisce Orazio, per ignes suppositos cineri doloso, attento ai fuochi che potrebbero covare sotto la cenere ingannatrice».

Che cenere?
«Be’, quella deposta sulla guerra civile. In quest’ode Orazio sconsiglia a Asinio Pollione di scriverne la storia, roba scottante…».

Come le diatribe sulla Sindone?
«Per carità. La guerra civile è una cosa seria, le baruffe sulla datazione della Sindone no».

Lei ha un tono caustico.
«Davvero? Be’, vediamo un po’ la questione che abbiamo davanti. L’argomento portato dai nostri due studiosi è che nel 70 non si parlava più aramaico. E allora?».

E allora cosa?
«Ma scusi, la scritta può essere stata aggiunta in qualunque altro periodo. Il latino non si parla più da molto tempo, però lei magari scriverà nel suo articolo le parole dell’ode di Orazio. E allora?».

Barbara Frale sostiene che ci sono buone ragioni per credere che la scritta si sia impressa sul lino della Sindone «per contatto», forse casuale, con cartigli e reliquiari.
«Le scritte, tra l’altro, sono più d’una, non solo quella in aramaico, ci viene detto. Ce n’è anche in greco e in latino, un’enciclopedia! Un coacervo inconcepibile. Ma lasciamo stare, c’è ben altro».

Cioè?
«Sia sul vostro giornale sia sulla Repubblica la signora Frale ha ribadito la sua convinzione che la scritta si sia impressa sul lenzuolo per contatto. Dice d’essere persuasa che il testo con cui la Sindone entrò in contatto non fosse un libro ma un documento. Dunque ne è proprio convinta».

Si direbbe proprio di sì.
«Già, ma quando trasferisco per contatto la scrittura si capovolge. Anche nello pseudo-Artemidoro c’è una scrittura che si dice impressa, e naturalmente è capovolta. Qui non è successo, il che è assurdo, francamente. Viene in mente il grandissimo Boccaccio e la piuma dell’Arcangelo Gabriele di frate Cipolla. Certo era una piuma, quanto all’Arcangelo Gabriele… La Sindone è sicuramente un grande telo. Quanto a datarla…».

Barbara Frale giudica inattendibile l’esame del carbonio 14 che colloca l’origine del manufatto nel Medioevo.
«Ha ragione, il carbonio 14 per oscillazioni di tempo brevi è, più che inattendibile, inutile. Serve a stabilire se una certa selce è del Pleistocene o dell’Età del Ferro. Ma per oggetti come la Sindone o il Papiro di Artemidoro affidarsi all’esame del carbonio 14 è ridicolo».

In conclusione, lei dice che queste cosiddette nuove prove non provano un bel niente.
«Nulla di nulla. Ma che escano ora, che se ne discuta ora, secondo me dipende dall’imminente visita del Papa a Torino. Ci verrà l’anno venturo e ci sarà l’ostensione della Sindone, ed ecco che tutti quelli che sono interessati alla cosa puntano di nuovo gli occhi sulla reliquia».

Lei è sicuro che si tratti d’un oggetto realizzato molti secoli dopo la morte di Cristo, vero?
«Nel 1978 uscì un libro di Vittorio Pesce intitolato E l’uomo creò la Sindone, edizioni Dedalo. L’argomento - e la dimostrazione del titolo - vi è trattato in ogni aspetto, incontrovertibilmente. Basta rifarsi a questo libro, il resto è un inutile sofisticare».

FILOLOGO E STORICO
Luciano Canfora,67 anni, è ordinario di Filologia greca e latina presso l’Università di Bari. Dirige la rivista Quaderni di Storia e diverse collane di antichistica.


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Padre Inquisitore
22/07/2009 23:23
 
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Re:
pcerini, 22/07/2009 22.18:

Il filologo Luciano Canfora risponde all'affermazione della Frale.


Grazie per il post.
Combattere, combattere ed ancora combattere contro le mistificazioni
religiose.
Babila.




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